Si può cambiare la vita degli altri solo con la propria presenza, intesa come quel mix composto da carisma, arte, sensibilità e opinioni coraggiose? Sicuramente sì e cerca di spiegarlo Giancarlo Scarchilli nel suo documentario Pier Paolo Pasolini - Una visione nuova, presentato al Torino Film Festival, passato per tre giorni nelle sale e marzo e ora finalmente in homevideo grazie a Mustang.
Un documentario che attraverso interviste, immagini di repertorio, filmati rari (tra i quali la sequenza dei suoi funerali con tantissima gente a seguire il feretro fino a Campo de' Fiori) e scene di film, trasuda soprattutto grande affetto e vera passione per Pier Paolo Pasolini in tutte le sue varie espressioni che lo hanno reso un intellettuale a tutto tondo: poeta, scrittore, regista, giornalista. Ma è un'opera dalla quale emerge soprattutto la capacità dell'artista di influenzare la vita degli altri facendone emergere il lato artistico.
La capacità di cambiare la vita degli altri
Quello che colpisce in Pier Paolo Pasolini - Una visione nuova, e che lo rende diverso dai tradizionali documentari o delle numerose opere dedicate al regista di Uccellacci e uccellini, è infatti il focus centrato sulla sua indubbia capacità di scovare talenti, di vedere negli altri qualcosa che nemmeno loro stessi sapevano di avere. Durante la visione si definisce Pasolini un vero "rabdomante del talento", in possesso quindi della magica dote di fornire al fortunato di turno le chiavi per capire e seguire il suo destino. Anche attraverso il suo tocco, come per una sorte di contaminazione.
E allora vai con la scoperta dell'abilità alla regia di Bernardo Bertolucci o della scrittura di Vincenzo Cerami. Ma soprattutto la trasformazione da imbianchino ad attore e artista a tutto tondo di Sergio Citti, che ha avuto un ruolo fondamentale nel percorso di Pasolini, per la scoperta della borgata romana e dei suoi personaggi autentici, reali nella loro semplicità, dai quali nacque la magia di Accattone. Ma scorrono altri personaggi della vita di Pasolini, l'importanza di Laura Betti e di David Grieco, e poi lo scenografo Dante Ferretti, il montatore Nino Baragli, il direttore della fotografia Delli Colli, un Ninetto Davoli messo addirittura in scena con Totò, e tanti altri ancora.
Una figura scomoda e dirompente dalla quale non si finisce di imparare
Un documentario su Pasolini poteva sembrare qualcosa di già visto, ma per smarcare questa insidia Giancarlo Scarchilli ha non solo scelto l'accattivante taglio dell'opera appena descritto, ma ha anche dato un ritmo veloce alla successione delle testimonianze e dei racconti di artisti, personaggi del mondo del cinema, intellettuali e giornalisti (Verdone, Veltroni, Avati, Luchetti, De Cataldo e ancora tantissimi altri), che inondano lo spettatore con un profluvio di parole, frasi e ricordi sulla figura di Pasolini, senza annoiare nemmeno per un secondo e senza mai scadere in banalità.
Il tutto con il pregio della brevità, solo 71 minuti, restando all'essenziale, senza prolungarsi in nulla che sarebbe stato inutile. Per concludere che in fondo Pasolini è sempre vivo, tra noi, attraverso le sue opere, i suoi insegnamenti, ma soprattutto per quello che è stato. Perfino a oltre cent'anni dalla nascita e a 48 dalla sua morte, c'è ancora qualche suo lato da analizzare e su cui riflettere, perché da una figura così scomoda e dirompente, dalle sue opere artistiche, dalle sue denunce, non si finisce mai di imparare.
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Il DVD: video a audio soddisfacenti, ottimi gli extra
Come detto, ora Pier Paolo Pasolini - Una visione nuova è disponibile in homevideo grazie al DVD Mustang-MG Production. Il video è buono nelle interviste recenti per dettaglio e vivacità cromatica, mentre i filmati di archivio risentono ovviamente degli anni sulle spalle quanto a pulizia, stabilità del quadro e rumorosità, ma in ogni caso le sbavature non superano mai una certa soglia e la visione scorre piacevole. L'audio in Dolby digital riproduce correttamente dialoghi, interviste e musica, con buona pulizia ma comprensibilmente una spazialità limitata vista la tipologia del documentario. Ottimi gli extra: troviamo innanzitutto un'intervista a Giancarlo Scarchilli a cura di Marco Spagnoli di ben 30 minuti, nalla quale il regista racconta l'idea sul documentario, la sua realizzazione, la sua esperienza con Pasolini, l'incontro con Citti e tanti aneddoti sugli altri protagonisti del docimentario che sono venuti a contatto con il poeta. A seguire Io so, sul famoso articolo pubblicato sul Corriere della Sera nel 1974 e sul suo seguito. A chiudere, oltre al trailer, la featurette L'unicità di Pasolini (5'), sulle caratteristiche assolutamente peculiari dell'artista.
Conclusioni
A conclusione della recensione di Pier Paolo Pasolini - Una visione nuova, riconosciamo a Giancarlo Scarchilli che ha realizzato il documentario una certa originalità per aver dato un taglio che non ripercorre i tanti lavori giù usciti sull’artista, puntando soprattutto sulla sua capacità di cambiare le vite degli altri e rivelarne i talenti nascosti.
Perché ci piace
- Il buon ritmo col quale si susseguono interventi e filmati d’archivio.
- L’incredibile quantità di personaggi tirati in ballo.
- Il taglio dato al documentario per far emergere la capacità di Pasolini di cambiare la vita a tante persone.
Cosa non va
- Gli interventi degli addetti ai lavori più famosi non destano la stessa curiosità delle vecchie testimonianze e dei filmati di archivio.