Inutile negarlo: l'11 Settembre 2001 ha cambiato il mondo.
Non parliamo solo delle ovvie conseguenze socio-politiche di quel dramma, ma del modo in cui l'attentato alle Torri Gemelle sia entrato di prepotenza nell'immaginario collettivo, una ferita aperta per tutta la civiltà occidentale. Ma tali ripercussioni vanno oltre quella tragedia in quanto tale e si notano nel senso di insicurezza, o meglio dall'ossessione per la sicurezza, che imperversa ed ha reso giustificabili le intromissioni forzate delle autorità nelle vite di molti, per scrutare e prevenire ulteriori tragedie.
E' da questa ossesione/paranoia che nasce la nuova serie prodotta da J.J. Abrams e scritta da Jonathan Nolan (fratello del Christopher del Cavaliere Oscuro), dall'uso di tecnologie all'avanguardia per tenere sotto controllo la popolazione, alla ricerca degli indizi di ulteriori minacce alla sicurezza dei cittadini. Teconologie fantascientifiche? C'è chi giura di no, ma potrebbero essere i soliti complottisti.

E' qui che intervengono i protagonisti della serie: Mr Finch e Reese. Il primo è un eccentrico milionario, esperto di sistemi informatici e progettista del software che si occupa di scandagliare i dati ed identificare le minacce. Finch riceve dalla macchina i codici di previdenza sociale di privati cittadini, e niente altro. Non sa se saranno vittime o carnefici, nè come e quando si verificherà il crimine che li vedrà protagonisti. Siamo lontani, quindi, dall'evoluto sistema di prevenzione ipotizzato da Philip K. Dick, e nel 2002 dal film Minority Report, ma questa approssimazione rende ancor più realistica, e preoccupante, la macchina di Person of Interest.
Ricevuto il codice, Finch può fare molto poco, anche a causa dei suoi limiti fisici; non è certo un uomo d'azione, ha quindi bisogno di qualcuno che faccia il lavoro, a volte rischioso, sul campo, che indaghi per capire in che modo la persona segnalata possa essere coinvolta in un futuro crimine, per prevenirlo e sventarlo. E' un qualcuno che Finch identifica in Reese, ex agente CIA creduto morto ed allo sbando.

A questo si aggiunge, col passare degli episodi, un certo collegamento tra alcuni dei crimini affrontati a dare un senso di maggiore profondità alle indagini di Finch e Reese, che dovranno anche evitare di attirare troppo l'attenzione delle autorità, inevitabilmente interessate al loro lavoro da vigilanti, un aspetto incarnato in particolare dal personaggio di Carter, detective interpretato dall'attrice Taraji P. Henson. La struttura autoconclusiva consente di affiancare di volta in volta, come guest di puntata, volti più o meno noti dell'ambiente televisivo, da Linda Cardellini ad Enrico Colantoni, Alan Dale ed Enver Gjokaj, giusto per citarne alcuni.

Rispetto ai tanti procedurali in circolazione negli ultimi tempi, anch'essi spesso caratterizzati da una costruzione ed una scrittura di livello più che discreto, Person of Interest ha il merito di aggiungere interessanti riflessioni sulla società dell'ultimo decennio e le sue ossessioni, muovendosi in un'area grigia in cui il senso della morale si fa ambiguo.