Ah, la famiglia. Crogiolo di apparenze e velleità, bugie e mezze verità, sotterfugi e incomprensioni. Quanto sarebbe più facile, invece, affrontare il nucleo familiare - spesso espanso tanto da toccare pure i vicini di casa - senza la paura di dire, finalmente, quello che uno pensa. Del resto, l'unica cosa che non possiamo sceglierci è proprio la famiglia. Nasciamo già marchiati e già segnati da un destino (quasi) scritto. E allora, anche il senso della fortuna può cambiare in base al nostro albero genealogico che, a seconda delle sue radici, può innalzarci verso un futuro splendente oppure affossarci in un'esistenza da cui è impossibile - o quasi - scappare. Ma, come dimostra il film che vi raccontiamo nella nostra recensione di Our Ties (Les Miens, titolo originale), nulla è più bello e liberatorio che affrontare di petto i propri, strettissimi parenti.
Un materiale narrativo di per sé interessante che Roschdy Zem tramuta in una commedia disfunzionale, diretta e scritta insieme a Maïwenn, in cui si ritaglia, tra l'altro, il ruolo di un co-protagonista borioso ed egocentrico. Presentato in Concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia Our Ties è, appunto, uno spaccato intimo in cui ci si può rispecchiare, venendo invasi da un turbinio di parole e concetti - nello stile tipicamente francese - in cui non si fanno prigionieri. Un tutti contro tutti racchiuso in ottantasei minuti, che il regista taglia sugli occhi dei protagonisti e sulle loro incessanti e opprimenti parole, mischiate alla colonna sonora di Maxence Dussère, che viaggia quasi parallela agli umori dei personaggi.
Due fratelli agli opposti
La storia? Come ampiamente anticipato Our Ties è una storia familiare, e si inserisce nella grande tradizione del cinema d'Oltralpe, capace di fotografare le numerose incongruenze della borghesia moderna, tra nevrosi, sfuriate e invidie fraterne. E allora ecco il protagonista, Moussa (Sami Bouajila, che nella Venezia del 2019 ricevette un premio Orizzonti per Un Figlio), da sempre molto premuroso nei confronti dei propri famigliari, tanto da sacrificare le proprie esigenze per venire incontro alle loro pretese. Tutto l'opposto suo fratello Ryad (Roschdy Zem), volto televisivo di grande successo ma costantemente criticato dai parenti per essere egoistico ed egoriferito. L'unico che prende le sue parti? Proprio Moussa, che da sempre vorrebbe essere come lui. Poi, la svolta improvvisa: Moussa, alla prese con un abbandono sentimentale, cade e subisce un trauma cranico. Da quel momento l'uomo cambia improvvisamente e perde i suoi freni, cominciando a parlare senza alcun tipo di filtro. Rivela scomode verità, è ostile con i suoi famigliari e con i suoi amici, perde di netto le sue sfumature caratteriali, bonarie e generose. Insomma, Moussa finisce per litigare con tutti... tranne che con suo fratello Ryad.
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Nevrosi e conflitti
Secondo Zem, al suo sesto film dopo Mister Chocolat e Persona Non Grata, girare Our Ties (il titolo italiano, azzardiamo, potrebbe essere I Miei) è stata una una sorta di necessità personale, scaturita dal bisogno di raccontare - senza filtri, appunto - le verità nascoste dietro i nuclei famigliari. Un ritratto senza esclusione di colpi, che rimarca, in una sceneggiatura ultra-verbosa (forse fin troppo...), il bisogno umano di condividere tanto i momenti di felicità quanto i momenti drammatici, enfatizzati dai conflitti personali e dalle nevrosi quotidiane che, alla lunga, potrebbero però snervare la visione e, di conseguenza, sfilacciare l'attenzione degli spettatori, trascinati in un circolo in cui si fatica a prendere le giuste parti.
Per questo Our Ties è inizialmente spaccato in due: la stessa mela divisa a metà, due fratelli opposti e una famiglia alle loro spalle che, (in)consapevolmente, li modifica a proprio piacimento. Ci sarà poi lo shock, elemento filmico spartiacque, che stravolge le carte in tavola e acuisce i contrasti innati, rispecchiando in questo senso le tipiche guerriglie casalinghe che ben conosciamo, e che tanto impegnano una Nouvelle Vague dai toni moderni e dall'ideale filmico ben preciso. Una scia di cinema che sbraccia per essere al passo con i tempi, e che fa proprio dell'ideale familiare una fucina di storie e di racconti a cui guardare. Magari senza esasperarne (ancora di più) i toni già ampiamente alterati.
Conclusioni
Nella conclusione della recensione di Our Ties - Les Miens di Roschdy Zem sottolineiamo quanto sia ormai presente un nuovo cinema francese, che si rivolge in modo dichiarato alle nevrosi familiari di una certa borghesia. Nevrosi che qui, però, sono fin da subito esasperate, tanto che l'attenzione da parte del pubblico potrebbe sfilacciarsi.
Perché ci piace
- Il cast è tutto molto in parte.
- Lo spunto: ossia ribaltare le prospettive familiari in seguito ad uno shock.
Cosa non va
- Fin da subito i toni sono estremamente esasperati. Questo, alla lunga, potrebbe stancare.
- La sceneggiatura è decisamente verbosa. Si potrebbe perdere attenzione.
- Nessun personaggio resta particolarmente impresso.