Rebel Cheer Squad, La recensione: Dalla serie Get Even, lo spin off sulle ragazze anti-bullismo

La recensione di Rebel Cheer Squad: dal successo della serie BBC Get Even, ne arriva una nuova che riforma il team di ragazze antibullismo per un coming-of age a tinte crime, sugli adolescenti per gli adolescenti.

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Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even - le protagoniste in un'immagine della serie

Che teen drama, commedia e giallo si possano mescolare con successo, ce lo ha insegnato, a suo tempo, Veronica Mars di Kristen Bell oppure Pretty Little Liars. Ciò che aggiungeremo in questa recensione di Rebel Cheer Squad, serie spin-off della fortunata Get Even, prodotta dalla BBC disponibile su Netflix dal 29 luglio, è che si può giocare con i tre generi, creando varie ricette, non tutte eccellenti ma sicuramente efficaci abbastanza da colpire il target giusto. Con Rebel Cheer Squad torniamo allo stesso liceo privato, la Bannerman School, solo un anno dopo le vicende di Get Even e questa volta le nostre protagoniste sono Grace, Clara e Rumi, cheerleader ed atlete, determinate a porre fine alla catena di bullismo, minacce e sabotaggi che sta di nuovo rovinando l'ambiente nella loro scuola. A cercare di ristabilire la giustizia nel loro liceo, c'era stato, in passato, il gruppo denominato DGM, acronimo per l'inglese Don't Get Mad, a cui seguiva il motto "Pareggia i conti - Get Even" ad indicare l'attività primaria di questo collettivo, cercare vendetta e livellare le cose. Dopo un incidente, quasi tentativo di omicidio, ai danni della sorella maggiore di Clara, Leila - colei che detiene il ruolo principale in cima alla piramide della coreografia della squadra - Clara insieme alle sue amiche, decide di rimettere in piedi il leggendario squadrone DGM e dare la caccia al colpevole. Rebel Cheer Squad usa la stessa formula di Get Even per onorare la sua origine derivativa, ma decide di cambiarne le premesse: Se per Get Even le componenti del DGM erano ragazze di differenti background e inizialmente non amiche, qui invece il trio è più unito che mai. Questa diversa base di partenza risulta essere un buon escamotage per iniziare a prendere le distanze dalla navicella madre e far capire al pubblico che la formula è la stessa ma la storia è destinata ad assumere nuovi toni e direzioni. Come Get Even, anche Rebel Cheer Squad, coprodotta da BBC insieme a Netflix ed i Boat Rocker Studios, si ispira ai libri di Gretchen McNeil ed è adattata sul piccolo schermo da Holly McPhillips.

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Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even - un'immagine della serie

Lungo il corso degli otto episodi di cui si compone, Rebel Cheer Squad, a differenza di Get Even che ruotava intorno ad un omicidio, accarezza il noir e il crime ma non si gioca lì tutte le sue carte anzi, gli predilige il teen drama, usando il genere solo come strumento per raccontare il disagio giovanile, il bullismo, le crisi di identità, i primi amori. Per questa ragione primaria, rimane una serie ben fatta, dal ritmo perfetto scandito da solidi e lucidi 26 minuti a episodio ma che fatica a oltrepassare il suo target di riferimento. È una serie sugli adolescenti per gli adolescenti anche se passatempo godibile anche per gli over 18 e non ha, dunque, l'ampiezza di campo di Get Even.

Get Even - Pareggia i conti

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Get Even: una scena della serie

Per entrare dentro Rebel Cheer Squad, ci sembra necessario fare un passo indietro a raccontare ciò che c'è stato prima e cioè Get Even. Ambientato, come detto, alla Bannerman school in un'Inghilterra evidentemente e dichiaratamente elitaria, la serie, sbarcata su Netflix il 31 luglio 2020, si è fatta notare per un cast fresco, la capacità di gestire un mix di generi e la sua naturale multietnicità e rappresentazione, senza forzature o buonismi. Protagoniste Kim Adis (Kitty), Jessica Alexander (Olivia), Bethany Antonia (Margot) e Mia McKenna-Bruce (Bree), variegato gruppo di ragazze, mai state amiche, che hanno fondato l'NCA ( DGM in inglese), mosse dal desiderio di ripagare con la loro stessa moneta tutti i bulli della scuola, compresi i professori. Proprio dal "processo" pubblico ad un insegnante infatti, parte l'operazione vendetta. Per aumentare la curiosità, la serie vira abbastanza in fretta sul noir poiché, in Get Even, presto ci scappa il morto, un ragazzo spinto misteriosamente giù da un balcone. Le DGM, di cui nessuno sa l'identità, anzi, nota che fa sorridere, tutti pensano sia un ragazzo, vengono accusate dell'omicidio. I 10 episodi di cui si compone Get Even, dai molto apprezzati 28 minuti efficienti ed efficaci, bilanciano molto bene le indagini sull'omicidio con la vita delle adolescenti e tutto ciò che il teen drama comporta, fino all'inevitabile e ben riuscito colpo di scena sul colpevole.

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DGM contro MEAN GIRLS

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Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even - una foto di scena

È quasi superfluo sottolineare che Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even, per le storie che racconta, è una serie a forte componente femminile. Con pochi ma giusti cliché in tasca e tanta voglia di dar voce a molteplici universi adolescenziali, delinea quanto basta le sue protagoniste e pone loro davanti delle degne antagoniste. Tra un'indagine e l'altra Grace, Clara e Rumi diventano sempre più familiari ed al contempo personaggi con abilità e difetti riconoscibili per chi guarda e può identificarsi. Sul filo del rasoio dello spoiler, aggiungiamo che la vera e succosa gara di tutta la serie se la giocano le ragazze, DGM contro Mean Girls, in tutte le loro declinazioni.

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Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even - una scena della serie

L'ideatrice Holly Philips mette in campo e bene in scena la capacità tutta femminile di odiare ardentemente e amare profondamente. La tanto criticata competizione tra donne esiste in Rebel Cheer Squad nella misura in cui diventa mezzo per mostrare invece quanto il superpotere più grande delle ragazze sia la sorellanza e la solidarietà. E i personaggi maschili? Sono fragili quanto basta ma sicuri dei propri sentimenti ed accoglienti, a dimostrazione che la nuova generazione è veramente più in sintonia con se stessa e decisa ad andare oltre.

Tra il teen drama e il crime

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Rebel Cheer Squad: Una serie Get Even - una scena

Se Get Even si lasciava, episodio dopo episodio, prendere la mano dal crime, abbandonandosi ad atmosfere più noir e plumbee, Rebel Cheer Squad dimostra di non voler prendere la stessa direzione, anzi, di voler solo giocare a Cluedo. Come tutti gli ultimi prodotti con la partecipazione totale o parziale di Netflix, preferisce investire sul teen drama e sull'offrire agli adolescenti, personaggi con cui condividere delle battaglie. Così, l'accento viene posto sulla gelosia di Clara per la sorella maggiore Leila, a cui il loro papà ha sempre dato più attenzioni. Nel caso di Rumi, la cui omosessualità è indicata semplicemente e naturalmente, attraverso la sua cotta per una violoncellista, la serie si concentra invece sulla sua paura del giudizio degli altri, che finisce per condizionare ogni sua azione. Infine per Grace è il momento di distinguere la semplice amicizia fraterna dall'amore. Per queste principali storyline e le altre di cui si adorna la serie, Rebel Cheer Squad strizza solo l'occhio al crime ed al mystery, diventando confezione e contenuto perfetto per un pubblico composto degli stessi ragazzi di cui prova a raccontare amori, amicizie, ansie e crisi.

Conclusioni

A fine recensione della prima stagione di Rebel Cheer Squad, serie spin-off di Get Even, ideata da Holly Philips e tratta dai romanzi di Gretchen McNeil, lo dichiariamo un prodotto perfetto per il target a cui si rivolge. Per il suo porre l’accento sul teen drama a discapito della parte crime e mistery che invece gli avrebbe permesso di ampliare il pubblico, Rebel cheer squad avrà il suo giusto seguito tra gli adolescenti. Gli adulti avrebbero gradito almeno una cena con delitto anche se, operazioni come questa, aiutano ad avvicinare i più giovani al genere e permettono di affinare il gusto per il mistero, che potrà forgiare gli spettatori di domani.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • È una serie al femminile, nel bene e nel male.
  • Ha ritmo e non si sbrodola mai nei suoi efficacissimi 26 minuti ad episodio.
  • Permette al pubblico di riferimento, gli adolescenti, di affinare il gusto per i generi mistery e crime.

Cosa non va

  • Oscilla tra teen drama e crime ma non si abbandona mai ad atmosfere veramente noir, lasciandoci sempre un po’ troppo al sicuro.
  • La cattiveria non è mai assoluta ma contestualizzata mentre ogni tanto un cattivo- cattivo ci deve essere.