Recensione Mr. Turner (2014)

A quattro anni di distanza dall'ingiustamente sottovalutato Another Year, Mike Leigh torna in concorso a Cannes con un intenso biopic dedicato a William Turner, pittore romantico inglese, ma lo fa in modo originale, concentrandosi più sulle ispirazioni dell'artista che sulle opere stesse.

Sono circa 25 gli anni raccontati da Mike Leigh in Mr. Turner, un quarto di secolo in cui seguiamo il pittore Joseph Mallord William Turner, ormai già noto e apprezzato in tutta l'Inghilterra, fino alla morte. Ma se in tutta la pellicola non ci viene mai dato alcun riferimento cronologico e il passaggio del tempo non viene mai scandito con precisione ma soltanto grazie all'ingrigirsi dei capelli del nostro protagonista, è perché tutta la sua vita è stata priva di avvenimenti degni di nota e quasi esclusivamente segnata dalla costante e ininterrotta ricerca di nuove immagini, nuove idee, nuove ispirazioni.

Grande artista, uomo taciturno

Mr. Turner: Timothy Spall in una scena
Mr. Turner: Timothy Spall in una scena

Con il "suo" Turner, Leigh ci consegna quello che è forse uno dei migliori artisti romantici mai visti sullo schermo, ma certamente lontano dagli immaginari tormentati a cui si potrebbe pensare: se vi aspettate un Lord Byron, insomma, siete completamente fuori strada, perché il personaggio interpretato in modo magistrale da Timothy Spall è un uomo solitario e pensieroso, anche se gioviale nei rari momenti di compagnia con i colleghi, lontano dalla mondanità, dalla politica e dalla vita pubblica, nonché scevro da ogni vizio. E' un personaggio talmente brusco e poco socievole da comunicare per lo più con grugniti anziché con le parole, e che inizialmente appare quasi inavvicinabile per lo spettatore; ma la bravura di Spall e la maestria del suo regista fanno in modo che con l'avanzare della pellicola si trasformi in un amabile compagno di viaggio, con cui trascorrere senza fatica le due ore e trenta di durata.

Tra Dickens e naturalismo

Pur concentrandosi quasi esclusivamente sul suo protagonista che è, di fatto, sempre in scena, Leigh riesce a mostrarci attraverso il suo sguardo curioso le città e la campagna inglese, ed i loro strambi abitanti, con un piglio quasi dickensiano, e tratteggiare, anche con la sua solita arguta ironia, in modo semplice ma efficace un'intera epoca. Il suo Turner è infatti principalmente conquistato dalla natura, e poco interessato, se non addirittura seccato, dai rapporti umani: con le donne della sua vita cerca più volte un contatto di tipo fisico che però è raramente soddisfacente, mentre si ritrova ad essere ben più attratto ed affascinato da novità ed invenzioni quali il treno e le barche a vapore, e infine la macchina fotografica, che con grande arguzia vede addirittura come diretto successore della sua arte naturalista e paesaggistica; è quasi solo ed esclusivamente in questi casi che i suo occhi si illuminano e i suoi grugniti si trasformano in espressioni di inaspettato ottimismo e sincero interesse.

Mr. Turner: Timothy Spall in un'immagine panoramica del film
Mr. Turner: Timothy Spall in un'immagine panoramica del film

Il pittore della luce

Per essere un film che racconta di un pittore, i quadri, sebbene presenti, sono raramente al centro dell'inquadratura. La scelta, coraggiosa e vincente, di Leigh è quella di mostrarci i quadri di Turner prima ancora che vengano dipinti, attraverso lo sguardo del protagonista sui paesaggi, la sua attenzione per le luci, la fascinazione per alcuni colori. A rendere possibile tutto questo è la splendida fotografia di Dick Pope che in alcuni momenti sembra letteralmente trasformare i dipinti in immagini in movimento (come in una sequenza mozzafiato sulle scogliere di Dover) e gioca spesso con questa ambiguità per restituire al meglio anche su pellicola il vero genio del Turner pittore, colui che sapeva vedere e dipingere la luce meglio di chiunque altro.

Conclusione

Questo biopic di Mike Leigh, come sempre girato senza avere alcuna sceneggiatura, è un film per palati sopraffini, adatto soprattutto a coloro che sapranno apprezzarne la magnifica fotografia e un'interpretazione "animalesca" ma potente. Non è certamente adatto a chi cerca una storia o un resoconto della vita di William Turner, ma probabilmente non esiste nulla di più efficace e piacevole per avvicinarsi alle sua opera e ai suoi ideali romantici.

Movieplayer.it

4.0/5