Il Paradiso si può trovare in uno sperduto villaggio tra le montagne dei Friuli, perché no. Ne sa qualcosa il regista Davide Del Degan che finalmente celebra l'uscita al cinema del suo progetto del cuore, Paradise - Una nuova vita, suo esordio al lungometraggio di finzione. Il film, in uscita nei cinema del Nord Est dal 30 settembre e in tutta Italia dall'8 ottobre con Fandango, racconta le disavventure di un giovane siciliano, venditore di granite, che decide di fare la cosa giusta ed entra nel programma di protezione testimoni dopo aver denunciato un killer. Il programma lo porterà lontano dalla sua isola, fino al gelido Sauris, dove Calogero sarà costretto a reinventarsi. E con lui anche il killer, finito per sbaglio nel suo stesso paese.
Davide Del Degan ha firmato la sceneggiatura di Paradise - Una nuova vita insieme ad Andrea Magnani, che è anche produttore del film. "Io e Andrea cercavamo una storia da raccontare assieme, abbiamo sentito il bisogno di affrontare il tema della redenzione" ci racconta. "Spesso mi sono chiesto 'Riuscirei a trovare la forza di ricominciare da capo?' Così abbiamo raccontato una storia di personaggi calati in un universo assurdo per loro che provano a reinventarsi e darsi una nuova possibilità".
Alla ricerca della verità per coinvolgere il pubblico
Un esordio alla finzione a lungo atteso, quello di Davide Del Degan, che ha coccolato il suo progetto per anni in attesa del momento opportuno, come spiega lui stesso: "I tempi per sviluppare un film di finzione non sono semplicissimi. Abbiamo avuto una produzione e una pre-produzione molto lunga. La nostra è una piccola produzione che cerca di raccontare storie di cui si è innamorata. Abbiamo cercato il giusto compromesso economico per raccontare questa storia nel modo opportuno. A livello personale, a un certo punto devi imparare ad accantonare la storia. Mi sono dedicato ad altro e al momento opportuno mi sono rituffato nella vicenda. Poi ho incontrato Vincenzo Nemolato e Giovanni Calcagno, è stato amore a prima vista".
Oggetto atipico, Paradise - Una nuova vita si distanzia dall'ironia sbruffona di tante commedie all'italiana optando per toni sommessi e uno humor sottile, venato di malinconia. Il regista ci tiene a sottolineare come la scelta di non aderire al tono da commedia classica si legata al rispetto nei confronti dei personaggi: "Il punto di partenza era cercare uno sguardo che ci desse spunti per parlare di un tema molto serio con l'ironia che piace a me, più sorrisi che risate. Con la storia si è sviluppata la necessità di dare il giusto rispetto a storie importanti di uomini al confine. Nel cercare di rendere giustizia a questi elementi abbiamo deciso di mantenere l'ironia avvicinandoci alle storie e ai personaggi con verità. Questo per me è l'unico modo per poter coinvolgere il pubblico".
Paradise - Una nuova vita, la recensione: non è un paese per siciliani
La factory del Friuli Venezia Giulia
A differenza di tanti colleghi che puntano su Roma, Davide Del Degan ha scelto di raccontare i luoghi in cui ha sempre vissuto e vive tutt'oggi. Nel 2016, insieme al collega Thanos Anastopoulos ha firmato L'ultima spiaggia, documentario dedicato allo storico Pedocin, stabilimento balneare di Trieste dove esiste ancora un muro che separa uomini e donne. E sono molti i cineasti friulani che nell'ultimo decennio si sono affacciati alla ribalta facendo ipotizzare all'esistenza di una vera e propria factory.
"In realtà siamo un gruppo di amici cresciuto sognando di poter raccontare storie da sempre" confessa Davide Del Degan. "A Matteo Oleotto mi lega un percorso fin dai primi corti, ci scambiavamo riflessioni sulle nostre esperienze, ci aiutavamo a vicenda, Con Ivan Gergolet c'è un'amicizia che ci lega da tanti anni, ci confrontiamo quotidianamente. E poi c'è Alberto Fasulo, siamo un gruppo molto unito. Ci vogliamo molto bene, ci seguiamo, siamo uniti dalla voglia di raccontare delle storie. Un altro punto di forza sta nella la scelta di voler raccontare il nostro territorio, che è pieno di storie interessanti. In più siamo stati in grado di creare un sistema produttivo che funziona, con la Film Commission Friuli Venezia Giulia. Questa commistione ha fatto sì che nascesse una realtà cinematografica fatta di tante professionalità e così oggi sono in molti i registi che scelgono di girare in Friuli".