Pretty Smart, la recensione: una sitcom vecchio stile con troppo poco di nuovo

La recensione di Pretty Smart, la nuova sitcom Netflix con Emily Osment e Olivia Macklin nei panni di due sorelle agli opposti costrette a convivere dall'8 ottobre sulla piattaforma.

Una domanda ci attanaglia mentre scriviamo la recensione di Pretty Smart, la nuova comedy multicamera di Netflix con Emily Osment, dall'8 ottobre sulla piattaforma: ha senso fare sitcom vecchio stampo oggi, soprattutto per un servizio streaming e non per la tv generalista? La risposta è probabilmente no, soprattutto se non si prova a rinverdirle almeno nei contenuti.

Bellezza e intelligenza

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Pretty Smart: Emily Osment e Gregg Sulkin in una scena

Così nasce Pretty Smart che fin dal titolo presenta il binomio che andrà a comporre la trama e il pretesto narrativo di questa storia: Chelsea (Emily Osment, la sorella più giovane di Haley Jay Osment già vista in una sitcom con Young & Hungry di ABC Family e più di recente in The Kominsky Method) è una studiosa accademica che si ritrova a dover stare dalla sorella Claire (Olivia Macklin), estraniata da anni, più del dovuto. La loro convivenza forzata farà emergere quanto siano diverse ma allo stesso tempo quanto abbiano bisogno l'una dell'altra per andare avanti. Da questo presupposto è facile immaginare la commedia degli equivoci e la riflessione sulle diversità spesso solo apparenti che la sitcom si prefigge di innescare. Tutto però è vecchio, dalla caratterizzazione dei personaggi alla recitazione troppo acerba del cast giovane all'impianto multicamera della comedy. Non si prova nemmeno a fare qualcosa di nuovo coi contenuti, dato che gli sviluppi narrativi sono piuttosto prevedibili e fin troppo già visti. Lo stesso concerto di bellezza esteriore e intelligenza interiore e se vogliamo superato, anche quando si prova a mostrare che chi appartiene a una bellezza canonica può possedere anche un certo grado di furbizia, e viceversa chi è particolarmente intelligente non deve essere necessariamente poco curato nell'aspetto.

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Un cast giovane che sa di vecchio

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Pretty Smart: una foto di scena

Non si prova a celebrare ciò che è stata la commedia in tv negli ultimi anni come fatto ne Il metodo Kominsky, a cui Osment ha partecipato ricevendo anche una nomination, o ibridare lo stile datato con contenuti attuali e all'apparenza poco divertenti, come il tema della dipendenza (Mom), della malattia (B Positive), dell'integrazione (United States of Al), o a costruire family comedy con tematiche attuali. I coinquilini di Chelsea e Claire rappresentano in modo semplicistico i ventenni di oggi: c'è l'avvocatessa reiventatasi guru spirituale perché il lavoro che faceva era tossico, l'influencer costantemente attaccato allo smartphone per creare nuovi contenuti, e il personal trainer dal fisico scolpito, ex di Claire che potrebbe avere dei sentimenti non del tutto sopiti.

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Pretty Smart: una scena della serie

L'idea stessa che una passione segreta per Instagram e i social media in generale rendano frivoli è un pochino anacronistica oggi, sembra parlare ai giovani da un gruppo di autori più attempato, più che giovani e della loro situazione di precariato oggi. Le situazioni, le battute (le cosiddette punch lines) e le gag fanno ridere troppo poco spesso, e Osment stessa sembra fuori casting o comunque la prima a non crederci fino in fondo mentre recita. Un'occasione sprecata che dovrebbe far riflettere soprattutto sull'utilità della sitcom oggi e su quali dovrebbero essere le strade da intraprendere se si vuole creare una, soprattutto per un servizio streaming come Netflix, che non vive di appuntamento settimanale ma di rilascio in un'unica tornata (e una comedy così debole come questa non avrebbe retto una programmazione settimanale).

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Pretty Smart sottolineando come fin dagli intenti questa sitcom non sembri crederci fino in fondo ma debba solo riempire un certo tipo di target e un posto nella sempre più basta offerta del catalogo Netflix. Fin dal pretesto narrativo la comedy sa di già visto, e complici battute e gag troppo poco spesso divertenti e attori fin troppo acerbi o poco convinti, il risultato è qualcosa che non porta nulla di nuovo al genere e che non prova nemmeno a rinverdirlo, lo fa solo in apparenza. Peccato.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • L’aria (apparentemente) giovane della storia e la chimica (abbastanza riuscita) fra le due sorelle
  • Il casting di Emily Osment che ha già lavorato in una sitcom...

Cosa non va

  • ...anche se qui non sembra essere del tutto a proprio agio
  • Soggetto, scrittura e messa in scena non provano a portare qualcosa di nuovo al genere, nemmeno nelle tematiche o nei contenuti
  • La chimica tra i personaggi non funziona sempre e il cast è troppo acerbo o fuori parte