Pianeta Zombi
Il giorno degli zombi chiudeva (il passato è d'obbligo visto l'ormai prossima uscita di La terra dei morti viventi) una saga che George A. Romero aveva iniziato nel '68 con La notte dei morti viventi e che era proseguito con Zombi. Dei tre capitoli fu il meno acclamato ma forse il più vicino all'idea che aveva spinto il regista a realizzare la trilogia: l'horror incarnato dal cadavere ambulante per attuare una feroce apologia politica e sociologica funzionale ad uno "smembramento" delle convinzioni politiche e militari di un'America destinata in modo lento ma inesorabile al tracollo finale. Sposata questa chiave interpretativa per decodificare il leit motiv centrale della pellicola, la vicenda narrativa diviene emblematica del modo di fare romeriano.
Il pianeta terra è ormai alla merce' degli zombi che sembrano aver soppiantato gli esseri umani nel controllo del mondo in superficie. Il contagio è ormai dilagante, gli zombi sono la nuova specie dominante. Ai pochi sopravvissuti non resta che rifugiarsi sottoterra dove un manipolo di militari e alcuni scienziati cercano di affrontare a modo loro la situazione. Sospinti da intenti futili di mera sopravvivenza e da reazioni iperviolente, i soldati dell'esercito fanno da contro altare all'assurdo atteggiamento di uno scienziato pazzo convinto di poter educare e socializzare alla civiltà e ai nostri valori culturale i morti viventi. E così tra scontri verbali e corporei da un lato e assurdi esperimenti umani dall'altro, si consuma l'ultimo scampolo di umanità di un gruppo letteralmente dominato dal panico e dall'irrazionalità. Fino all'agghiacciante epilogo. Apocalittico, claustrofobico, davvero un'opera intelligente. Se il punto di partenza del quarto capitolo della saga sarà questo, il nuovo film di Romero centrerà sicuramente il bersaglio. Perfetto il cast di attori dove spiccano per presenza scenica e bravura interpretativa Lori Cardille, Richard Liberty e Joe Pilato.
Come sempre grandissimo il make up e l'effettistica di Tom Savini, l'artigiano del trucco preferito dal regista americano e non solo.