Nell'epoca della proliferazione dei canali televisivi e dei servizi di streaming, fra le nuove, piccole realtà che stanno emergendo all'interno di un panorama tanto vasto ed eterogeneo c'è anche la rete via cavo Cinemax, che nell'estate di due anni fa ha compiuto un fortunato esordio nel campo della serialità televisiva: The Knick, acclamatissimo dalla critica e interamente diretto da un regista del calibro di Steven Soderbergh.
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Dopo la conclusione delle prime due stagioni di The Knick (attualmente in stand-by), nel 2016 Cinemax è tornata su piazza con due nuovi titoli originali: la serie horror a tinte soprannaturali Outcast e, dallo scorso settembre, Quarry - Pagato per uccidere, trasposizione di un ciclo di romanzi pubblicati negli anni Settanta da Max Allan Collins, con Graham Gordy e Michael D. Fuller nelle vesti di creatori e showrunner e Greg Yaitanes alla regia di tutti gli otto episodi della prima stagione (nell'ampio curriculum di Yaitanes figurano serie come Dr. House, Lost e Damages).
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Nome in codice: Quarry
In onda da oggi in Italia in prima serata su Sky Atlantic, Quarry è costruito attorno al personaggio del titolo: titolo che, come scopriremo, deriva appunto dal "nome in codice" assegnato a Mac Conway, un marine reduce dal suo secondo periodo di servizio militare in Vietnam. Interpretato dall'attore Logan Marshall-Green (in precedenza nel cast di serie come The O.C. e Dark Blue, e prossimamente in Spider-Man: Homecoming), Mac rientra a Memphis in compagnia del commilitone Arthur, ansioso di riabbracciare la moglie Joni e di recuperare la 'normalità' di un'esistenza lontano dalla guerra. Il ritorno alla vita civile, tuttavia, si rivelerà assai meno semplice del previsto, e Mac, così come Arthur, faticherà a trovare un lavoro, a far quadrare i conti e a riconquistare un solido equilibrio. Fino a quando, una notte, sul bordo della sua piscina si materializzerà un uomo misterioso, soprannominato il Broker, intenzionato a proporgli un ingaggio decisamente particolare: diventare il suo sicario.
L'anno è il 1972, le proteste contro le stragi provocate dal conflitto in Vietnam stanno esplodendo in tutto il paese: eppure a giudicare dall'episodio pilota, You Don't Miss Your Water, Quarry avrebbe potuto essere ambientato anche nel ventunesimo secolo, e Mac potrebbe essere un reduce dall'Afghanistan o dall'Iraq. E in effetti, se escludiamo la fotografia di Pepe Avila Del Pino, che richiama i toni slavati di un certo cinema americano degli anni Settanta, e i brani d'epoca scelti a corredare la soundtrack, la première della serie non integra davvero il contesto storico di appartenenza nell'universo del suo protagonista: un giovane uomo tormentato, in cui gli impulsi di passione travolgente per la consorte delle prime sequenze si alternano a fasi di depressione, autoisolamento e rabbia a stento repressa. Più che un racconto a sfondo storico, dunque, Quarry si inoltra da subito lungo i sentieri del dramma morale, mettendo Mac e il suo amico Arthur di fronte a un classico "patto faustiano", di cui entrambi cominceranno da subito a scontare le conseguenze.
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Professione sicario: Mac Conway, novello Walter White
Aperto da un tenebroso flashforward, che già lascia intuire la deriva criminale della parabola di Mac, You Don't Miss Your Water si dipana per oltre settanta minuti: una durata inusualmente elavata per un singolo episodio, e non priva di qualche lungaggine, ma nel corso della quale l'attenzione si concentra quasi esclusivamente sulla figura di Mac, dal suo rapporto con Joni (interpretata da Jodi Balfour) alle interazioni con il luciferino Broker, che ha il volto di un attore di razza quale lo scozzese Peter Mullan. Se tuttavia i temi al cuore della serie dovrebbero essere le inquietudini del personaggio e i dilemmi etici alla radice delle sue azioni, tale dimensione introspettiva è quella che, per ora, fatica maggiormente a convincere fino in fondo, laddove invece Quarry sembra funzionare meglio nei suoi aspetti più schiettamente noir (la prima missione omicida di Mac e di Arthur).
In sostanza, il percorso narrativo di Mac Conway non può non richiamare alla memoria quello dell'indimenticabile Walter White di Breaking Bad, riproponendo lo stesso passaggio verso un mondo criminale parallelo, che finirà per prendere il sopravvento ed inglobare completamente il protagonista. Se però in Breaking Bad il suddetto passaggio si consumava con una gradualità che ne esprimeva alla perfezione la natura tragicamente ineluttabile, in Quarry la trasformazione di Mac da ex soldato a sicario al soldo della mala è fin troppo repentina, e di conseguenza non altrettanto credibile e appassionante. Insomma, una partenza imperfetta per un racconto dotato comunque di un notevole potenziale e con ampi margini di miglioramento, in attesa che la serie scopra le sue prossime carte e riesca a sorprenderci a dovere.
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Movieplayer.it
3.0/5