Il Festival di Locarno ci ha concesso l'opportunità di incontrare Paul Dano, uno dei giovani attori più interessanti del panorama americano. Nonostante l'estrema riservatezza che lo contraddistingue, il protagonista de Il petroliere e Un perfetto gentiluomo si è messo in gioco sul grande schermo nel ruolo dell'irresistibile Calvin Weir-Fields, scrittore con il blocco creativo 'bloccato' anche nella vita reale visto che l'unico amico è il fratello, non riesce a superare l'abbandono da parte della sua ex, anche lei scrittrice, e passa il suo tempo libero sul lettino dello psicanalista. Ma un bel giorno tutto cambia quando Calvin sogna una rossa di nome Ruby... Ruby Sparks.
Paul, noi di Movieplayer.it siamo molto felici di incontrarti perché sei un attore incredibile e ti sei fatto notare in ruoli molto complessi. Come combini tecnica ed emozione?
Paul Dano: Difficile rispondere. Può sembrare un clichè, ma ogni volta che mi avvicino a un nuovo ruolo sono terrorizzato. Poi, quando sono entrato nella storia, lascio che siano il personaggio e la sceneggiatura a entrare dentro di me. Ci sono cose che faccio tutto le volte e ci sono aspetti nuovi in ogni lavoro perciò cerco di essere il più possibile aperto e di apprendere tutto il possibile dalla sceneggiatura. Nel caso di Calvin, il protagonista di Ruby Sparks, mi sono concentrato sugli elementi che lo caratterizzavano: il rapporto difficile con il padre, il fatto che il fratello fosse anche il suo unico amico, i suoi problemi con le donne. Tutti questi elementi rappresentano una fonte di ispirazione. Una volta che tutti i vari dettagli hanno preso forma dentro di me ho a disposizione un background su cui costruire il mio personaggio.
In Ruby Sparks ci sono molte scene fisiche, per esempio quella in cui Calvin capisce di non essere pazzo e quelle sono molto impegnative da girare. La scena finale del film, quella in cui Calvin dimostra a Ruby di poterla controllare con la scrittura, è stata girata nel corso di una notte. Alla fine Ruby sviene, ma anche io sono quasi svenuto perché era estremamente impegnativo. In questo caso la fortuna è stata quella di poter provare le scene a casa con Zoe, così da capirne a fondo la dinamica.
Calvin è un personaggio autobiografico?
Zoe sapeva di non poter scrivere un personaggio che fossi realmente io perché non l'avrei interpretato, ma sicuramente una parte di me è in Calvin. Zoe ha scritto un personaggio che rappresentasse una sfida attoriale, che fosse molto vicino a me senza però essere me. Sapeva quali sono gli aspetti che mi interessa toccare come interprete. La difficoltà principale è mettere una parte di me nel personaggio senza essere realmente me stesso. Il fatto di interpretare uno scrittore è stato interessante perché, come nel caso dell'attore, è un mestiere artistico, ma di natura completamente differente così non si creano sovrapposizioni.
Che cosa rappresenta Ruby Sparks nella tua carriera?
Questo è il film più importante della mia carriera. (ride). In realtà ogni film che faccio è speciale, ma stavolta è stato bellissimo perché ho potuto lavorare con Zoe ed è stato bellissimo condividere questa esperienza.
E' stato difficile lavorare con la tua fidanzata? Hai collaborato con lei, le davi consigli nella fase di scrittura?
Si, Zoe mi ha portato le prime dieci pagine di sceneggiatura e da lì il progetto si è sviluppato. Abbiamo deciso di farlo insieme, abbiamo pensato al tono dell'opera, quale regista sarebbe stato adatto a dirigere il film, ma non abbiamo mai avuto dubbi perché per noi Jonathan Dayton e Valerie Faris sono stati la prima scelta.
Si, è vero. Mi è dispiaciuto non essere presente, ma sono molto eccitato per la proiezione di Ruby Sparks in Piazza Grande. Jonathan e Valerie sono riusciti a tirar fuori il meglio di ogni attore in Little Miss Sunshine. Io lavoro solo con registi di cui mi fido al 100% e mi affido completamente a loro. E' la cosa migliore per un attore, poter dare tutto ciò che si ha al proprio regista.
Com'è stato tornare a lavorare a lavorare con Jonathan e Valerie dopo sei anni?E' cambiato qualcosa?
In questi anni siamo rimasti amici e ci siamo tenuti in contatto. Ruby Sparks è un progetto più intimo del precedente, abbiamo collaborato tutti e quattro insieme per far crescere il film e farlo diventare quello che è.
Tu sei un'icona del cinema indie e di recente sei approdato al cinema mainstream con Cowboys & Aliens. Quale dei due universi preferisci? Percepisci la differenza a livello produttivo?.
No, per un attore non c'è differenza. Il lavoro è lo stesso quindi a livello interiore non si percepisce differenza. Mi sono trovato a recitare con due ottimi interpreti come Sam Rockwell e Daniel Craig. A livello esteriore il budget è più elevato, lavori con una troupe più numerosa, sei circondato da tante persone, ma è il contorno che è diverso perché i meccanismi della recitazione non cambiano.
In realtà ne ho molti, ma quando ho iniziato a fare questo mestiere gli interpreti che mi hanno ispirato sono stati Jack Nicholson e Dustin Hoffman. Se guardi film come Un uomo da marciapiede o Kramer contro Kramer capisci realmente cosa significa recitare. Un altro attore che ammiro molto è Daniel Day-Lewis. Lavorare con lui è stato davvero d'ispirazione per me.
E Antonio Banderas in Ruby Sparks?
E' stato grandioso, esilarante. Non pensavo che avrebbe accettato di interpretare un uomo di nome Mort, e invece mi ha stupito. E' una forza della natura.
Sappiamo che stai girando il nuovo film di Steve McQueen. Che cosa puoi dirci al riguardo?.
Ho appena finito le riprese e sono volato direttamente qui a Locarno. E' stata un'esperienza incredibile, Steve McQueen è un grande regista, lo adoro. Il film sarà molto forte e interessante.