Recensione Le passeggiate al Campo di Marte (2004)

Il film racconta gli ultimi mesi di vita di François Mitterand, storico presidente francese in carica per quasi 3 lustri

Parole, parole, parole...

Tratto da un celebre libro-intervista di Georges-Marc Benamou (qui autore anche della sceneggiatura), il nuovo film di Robert Guédiguian, Le passeggiate al Campo di Marte, presentato al Festival di Berlino, racconta gli ultimi mesi di vita di François Mitterand, storico presidente francese in carica per quasi 3 lustri.

Come il libro da cui è tratto, il film ha uno svolgimento estremamente semplice e anti-cinematografico: come fossero tante interviste, appunto, si susseguono dialoghi (o ad essere più precisi molto spesso monologhi) sulla politica, sul passato, perfino sulle donne e sul cibo, intervallati da scene, spesso inutili e incoerenti con il resto della narrazione, in cui ci è dato di seguire le vicende anche dell'intervistatore, Antoine. Queste scene, ovviamente non contenute nel libro, non solo sono le più deboli dell'intera pellicola ma anche fuori contesto, per di più girate senza convinzione e senza nessuna vera funziona narrativa se non quella di interrompere per un po' quel lungo fiume di parole che rappresenta l'anima del film.

E qui arriviamo al secondo grande problema dell'opera, quello che ci costringe a dare un giudizio negativo al film, ovvero la difficile fruibilità della pellicola e il reale interesse del pubblico internazionale nei confronti dei suoi contenuti: è certamente indubbia l'importanza e l'influenza di un personaggio quale Mitterand, è innegabile anche il fascino che scaturisce dalla sua persona, ma quanti, che non siano francesi, sono in grado di apprezzare tutte le sfumature e tutti i fatti citati dal Presidente? Quanti sono davvero in grado di comprendere e seguire la situazione politica francese (nemmeno più così attuale) tanto da riuscire a resistere per due ore intere ad un film che di film non ha quasi nulla? Certo, ci sarebbe l'interpretazione davvero eccezionale di Michel Bouquet, ma non è detto che possa bastare. Per noi almeno così non è stato.

Movieplayer.it

2.0/5