Tony Curran e Billy Howle sono tra i protagonisti di Outlaw King, film di David MacKenzie, disponibile dal 9 novembre su Netflix, che racconta la storia di Robert The Bruce, re di Scozia che portò il suo paese nelle Guerre di indipendenza contro l'Inghilterra.
Chris Pine, che ritrova il regista David Mackenzie dopo Hell or High Water, disponibile sempre sulla piattaforma di streaming, interpreta Robert I di Scozia, e, essendo americano, per l'occasione ha dovuto studiare l'accendo scozzese, mentre non hanno bisogno di lavorare sulla propria pronuncia Tony Curran e Billy Howle, che danno corpo rispettivamente ad Angus Macdonald, alleato di Robert, e Edoardo II d'Inghilterra, considerato un invasore dagli scozzesi.
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I social media come un campo di battaglia
Abbiamo incontrato i due attori a Londra, dove, scherzando, ci siamo lanciati in un paragone tra le diverse sequenze del film in cui i protagonisti combattono mentre parlano alle discussioni accese sui social: "Le piattaforme social, Twitter, Instagram, Facebook servono alle persone per sfogarsi, alcuni lo fanno, esprimono le loro opinioni, che agli altri piaccia o no, ma poi, se non sei d'accordo con qualcuno, che magari fa il troll, una parte adorabile dell'umanità, diventa davvero spiacevole" ci ha detto Curran, proseguendo: "È una piattaforma social, ti è permesso non essere d'accordo e sfogarti, ma quando si va oltre arriva il momento di mettere da parte l'ascia di guerra. Diventa impossibile, ci sono molte culture, è provato che ti trovi in grossi guai. Puoi morire, puoi essere attaccato. La cosa divertente è che i ragazzini o anche quelli più grandi, basano tutto sui like, su quanti ne hai, quanti followers... dovremmo mettere giù i telefoni. Anche se mia moglie dice che sto sempre attaccato al mio dannato telefono."
D'accordo Howle: "È sgradevole, perfido: le parole sono sempre state molto potenti, il linguaggio è potente, può diventare un'arma. Sotto questo punto di vista certamente, ma in termini globali credo sia un uso sbagliato di una piattaforma che è stata creata per unire le persone. Purtroppo è diffuso anche in termini di vantaggio politico, di distruggere la reputazione di qualcuno, calunniare o cose del genere, ed è sbagliato. Anche perché allora la lealtà aveva un significato molto più grande rispetto ad oggi."
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Combattere per ciò in cui si crede, anche se è un'idea folle
L'idea di Robert The Bruce di ribellarsi al dominio inglese e riunificare la Scozia in un certo senso era folle: pochi uomini contro un esercito numeroso e potente. Eppure in molti hanno deciso di seguirlo comunque. Quanto è difficile seguire qualcuno, anche se credi in lui, quando vuole fare qualcosa che sembra insensato? Secondo Curran: "Nel caso di Robert The Bruce seguirlo era un azzardo: le probabilità erano contro di lui, ma penso che se credi profondamente in qualcosa... citando John Maclean: 'Potete avere il mio corpo, ma non piegherete il mio spirito, potete prendervi i miei vestiti ma non prenderete mai la mia dignità, potete togliermi dalla lotta ma non mi toglierete mai la lotta da dentro'. Se credi davvero in qualcosa, al punto di essere disposto a morire, capisci cosa voleva fare Bruce. Si è sacrificato in diversi modi."
Per Howle: "Una cosa molto importante all'epoca era la lealtà a qualcosa considerato il bene più grande: l'arena politica al tempo era molto diversa da quella di oggi, ma in un certo senso era solo meno sofisticata. Il sistema era molto diverso: il re, o il tuo leader, era considerato scelto da dio, e in un certo senso è così anche oggi, ma all'epoca era davvero così. Nessuno si faceva domande sulla propria libertà e se le faceva, come vediamo in questo film, la sua vita era in pericolo."