La traduzione inglese del titolo originale francese, che in precedenza era stato rinominato Lost Bullet per i capitoli 1 e 2 in terra anglofona, diventa in quest'occasione Last Bullet, con quel cambio di vocale a sottolineare come potrebbe essere l'ultima avventura per il protagonista Lino, che in effetti avrebbe bisogno di un po' di riposo dopo tutte le fatiche degli ultimi anni.

E anche in questo terzo - conclusivo? - episodio della trilogia, sbarcato nel catalogo Netflix nostrano senza giochi di parole annessi e quindi semplicemente come Proiettile vagante 3, il personaggio interpretato dal roccioso Alban Lenoir ha il suo ben da fare, in un intrigo internazionale tra Francia, Spagna e Germania, che lo vede nuovamente impegnato in furiosi inseguimenti su quattro ruote e in rocamboleschi combattimenti corpo a corpo.
Proiettile vagante 3: corri e spara
La trama ha inizio con un prologo che si focalizza sulla figura dell'ex poliziotto Areski, latitante in terra teutonica dove ora, sotto falsa identità, traffica droga per conto di un boss criminale locale. Ma il suo passato bussa alla porta, obbligandolo - dopo essere sopravvissuto miracolosamente a un agguato - a tornare in Francia, proprio mentre uno scambio di prigionieri tra la polizia spagnola e il corrotto capo della narcotici transalpina Alexander Resz vede la "liberazione" dell'integerrimo Lino.

Proprio lui si ritroverà coinvolto in un intrigo ai più alti livelli, con le stesse forze dell'ordine invischiate in prima persona a cominciare proprio da Resz. Lino comincia a dare una serrata caccia ad Areski, con il quale ha un conto in sospeso, ritrovando il prezioso aiuto della poliziotta Julia in quella che diventa sempre più una sfida senza esclusione di colpi.
Fino all'ultimo chilometro

Un solido intrattenimento di genere, degna continuazione di una saga che si è evoluta film dopo film e che mette in mostra i muscoli di un cinema francese che non ha paura di osare nella gestione e relativa rappresentazione di dinamiche action, siano queste al volante o in combattimenti a mani nude. Ma è soprattutto quando si spinge sul pedale che Proiettile vagante 3 diventa una lussureggiante vetrina degli eccessi, con una varietà di veicoli sempre diversi al centro di adrenaliniche sequenze su strada.
Da auto fuoriserie di lusso a carri attrezzi corazzati, non soltanto le strade cittadine ma anche le zone di campagna diventano ideali palcoscenici per questi scontri su due o quattro ruote, con tanto di fuochi d'artificio coinvolti in una sequenza a dir poco originale e incredibilmente riuscita, in uno show capace di unire lo spettacolo all'essenziale. Ma anche le "botte classiche" possiedono una notevole, incalzante, rudezza: basti vedere la sfida a tre, tutti contro tutti, sul tram, con i colpi che fanno male e il mezzo sfruttato intelligentemente in quel violento triangolo di vendette incrociate.
Nomi familiari

Dietro la macchina da presa è tornato l'inossidabile Guillaume Pierret, mente dell'intera saga anche in qualità di sceneggiatore, che ha qui affinato lo stile e potuto contare su un budget apparentemente più alto del solito: ricordiamo che i due predecessori hanno raccolto ottime visualizzazioni sulla piattaforma di streaming e questa nuova puntata ha già conquistato la top 10 dei titoli più visti.
Allo stesso modo i volti storici del franchise fanno il loro ritorno, con l'alchimia tra Alban Renoir e Stéfi Celma sempre più palpabile anche per esigenze di copione e la gradita new-entry di un attore di razza come Gérard Lanvin nelle vesti di potente e crudele villain senza scrupoli. Nuovamente facce giuste al posto giusto, per quasi due ore di visione che non annoiano mai e hanno il merito di divertire con gusto senza esagerazioni gratuite e oltre misura alla Fast & Furious: Proiettile vagante 3 garantisce ciò che promette e per noi questo è già abbastanza.
Conclusioni
Un action solido e senza mezze misure, che continua la saga trascinando il malcapitato protagonista in una nuova (dis)avventura, tra inseguimenti scatenati su quattro ruote e violenti scontri corpo a corpo. Chiudere i conti con il passato non è mai semplice e quando a vecchi avversari se ne aggiungono di nuovi, per Lino è l'occasione per risolvere quanto rimasto in sospeso. Proiettile vagante 3 conferma e dove possibile migliora quanto di buono visto nei precedenti capitoli, con l'incalzante regia di Guillaume Pierret e la rocciosa interpretazione di Alban Lenoir, in un cast di "facce giuste al posto giusto", a garantire emozioni e spettacolare intrattenimento di genere senza un attimo di tregua.
Perché ci piace
- Azione a ottimi livelli, sia per ciò che concerne le scene al volante che per i corpo a corpo.
- Un cast ispirato, tra vecchi ritorni e new-entry.
- Un ritmo indiavolato per quasi due ore a tutto gas.
Cosa non va
- Poco aperto ai neofiti della saga e chi non ha apprezzato i precedenti difficilmente cambierà idea.