Recensione I cerchi nell'acqua (2011)

Una ragazza assassinata che chiede giustizia, un uomo dal passato doloroso che nonostante tutto è pronto all'amore e una bambina che fa da tramite con l'aldilà: tutto questo, e anche altro, è I cerchi nell'acqua.

Amore e morte sul lago

Non sempre tornare a casa è facile: casa, a volte, è sinonimo di un passato doloroso, che ci si vuole a tutti i costi lasciare alle spalle. Ma è impossibile ignorare del tutto le proprie origini, non fosse altro perché sono anche quelle ad aver determinato ciò che siamo diventati, e, nostro malgrado, le portiamo sempre con noi.
Per Davide, però, dover rivedere la casa di famiglia, in occasione della morte del padre, vuol dire scoperchiare un vaso di Pandora pieno di ricordi, di dubbi e di rabbia, che nemmeno vent'anni di lontananza e di successo professionale hanno potuto cancellare. Perché Davide, dal paesino all'apparenza idilliaco, adagiato sulle sponde di un bel lago in cui era cresciuto, non se n'era andato di sua spontanea volontà, ma per scontare tre anni di carcere in seguito a un'accusa di tentato omicidio, della quale i potenti genitori della facoltosa ex ragazza si erano premurati di farlo riconoscere colpevole. Non bastasse l'eco dell'ingiustizia subita, Davide dovrà anche apprendere dal fratello che Ginevra è morta poco dopo il suo allontanamento, ufficialmente a causa di un incidente, non privo però di particolari poco chiari. E pare che la stessa ragazza stia cercando un modo per fare luce sulla propria fine: attraverso Alice, una ragazzina dalla particolare sensibilità, in grado di vederla e sentirne la voce, Ginevra sta mandando dei messaggi dall'aldilà, non soltanto per desiderio di verità ma anche per avvertire di un pericolo imminente. Il resto del paese, indifferente, continua nella sua piccola quotidianità, fatta di tresche amorose, intrighi familiari e giochi di potere, mentre tra Davide e Bianca, sorella minore di Ginevra, nasce un'attrazione sempre più difficile da ignorare.

Ispirato a una serie televisiva francese, I cerchi nell'acqua è un po' dramma sentimentale, un po' thriller e un po' poliziesco: un cross-over tra generi che, nelle intenzioni della produzione e del regista e sceneggiatore dovrebbe portare una ventata di modernità nel panorama, generalmente poco stimolante, della fiction italiana. All'atto pratico, però, le diverse anime di cui si compone il racconto non riescono ad amalgamarsi a dovere, avendo come conseguenza uno sviluppo della storia poco fluido e rendendo difficile allo spettatore il compito di raccapezzarsi tra le tante linee narrative. L'eccessiva frammentarietà della sceneggiatura e un montaggio troppo serrato non permettono alla tensione drammatica di svilupparsi, né, a chi guarda, di entrare in empatia con i sentimenti della piccola Alice, o di lasciarsi trasportare dall'attrazione che avvicina Davide e Bianca. L'alternarsi continuo di romanticismo e piglio da poliziesco, incursioni nel paranormale e tentativi di critica sociale diluisce la potenzialità di tutti questi aspetti, e anche la buona prova attoriale dei due protagonisti, Vanessa Incontrada e Alessio Boni, perde di incisività.
L'impressione è che non si siano riusciti a gestire con sufficiente fermezza tutti i pur interessanti snodi tematici proposti, e che ci si sia limitati a giustapporli, senza inserirli in un impianto coerente.
La volontà di svecchiare gli stilemi del prodotto televisivo italiano è senz'altro lodevole, ma il cambiamento deve derivare in prima istanza da un miglior controllo sullo sviluppo narrativo, prima ancora che da una diversificazione di generi e argomenti.

Movieplayer.it

2.0/5