Nella nostra recensione di Quella notte infinita, una nuova serie spagnola prodotta da Netflix divisa in sei episodi da 40 minuti ciascuno, scopriremo tutti i punti di forza e di debolezza di uno show che, nonostante i tanti difetti, riesce comunque a catturare l'attenzione dello spettatore, specialmente se consideriamo che le vicende hanno luogo in un'unica location e nell'arco di una sola, lunga notte.
La nuova serie della piattaforma streaming, diretta da Óscar Pedraza e interpretata da Luis Callejo e Alberto Ammann, si svolge durante la notte del 24 dicembre: un gruppo di criminali circonda il carcere di Monte Baruca e interrompe le comunicazioni con l'esterno al fine di catturare un pericoloso serial killer di nome Simón Lago. Se le guardie lo consegnano, l'attacco sarà veloce e indolore, ma il direttore del carcere, Hugo, si rifiuta di cedere al ricatto e si prepara a combattere.
La storia del thriller psicologico
È la vigilia di Natale e il direttore della prigione, Hugo, arriva con breve preavviso con due dei suoi tre figli per fare da babysitter al nuovo prigioniero. Il temibile serial killer, Simón Lago, è ricercato da un gruppo di criminali armati e ben equipaggiati guidati da un uomo di nome Ruso, che si presenta fuori dalla prigione e offre un accordo a Hugo: se consegna Simon, se ne andranno. Se non lo fa, lo prenderanno con la forza. Sembra una decisione facile, ma il tutto viene reso estremamente più complicato dal fatto che la figlia maggiore di Hugo, Laura, è stata rapita da alcuni dei soci di Simon. Se Hugo consegna Simon, Laura morirà.
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La premessa dello show è indubbiamente interessante, e man mano che la storia si sviluppa, il tutto viene reso più coinvolgente grazie all'intervento di vari detenuti della prigione psichiatrica, ognuno dei quali ha interessi contrastanti e un diverso grado di stabilità psicologica. La serie cerca anche di rendere la prigione stessa un personaggio a sé stante, con il famigerato Blocco Rosso, pieno dei prigionieri più violenti, e chilometri di tunnel sotterranei che collegano le varie parti del carcere di massima sicurezza.
Quella notte infinita: punti di forza e di debolezza
Ed è proprio questa struttura molto solida che, unendo generi diversi quali azione, crimine e horror, riesce a catturare l'attenzione dello spettatore. Inoltre, le peculiari ma a tratti riuscite scelte stilistiche per quanto concerne la regia riescono a conferire a Quella notte infinita un alone di fascino e mistero, assicurandosi anche di avere la capacità di tenere le persone incollate allo schermo per scoprire qual è il destino dei personaggi principali.
Già dal primo episodio è evidente che il cast è ciecamente fedele a una sceneggiatura a tratti deludente, anche se le performance non sono tutte sullo stesso livello: Alberto Ammann interpreta Hugo in modo relativamente diretto, mentre il Simón di Luis Callejo, sebbene fornisca allo show una componente molto gradita definibile come "oscura eccentricità", non è assolutamente all'altezza delle aspettative. Qui incominciano le dolenti note: il villain dello show ricorda fastidiosamente Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti. Il problema è che la performance di Callej non è neanche lontanamente paragonabile a quella di Anthony Hopkins, sebbene i due personaggi siano fin troppo simili sotto molti punti di vista: i movimenti, il modo di parlare e soprattuto la capacità di manipolare le persone con cui interagiscono.
Oltre a questo aspetto, Lago non incute terrore come dovrebbe e uno dei motivi principali di questa grave mancanza si può facilmente individuare prestando attenzione allo sviluppo della trama e alla caratterizzazione dei personaggi dello show: la superficialità contraddistingue entrambi questi aspetti. Invece di 6, gli episodi sarebbero dovuti essere 8-10: questo avrebbe consentito agli showrunner, Xosé Morais e Victor Sierra, di approfondire alcuni aspetti della storia invece di fornire, come riempitivo, informazioni irrilevanti relative alle backstory dei personaggi principali e di quelli secondari. Quella notte infinita non riesce a creare la suspense necessaria per un finale appagante, anche a causa del fatto che le dinamiche tra Hugo e Simón non sono state esplorate abbastanza, poiché lo show decide di non sfruttare come dovrebbe la loro relazione problematica.
Conclusioni
Nella recensione di Quella notte infinita abbiamo descritto una serie che, pur partendo da una premessa molto entusiasmante esplorata con una buona dose di azione e di mistero, fallisce per mancanza di originalità e imperdonabile frettolosità.
Perché ci piace
- L'atmosfera misteriosa e la struttura solida catturano l'attenzione dello spettatore.
- Il villain non è originale né spaventoso.
Cosa non va
- I personaggi, principali e secondari, non sono ben caratterizzati.
- La sceneggiatura è carente.