Da quali elementi si evince la fama di un attore o di un cantante? Da quanti dischi vende? Da quanti premi riceve per le sue interpretazioni? Indubbiamente. Ma c'è anche un'altra via, più goliardica. I contest dei sosia. Nei giorni scorsi, in parti diverse del mondo, presunti "gemelli" di Timothée Chalamet - che si è addirittura presentato a sorpresa a New York -, Harry Styles e Paul Mescal si sono radunati per decretare chi fosse il più simile alle tre star. A Dublino, dove la posta in gioco erano 20 sterline, in molti hanno scelto un outfit preciso: maglione grigio e pantaloncini corti. Un omaggio alle foto di Mescal in abbigliamento sportivo che hanno fatto il giro dei social.
L'attore irlandese, classe 1996, che in soli quattro anni si è visto la vita stravolta diventando uno degli interpreti più richiesti e influenti del cinema europeo e statunitense. Una finestra temporale cortissima se si pensa al fatto che Ridley Scott lo abbia scelto per essere il protagonista de Il gladiatore II. Il sequel di un film diventato un classico e un'eredità importante tutta sulle spalle di un interprete che, oltretutto, ha legato finora il suo volto ad un cinema indipendente. Un ingresso a Hollywood dalla porta principale e la responsabilità di attirare il pubblico il sala.
Galeotta fu Sally Rooney
Tutto ha avuto inizio nel 2020 in piena pandemia. L'anno dell'uscita di Normal People, la miniserie diretta da Lenny Abrahamson e Hattie Macdonald basata sull'omonimo romanzo di Sally Rooney. Sullo schermo due giovani attori sconosciuti: Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal. Rispettivamente Marienne Sheridan e Connell Waldron, due studenti liceali prima e universitari poi di cui seguiamo la complessa relazione umana e sentimentale nel corso degli anni. Dodici episodi per un totale di circa sei ore. Questo è bastato per dare vita a due stelle del cinema contemporaneo.
In un anno in cui, per colpa della pandemia, i contatti tra esseri umani erano nulli o ridotti al minimo, vedere le interazioni tra Marienne/Daisy e Connell/Paul ha amplificato ancor di più la forza del racconto della scrittrice irlandese. Un successo immediato e planetario e l'inizio di una carriera che non ha subito nessuna battuta d'arresto. Anzi, è cresciuta titolo dopo titolo per entrambi senza mai sbagliare un copione.
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Paul Mescal: una serie di scelte vincenti
L'esordio sul grande schermo - dopo i videoclip di Scarlet dei Rolling Stones e Savior Complex di Phoebe Bridgers - glielo regala Maggie Gyllenhaal nel 2021 con l'adattamento di un'altro romanzo, The Lost Daughter di Elena Ferrante, al fianco di Olivia Colman e Dakota Johnson. L'inizio di una carriera sul grande schermo fatta di scelte tutt'altro che scontate dopo un successo fulmineo come quello di Normal People che lo avrà visto subissato da qualsiasi tipo di proposta.
Ma Paul Mescal ha dimostrato di avere le idee chiare su dove voleva che andasse la sua carriera. Un cinema indipendente, autoriale, fatto di ruoli complessi, di esordi e generi sempre nuovi. Dal dramma psicologico God's Creatures di Saela Davis e Anna Rose Holmer a Carmen, dramma musicale diretto dall'esordiente Benjamin Millepied passando per Il nemico, thriller psicologico di fantascienza di Garth Davis dove divide lo schermo con Saoirse Ronan o All of Us Strangers, splendido e non sufficientemente apprezzato film di Andrew Haig in cui porta in scena l'adattamento del romanzo di Nobuhiko Obayashi insieme a Andrew Scott.
Ma il lungometraggio che ha cambiato tutto è senza dubbio Aftersun di Charlotte Wells. Un altro esordio per una storia semi-autobiografica che ha fatto il suo debutto a Cannes 2022 per poi vincere quattro Bafta e vedere Paul Mescal conquistare la sua prima nomination agli Oscar come miglior attore protagonista per il ruolo di Calum. Un giovane padre che, negli anni Novanta, parte per una vacanza con la figlia undicenne trascorrendo con lei dei giorni in un resort turco. Un film potente sulla forza del ricordo che, nella sua atmosfera malinconica, ci regala il ritratto di una figura paterna inedita, tra fragilità e solitudine.
Il nuovo gladiatore
Paul Mescal incarna il nuovo anche nel suo approccio alla popolarità. Quando uscì Normal People, l'attore aveva un profilo Instagram che ha deciso di chiudere poco dopo l'impennata della sua fama. Una forma di protezione che molti altri colleghi suoi coetanei hanno messo in atto. Se oggi si cerca il suo nome sul social usciranno decide di profili creati da fan che collezionano sue foto e addirittura un account, Connell Waldron's Chain, dedicato alla collanina d'argento che il suo personaggio indossa nella serie con Daisy-Edgar Jones.
Figlio di un ex insegnante e di una poliziotta, cresciuto a Maynooth, una cittadina al nord della contea di Kildare, in Irlanda, che conta meno di 20 mila abitanti, Mescal si è ritrovato sulle copertina di qualsiasi magazine e sui cartelloni pubblicitari di mezzo mondo. Sempre su Instagram gira un video di lui a Tokyo intento a fotografarne uno, gigantesco, de Il gladiatore. Una sensazione elettrizzante, ma che può far perdere la bussola interiore se non gestita in modo appropriato. È per questo che l'attore ha parlato anche dell'importanza dell'analisi per tentare di mantenere i piedi per terra. Una scelta personale che si traduce anche in un messaggio positivo sull'importanza della salute mentale che, magari, può fare la differenza per uno dei tanti fan più giovani che lo seguono.
Tra teatro e ruoli futuri
Prima ancora di vederlo sul piccolo schermo, Paul Mescal ha mosso i primi passi nel mondo della recitazione sulle assi dei teatri di Dublino misurandosi con classici come Il grande Gatsby, Sogni di una notte di mezza estate o Ritratto dell'artista da giovane. Per poi, nel 2020, debuttare a Londra nel ruolo che fu, tra i tanti, di Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio. Un ruolo quello di Stanley Kowalsky che sta pre riprendere sia a Londra che a New York.
Sul versante cinematografico, mentre si vocifera che l'attore presterà il volto a Paul McCartney in uno dei quattro film dedicati ai Beatles che Sam Mendes ha intenzione di far uscire nel 2027, Paul Mescal ha confermato che tornerà a lavorare con Ridley Scott nel post-apocalittico The Dog Stars. Tra i titoli in post-produzione, invece, The History of Sound di Oliver Hermanus. Un dramma storico romantico in cui Mescal divide lo schermo con Josh O'Connor e di cui sarà per la prima volta produttore esecutivo. La storia di due giovani durante la prima guerra mondiale che decidono di registrare le vite, le voci e la musica dei loro connazionali americani e, nel mentre, si innamorano.
Altro film molto atteso è Hamnet, il ritorno al cinema della regista premio Oscar Chloé Zhao dopo Eternals in cui l'attore interpreta William Shakespeare in un momento preciso della sua vita: la stesura dell'Amleto mentre sua moglie Agnes (Jessie Buckley) lotta per superare la perdita del suo unico figlio che dà il titolo al film. Tutte pellicole importanti e dai generi più disparati a riconferma della voglia di Paul Mescal di cambiare e sperimentare sempre per non lasciarsi definire
da un'etichetta.
Ma tra tutti i film in cui lo vedremo, il più interessante è sicuramente Merrily We Roll Along di Richard Linklater. La storia di un talentuoso compositore di Broadway, Franklin Shepard, che abbandona la carriera teatrale a New York e i suoi amici per produrre film a Los Angeles. Un titolo che verrà girato, similmente a Boyhood nel corso di vent'anni, con la data di uscita fissata per il 2040. Dovremmo aspettare un po' per vederlo. Anche se, ne siamo certi, nei prossimi anni Paul Mescal continuerà a regalarci ruoli memorabili.