Il cuore tra le onde
Camille e André sono fratello e sorella, due spiriti liberi e intraprendenti che arrivano a Salina per una vacanza che li aiuti a capire qualcosa in più sul passato della loro madre, siciliana di origine approdata molti anni prima sull'isola. Qualcosa di inspiegabile li lega a quell'incantevole e magico luogo in cui tutto diventa possibile; un legame che viene ulteriormente rafforzato quando i due ragazzi incontrano Santino, un ragazzo siciliano nato e cresciuto sull'isola, che lavora al porto. Il rapporto tra i tre si fa subito intenso, confuso ed intrigante scatenando malelingue in paese e le ire di Assunta, la madre di Santino, che non vede di buon occhio i due curiosi forestieri di origine francese. Camille, André e Santino trascorreranno insieme l'estate che cambierà per sempre le loro vite portando a galla una volta per tutte un passato fatto di tradimenti, passioni inconfessabili e sofferenze che ha coinvolto e sconvolto tanti anni prima le loro famiglie.
La voce fuori campo di Camille, le onde del mare invadono lo schermo, le immagini ci accompagnano tra le bellezze incontaminate di Salina e poi di colpo il regista ci catapulta in una complicata storia di passioni, artificiosa e mai credibile, che va a cozzare violentemente contro la potente naturalezza dei paesaggi isolani delle Eolie. L'opera d'esordio di Francesco Henderson Pepe si avventura nella coraggiosa e difficile esplorazione di luoghi, terreni e dell'anima, lasciandosi guidare unicamente dalla voglia di stupire a tutti i costi, di parlare di un sentimento universale come l'amore con un linguaggio visivo e cinematografico che, nelle intenzioni, non vuole porsi alcun limite, ma che nella realtà dei fatti si pone quello insormontabile del voler scandalizzare e condurre lo spettatore ad empatizzare con le vicende sentimental scabrose di personaggi da soap opera appena accennati, patinati, paradossalmente disfunzionali ai fini della narrazione di un 'dramma del mistero' che svela tutte le sue carte sin dalle prime scene. Amaro amore intreccia maldestramente sesso, amori, ribellioni, tradimenti, tradizioni e tabù in una sorta di thriller sentimentale in cui a dare respiro allo spettatore e a destarne l'interesse solo in qualche sporadico momento di lucidità sono splendidi paesaggi delle Eolie, che però non riescono da soli a salvare il risultato finale. Siamo di fronte ad un lungometraggio senza personalità, privo di pathos e sospeso in una dimensione impalpabile, un onirico e indefinibile surrogato della realtà in cui i personaggi e i loro amori, stereotipati e assolutamente privi di fascino enigmatico, fluttuano senza una direzione precisa lasciandosi trasportare dalle onde, come scarabocchi neri su un foglio color del mare.
Movieplayer.it
2.0/5