Áron è un inguaribile romantico. Deve ancora compiere trent'anni ma la sua vita è già in frantumi. Si è appena laureato in Teoria e Storia del Cinema a Budapest ma non ha né un lavoro, né un curriculum vitae da presentare, né tantomeno un sogno da realizzare. Al momento il suo unico obiettivo è quello di pensare al giorno della sua morte, ai momenti felici trascorsi con la sua ex-ragazza e ad innamorarsi nuovamente. Infatti, come se già la situazione non fosse già abbastanza complicata, la fidanzata Eszter l'ha appena mollato dandogli dell'immaturo e portando via ogni cosa dall'appartamento, perfino i capelli incastrati nella crepa del lavandino.
Di questa rottura non ha ancora parlato né ai suoi amici più cari, tutti con un lavoro stabile e una vita indipendente, né alla sua ansiogena famiglia che ancora lo mantiene. La catastrofe è dietro l'angolo: durante la serata in cui si festeggia il suo trentesimo compleanno, Áron scopre da Facebook che Eszter ha un nuovo amore. Per uno astemio come lui anche poche birre possono essere fatali ma proprio quando sembra che la tempesta sia passata, arriva la mazzata finale. Durante i bagordi della notte appena trascorsa Aron ha infatti prosciugato la carta di credito dei genitori per comprare, per qualche inspiegabile ragione, un volo per Lisbona. Trasferirsi all'estero diviene improvvisamente una realtà ancor prima di diventare un sogno.
Gábor e Áron
Nato a Budapest nel 1980, l'esordiente Gábor Reisz dirige con originalità e freschezza questo piccolo gioiellino raccontandoci con attenzione documentaristica e strizzate d'occhio al surrealismo di Michel Gondry, le vicende amorose e familiari di un eroe romantico imperfetto e meravigliosamente naif che è un po' il suo alter ego. Il protagonista è infatti un trentenne che non solo ha la sua stessa età e la sua stessa formazione professionale ma è interpretato da Áron Ferenczik, suo compagno di università e principale fonte di ispirazione per il soggetto del film. Un'opera che se da una parte è dichiaratamente autobiografica (per di più i quattro attori che interpretano il gruppetto di amici sono i veri amici d'infanzia di Reisz), dall'altra rispecchia il desiderio del regista di raccontare con affetto e obiettività la rigida mentalità ungherese, le difficoltà di vivere in un paese ancora profondamente ancorato al suo passato e una metropoli che sa essere accogliente ed austera al tempo stesso.
Il meraviglioso mondo di Áron
Reisz stringe sin dalle primissime scene uno stretto legame tra Áron e lo spettatore, da subito molto solidale con lui, soprattutto grazie all'interminabile sequela di situazioni, siparietti, monologhi e scene oniriche che contribuiscono a rendere in maniera perfetta il suo stato d'animo e le tante sfaccettature della sua personalità. Opera indipendente scritta con sentimento e trasporto quella confezionata da Reisz - anche sceneggiatore, direttore della fotografia e autore della colonna sonora - For Some Inexplicable Reason alterna trovate estetiche a dir poco entusiasmanti a riflessioni semiserie sull'amicizia, sulla famiglia, sul sesso e sull'amore.
Ogni fine è un nuovo inizio
Geniali quanto surreali le due sequenze che aprono e chiudono la pellicola, ma l'applauso vero parte al termine dei titoli di coda, quando sullo schermo si materializza quello che solo un giovane autore pieno di talento e di idee poteva concepire. E' poco prima dell'inizio della sua folle corsa verso la maturità che Áron compie il primo passo verso l'età adulta e prende coscienza di sé, di quello che c'è fuori dai confini del suo Paese e della sua necessità di spiccare il volo verso nuove avventure.
Conclusione
Una piccola, deliziosa commedia esistenziale ricca di sorprese, di bizzarri colpi di genio e trovate surreali che ci racconta di una metropoli, Budapest, che è un po' come il suo protagonista: intelligente, sognatrice e un po' troppo titubante, pronta sì a guardarsi intorno e a cominciare una nuova vita ma con i piedi ben saldi per terra.
Movieplayer.it
4.0/5