Dopo il successo raccolto la scorsa primavera sulla TV americana, la nomination all'Emmy Award come miglior miniserie e la presentazione al RomaFictionFest, andrà in onda a partire da stasera su History Channel (il canale a tema storico di Sky) il primo dei quattro episodi di Radici, nuova trasposizione del famosissimo romanzo di Alex Haley, basato sulla storia (vera e ormai leggendaria) dello schiavo africano Kunta Kinte.
Ricostruzione dell'infanzia di Kunta nell'Africa occidentale, in un villaggio Mandinka, della sua deportazione in America del 1767 e del suo calvario come schiavo presso le piantagioni di cotone della Virginia, Radici ripropone sul piccolo schermo il racconto che nel 1977 aveva commosso il pubblico di tutto il mondo, tanto da diventare uno dei maggiori eventi negli annali della TV. E quest'ultima trasposizione, perlomeno a giudicare dalla prima puntata (proiettata in anteprima al RomaFictionFest), può avvalersi di un notevole tasso di realismo, soprattutto nelle sequenze più crude e violente, oltre che di un comparto tecnico di alto livello.
Qualche giorno fa, a Roma, abbiamo incontrato il protagonista di Radici, il giovane attore britannico Malachi Kirby (quest'anno anche al centro di un episodio della serie Black Mirror), insieme a uno dei co-produttori della miniserie, LeVar Burton, noto al grande pubblico come l'attore che per primo, nel 1977, prestò il volto al personaggio di Kunta Kinte nel Radici originale. Una doppia conversazione a proposito di una storia che, anche dopo quarant'anni, continua ad esercitare un'enorme presa sul pubblico e a toccare il nervo scoperto del razzismo in America...