Ratti maldestri e topi coraggiosi
Una miriade di topi e topolini ha già fatto la sua apparizione sul grande schermo, proprio grazie al cinema d'animazione. Come dimenticarsi, ad esempio, dei piccoli amici di Cenerentola, Gas e Jack? Ebbene, con Le avventure del topino Despereaux un altro tassello si è aggiunto alla già ricca epopea cinematografica di queste creature. Ispirato a un libro per ragazzi molto popolare presso il pubblico anglosassone, The Tale of Despereaux di Kate DiCamillo, il film rivela subito una sua peculiarità, nell'introdurci alla realtà fiabesca abitata dai protagonisti: esistono infatti nel regno di Dor due mondi distinti, uno popolato da Topi (Mouse World) e l'altro da Ratti (Rat World). I primi fuggono il contatto con gli umani (e volendo anche con i gatti) rannicchiandosi e adottando estrema cautela in ogni situazione potenzialmente pericolosa. Avendo adottato tali forme di prudenza quale condotta di vita, i Topi non accolgono bene la nascita del piccolo e coraggioso Desperaux; non potendo educarlo alle proprie abitudini, gli proporranno l'esilio!
Quanto ai Ratti, tendenzialmente più aggressivi, rozzi e menefreghisti, vivono relegati nelle fogne e nei meandri più oscuri della città da quando uno di loro, per ironia della sorte proprio quello dai modi più raffinati e abituato a viaggiare, diede scandalo cadendo per sbaglio in una zuppa reale. Terribili le conseguenze del gesto. Roscuro, aspirante gentleman con la passione per il mare nel sangue, è il ratto sui generis protagonista del malaugurato episodio e accolto poi con la diffidenza del caso da quella sordida comunità sotterranea, governata con mano ruvida dall'infido Botticelli. Sarà proprio dall'incontro delle due creaturine estranee ai rispettivi mondi, Despereaux e Roscuro, che si accenderà la scintilla in grado di riportare armonia in quel tormentato reame, dove oltre al popolo dei Ratti persino le zuppe sono state bandite.Mescolando alle situazioni più avventurose una garbata ironia, rivolta alla struttura tradizionale della fiaba, il film realizzato da Sam Fell (già co-autore di un altro lungometraggio animato con topo protagonista, Giù per il tubo), dallo sceneggiatore Gary Ross (Pleasantville) e dall'animatore olandese Robert Stevenhagen, per quanto lasci intravedere qualche pecca sul piano del ritmo e delle gag, non sempre così efficaci, rivela un certo appeal e non solo per i più piccini. Anzi, si può persino dire che al di là del character design accattivante e guascone adottato per i topi (o ratti) protagonisti, il tono maturo del racconto può indirizzarsi con più facilità verso quel pubblico che, per età ed esperienza, può cogliere meglio certe sfumature del discorso. Un ulteriore elemento, che gioca invece a favore di una visione in lingua originale, è l'elevata qualità del doppiaggio, con la voce narrante di Sigourney Weaver ad intervallare le battute dei vari Dustin Hoffman, Ciaran Hinds, William H. Macy, Emma Watson, Stanley Tucci ed altri ancora. Un cast di prim'ordine, molto ben utilizzato all'interno del film.
Se le modalità del racconto offrono diversi spunti interessanti, il livello dell'animazione in 3D non risulta altrettanto soddisfacente. Come in altri prodotti impostati attraverso la computer grafica si avverte, ed in misura persino maggiore, lo stacco tra la cura nel realizzare i simpatici animaletti che vivacizzano il plot (col bonus di una creatura magica, le cui sembianze citano espressamente i quadri dell'Arcimboldo) ed il carattere più freddo, impersonale, fondamentalmente anonimo, con cui sono raffigurati i personaggi umani.