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Recensione R.I.P.D. poliziotti dall'aldilà (2013)

Un detective e uno sceriffo del vecchio West impegnati a fronteggiare le forze del male, in un film a tutto action nel quale trovano spazio anche elementi caratteristici di altri generi e nel quale l'aldilà dei protagonisti sembra più 'virtuale' che soprannaturale.

Nei panni di una bionda (e di un cinese)

Un giovane detective e un anziano ma capacissimo sceriffo si aggirano in incognito per assicurare alla giustizia qualsiasi essere losco, e garantire così sonni più tranquilli ai comuni mortali. Loro, probabilmente, il sonno l'hanno perso da un po', come sicuramente hanno perso anche il piacere di mangiare e il senso del dolore fisico. Non perché la vita da poliziotti li abbia resi così insensibili, ma perchè essi appartengono proprio ad un altro mondo, anche se il nostro - quello terreno, con tutti i suoi problemi di corruzione, criminalità e via elencando - resta, per così dire, nella loro giurisdizione.

R.I.P.D.: Ryan Reynolds nei panni del poliziotto 'non morto' Nick Walker in una scena
Dopo gli attempati agenti segreti di Red, il regista Robert Schwentke passa ad un livello superiore con gli altrettanto efficienti poliziotti-fantasmi del R.I.P.D.- Rest in Peace Department. Va precisato tuttavia che i poliziotti in questione non sono approdati "a miglior vita" per cause naturali, ma ci si sono ritrovati in circostanze tragiche e sono stati subito reclutati e resi immediatamente operativi dal dipartimento soprannaturale. Al momento della sua morte il giovane Nick non aveva la coscienza proprio pulita, ed è a causa di un affare di corruzione che si ritrova ucciso da un collega, nonostante avesse davanti a sé la possibilità di una vita tranquilla accanto alla sua donna. Anche per queste ragioni Nick ha qualche difficoltà iniziale ad adattarsi al suo nuovo status e gli viene affiancato l'esperto Roy, un tipo un po' all'antica, per alcune cose - dopotutto ha combattuto la guerra di secessione - ma in gamba.

R.I.P.D. poliziotti dall'aldilà: Jeff Bridges, nei panni del poliziotto non morto Roy Pulsipher, in una scena
Il personaggio interpretato da Jeff Bridges, ex-sceriffo del Vecchio West dal caratteristico modo di esprimersi e con la passione per le caviglie femminili - è proprio l'aspetto più convincente del film di Schwentke, che mette insieme elementi di generi differenti, dalla buddy-police comedy al fantastico, anche se a prevalere è indubbiamente l'action, e qualcosina da film come Ghostbusters, Ghost, Men in Black, per un prodotto il cui obiettivo finale è quello di intrattenere senza alcuna pretesa. Peccato che il regista si sia talmente impegnato a curare l'aspetto più action del suo film, da trascurare tutto il resto, plot compreso. Il risultato è un film che avrebbe potuto essere più divertente e coinvolgente se allo spettatore fosse stata concessa la possibilità di esplorare e conoscere meglio il mondo di cui fanno parte Roy e Nick, senza ritrovarsi immediatamente coinvolto in sparatorie soprannaturali, inseguimenti fin troppo spericolati tra ascensori che schizzano fuori dai grattacieli, auto che esplodono e altro ancora, il tutto con un'estetica da videogame che caratterizza tutto il film, anche sequenze in cui non sarebbe necessaria, e che rende l'aldilà dei RIPD più virtuale che soprannaturale.

R.I.P.D.: Marisa Miller e James Hong in una scena
Per quanto riguarda i due rappresentanti della legge in disguise - Roy va in giro con le sembianze di una biondona sexy, mentre al povero Nick sono toccate le fattezze di un nonnetto cinese che brandisce una banana come arma - forse Bridges avrebbe meritato un co-protagonista ugualmente carismatico ed espressivo, e invece finisce per mettere in ombra sia Reynolds che il villain interpretato da Kevin Bacon. Funzionano meglio invece le schermaglie tra Roy e Proctor (Mary-Louise Parker), la granitica supervisor del RIPD, non insensibile al suo fascino e alla sua risolutezza d'altri tempi.

Movieplayer.it

2.0/5