Coinvolgente come la sua musica, Piero Pelù ha sentito il bisogno di condividere col suo pubblico la disavventura occorsagli nel 2022 quando, a causa di un errore di un fonico in studio di registrazione, il suo udito è rimasto stato danneggiato. Da questa brutta esperienza è nato Piero Pelù. Rumore dentro, ritratto intimo dell'artista a 360° che non si limita a raccontare le conseguenze dell'acufene cronico che affligge il cantante, ma lo vede relazionarsi con la sua città, con la famiglia, coi Litfiba, con cui è appena stato annunciato un glorioso tour reunion, e col suo passato.
Compagno d'avventura è il regista Francesco Fei che, dopo aver diretto il documentario sui Verdena X sempre assenti, è stato coinvolto in questo viaggio con Pelù, anche in senso letterale, seguendolo nelle sue peregrinazioni in camper, auto o a piedi da Firenze a Livorno, dalla Francia al Marocco. "Questo problema all'udito ha generato reazioni impreviste, come dover rinviare il mio tour, e mi ha insegnato ad avere approccio diverso con il mondo esterno" ha spiegato Piero Pelù, che abbiamo incontrato a Firenze allo storico Festival dei Popoli. "Grazie ai social media ho scoperto che il mio problema ce l'hanno tantissime persone. L'acufene spinge all'isolamento, che è la fine di tutto, perciò ho scelto di raccontare la mia storia che è quella di tante altre persone".
I luoghi dell'anima di Piero Pelù
Piero Pelù. Rumore dentro si apre con una Festa dei Morti a casa del cantante che rappresenta il primo trait d'union tra Pelù e Francesco Fei. Da qui si dipana un cammino di ricerca interiore e autoanalisi scandito da una serie di tappe che vede il cantante recarsi nei suoi luoghi dell'anima in una sorta di solitario pellegrinaggio per ritrovare se stesso dopo che i danni all'udito l'hanno costretto a uno stop forzato.
"A Livorno, sulla scogliera del Romito, ha avuto origine il viaggio in Marocco" ha raccontato Pelù, facendo notare come le immagini di Firenze siano volutamente poche. "Ci sono solo quelle nella cantina di Via dei Bardi in cui tutto ha avuto inizio, girate da me. Non è un caso che le immagini di Firenze siano claustrofobiche e che si aprano nel momento in cui, nel 1993, ho convinto i Litfiba a fare un tour in Francia. Era il 1993 ed è da lì che la band si è consolidata. Prima nessuno ci considerava, a casa mia c'era guerra perché i miei non volevano che facessi l'artista. Ma quella tournee cambiò tutto, diventammo più famosi in Francia che in Italia. Amo Firenze, ma ha sempre avuto i limiti di una città provinciale e io ho sempre cercato di sfuggire a questa logica, a questo passato importante che ha lasciato posto a un presente ristretto."
Dalla ribellione alla maturità
Tra linguacce, tatuaggi e stage diving, Piero Pelù. Rumore dentro è un tuffo nel cuore del rock'n roll italiano degli anni '80/'90, ma è anche la scoperta dell'uomo dietro l'artista che si definisce un "cittadino cantante" mentre rivendica la propria ideologia e il proprio sistema di valori. "Le cazzate che facevamo a vent'anni me le ricordo tutte" ha raccontato Pelù "ma quando arrivi a 64 anni incominci a dare molto valore alle cose che hai avuto la fortuna di vivere. Da giovane vivi tutto con molta velocità, poi arrivano i figli e devi condividere la tua esperienza con creature pure, inesperte del mondo. Fare un paragone con gli anni '80 è impossibile, eravamo liberi e selvaggi. Oggi i diritti civili vengono messi in discussione, ci ritroviamo più simili a 100 anni fa che non 40 anni, quando il fascismo cresceva indisturbato".
La ricetta per sfuggire ai mali del presente
Molto critico sulla situazione politica attuale, il cantante, che in passato ha anche ricoperto la carica di consulente artistico per il teatro di Campo Bisenzio, ha rincarato la dose denunciando: "Oggi i politici stanno facendo a pezzi tutto lo stato sociale e civile. Questa per me è più un'epoca di consapevolezza che di spensieratezza. Ma quando giro col camper o quando suono e compongo cerco di essere spensierato altrimenti diventerei pesante e sono cosciente di dover mediare le varie tendenze della mia personalità".
Il leader dei Litfiba è consapevole anche che dovrà convivere per sempre col disagio dell'acufene dato che "si investe in viaggi interplanetari totalmente inutili, tagliando fondi alla ricerca. Oggi i media ci invitano a diventare accumulatori seriali. Come fare per essere liberi? Essere noi stessi contro tutto e tutti. Essere se stessi è rivoluzionario anche se oggi la propaganda tende a mostrificare ciò che non è allineato. La sfida è essere informati, ma divertirsi. Se non ci si diverte siamo già allineati al sistema".