Di questo piccolo film indipendente girato con soli 100 mila euro di spese effettive l'attrice Jeanne Moreau, presidente della Giuria del Festival du Cinema Italien de Paris, ha detto ''questo è il cinema italiano che amo''. Si tratta di Billo - Il Grand Dakhaar di Laura Muscardin, vincitore come Miglior Film della suddetta competizione e di numerosi altri premi in giro per il mondo. E' la storia vera (un bel po' romanzata per stessa ammissione della regista) di un'integrazione complicata ma che nella realtà è andata a buon fine. Protagonista un giovane extracomunitario musulmano che risponde al nome di Thierno Thiam (ora cittadino italiano e volto noto della televisione nostrana con il nome di Billo) un ragazzo senegalese che con in tasca il diploma di sarto arriva clandestinamente a Roma sperando di sfondare nel campo della moda e tornare ricco al suo paese. Dopo mille peripezie giudiziarie riesce a trovare un lavoro e una donna da amare, Laura, con la quale costruirsi un futuro. Il problema è che in patria Thierno ha lasciato una promessa sposa e un matrimonio in sospeso: proprio quando Laura gli annuncia di aspettare un bambino, Billo viene richiamato in Senegal per la celebrazione delle nozze con la sua fidanzata storica. In bilico tra due paesi, due culture e due donne ugualmente amate dovrà cercare una soluzione in grado di accontentare tutti ...
La prima co-produzione italo-senegalese della storia sarà nelle sale dal 19 settembre prossimo distribuito da Achab Film, ma non attraverso il circuito classico bensì in forma ridotta (per il momento nei cinema Nuovo Aquila e Farnese di Roma, a Torino e a Firenze). Complice di questa uscita limitata a pochi schermi probabilmente la poca 'commerciabilità' di un film senza nomi altisonanti, che parla di immigrati clandestini e ambientato in parte in Senegal, quindi parlato per metà in lingua wolof con sottotitoli italiani. Ma non fatevi ingannare dalle premesse perché Billo è un film che merita sicuramente una visione, è divertente ed ottimista, è un'opera che guarda all'integrazione come un traguardo possibile e non come a un sogno irraggiungibile.
Diretto dalla regista romana Laura Muscardin, da sempre sensibile al tema della diversità e affascinata da piccole grandi storie di vita quotidiana, il film sdrammatizza con delicatezza e un pizzico di sano cinismo l'Italia razzista di oggi e il dramma di chi vive una vita da emigrante clandestino in un paese diviso dai contrasti e dai pregiudizi. Attori protagonisti ma non solo: tutti sono anche co-produttori (ognuno di loro ha lavorato nel film in cambio di una 'quota' dello stesso), e uno di loro (Marco Bonini) è uno degli ideatori nonché co-sceneggiatore insieme alla regista e al famoso scrittore senegalese Mbacke Gadji da anni residente in Italia.
"E' un film fatto col cuore e con tanta fatica - ha dichiarato con un pizzico di orgoglio la Muscardin - che mette in luce chiaramente come nel Senegal di Billo non si muore di fame, non c'è alcuna guerra in corso e tutto è assai più semplice e colorato se paragonato alla Roma in cui arriva dopo un lungo viaggio in cerca di fortuna".
L'amore al centro di tutto, quello per se stessi e per i propri sogni, per la famiglia, per il proprio paese d'origine e le tradizioni ad esso legate. Ma anche la tragedia di chi entra un paese con tanti sogni nel cassetto e si ritrova sulle strade a vendere merce contraffatta per sopravvivere, ad essere vittima di razzismo, prevaricazioni e violenze psicologiche di ogni tipo. "Spero che questo film possa dare speranza ai miei connazionali in difficoltà, a tutti quei milioni di immigrati arrivati in Italia dall'Africa che hanno, ad oggi, una situazione a dir poco disperata - ha dichiarato il protagonista del film Thierno Thiam. "Io ce l'ho fatta, ho passato in Italia la maggior parte della mia vita" - ha continuato l'ormai lanciatissimo attore di cinema e fiction tv - "ormai penso in italiano ma continuo ad agire in senegalese perché avverto ancora ostilità da parte della società, non so se sia per razzismo o per ignoranza, ma è un dato di fatto".
Girato tra Roma, Dakar e M'Bour in Senegal il film si avvale della prestigiosa collaborazione della star musicale senegalese Youssou N'Dour che ha sposato il progetto sia in veste di produttore (con il 30% del budget totale) che di compositore delle musiche tra le quali c'è anche "Borom Gaal", la bellissima versione senegalese del "Barcarolo Romano" di Romolo Balzani, con cui ha vinto il premio come Migliore colonna sonora al New York Syracuse Film Festival 2007. La conferenza si è conclusa con un simpatico retroscena riguardo al prestigioso coinvolgimento del musicista e cantante di Dakar: contattato dagli ideatori del film durante un concerto del suo tour italiano, Youssou N'Dour accettò con entusiasmo di occuparsi delle musiche e volle per forza anche produrre la pellicola. Dopo la firma del contratto N'Dour scomparve dalla circolazione per via dei suoi tanti impegni in giro per il mondo e fu rintracciato solo dopo mesi quando ripetuti appostamenti fuori dal suo studio e salatissimi obblighi contrattuali (il conto del soggiorno dell'intera troupe presso il miglior albergo di Dakar) lo costrinsero ad uscire allo scoperto e a tuffarsi anima, cuore e portafogli in questo importante progetto.