Precari della morte e dell'amore
Non vi fate ingannare dalla locandina e da una lettura troppo superficiale della trama: il nuovo film di Alessandro D'Alatri non è una commedia adolescenziale, nè una commedia romantica, quanto più un film di ampio respiro, in tutti i sensi possibili. E' delicato e profondo quando entra nella sfera emozionale, è un pugno nello stomaco quando spazia in argomenti come il lavoro nero, le morti bianche e la pesante crisi economica che affligge l'Italia, in particolare il Sud. E' un film anche molto importante per il cinema italiano, sia perchè segna l'inizio di una nuova era del low-budget digitale, sia perchè non si limita ad affrontare situazioni che riguardano la sfera sentimentale dei ventenni di oggi ma va assai più in profondità. Sul mare narra la loro insoddisfazione di fondo, l'ingenuità di chi vive una realtà distante dalle grandi città, l'incapacità di essere felici e di godersi la vita, il mondo del lavoro che non offre loro alcuna sicurezza per il futuro. Si racconta il precariato sentimentale e lavorativo di una generazione senza punti di riferimento, dell'immigrazione, dell'abbandono; ma in maniera assai più approfondita si narra la stagionalità, quella degli amori e quella del lavoro, perchè esiste anche un'altra Italia oltre quella dei grandi centri urbani in cui si svolge la vita politica e finanziaria del paese. E' l'Italia della villeggiatura, quella estiva, quella radicata nella terra, nei sapori e nei colori delle località di vacanza, un'Italia che deve fare i conti oltre che con il dritto anche con il rovescio della medaglia.
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Sul mare è dedicato ai giovani, agli amanti del cinema tradizionale fatto di emozioni pure, di sentimenti e di denuncia sociale, ma è anche dedicato a chi sogna di far parte del meraviglioso mondo del cinema. Con l'aiuto del digitale una storia semplice nelle mani di un regista di talento come D'Alatri diventa infatti qualcosa di totalmente nuovo, un viaggio meraviglioso nell'isola di Ventotene, nei suoi fondali, nei suoi anfratti, nel cielo limpido e a volte tempestoso che la sovrasta, nelle case e nel cuore della gente che ci vive.
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Diretto in maniera brillante e movimentata da uno dei più bravi registi italiani in circolazione, il film si dilunga forse un po' troppo nella parte in cui approfondisce il rapporto tra i due innamorati senza andare dritto al sodo. Probabilmente sarebbe stato anche meglio evitare l'onnipresenza della voce narrante, a tratti piuttosto stucchevole, nonostante il film risulti nel suo complesso poetico e al contempo verace, vivace e intenso, allegro ma anche drammatico. Sul mare è però anche un racconto a tinte forti di due giovani vite passate al microscopio, una variazione sul tema della casualità della vita e della sua futilità, un film sull'Amore che sconvolge e travolge tutto e tutti, un sentimento che quando si è giovani profuma di eternità e rende invincibili e impalpabili allo stesso tempo.
Un plauso va a Alessandro D'Alatri per il suo talento di narratore, per l'entusiasmo dimostrato nel mettersi nuovamente in gioco dopo ben sei film con metodi nuovi e due attori sconosciuti, forse non entrambi all'altezza dei due ruoli principali.
Sul mare luccica l'astro di D'Alatri, che non è nascente nè d'argento, ma sicuramente un talento innovativo e impavido, destinato a risplendere ancora a lungo nel cielo notturno del nostro cinema.
Movieplayer.it
3.0/5