Only Lovers Left Alive: l'amore immortale di Jim Jarmusch

Il regista e gli interpreti del suo film - Tilda Swinton, Tom Hiddleston e John Hurt - parlano dell'importanza della musica, della bellezza dell'invisibilità dei protagonisti del film presentato a Cannes 2013 in concorso.

Ci sono voluti sette anni ma alla fine Jim Jarmusch è riuscito a portare sullo schermo la sua ultima creatura, Only Lovers Left Alive, interpretato da Tilda Swinton, Tom Hiddleston, John Hurt, Anton Yelchin, Jeffrey Wright e Mia Wasikowska. La pellicola si avventura in un genere che è stato sfruttato fino al midollo, quello delle mitologiche creature della notte assetate di sangue umano. I vampiri di Jarmusch tuttavia sono una versione hipster di creature millenarie dedite alla musica e alla letteratura. Adam (Hiddleston) è un musicista rock che non si esibisce più, ha abbandonato il panorama musicale per vivere a Detroit come un eremita circondato dalle sue chitarre da collezione (una Supro del '59, una Hagstrom del '60 e una Silverstone tanto per citarne alcune). Il vampiro è depresso, demoralizzato da quello che lo circonda, dall'apatia della razza umana, gli "zombie", ma la monotonia della sua quotidianità cambia quando viene raggiunto da Eve (Swinton), sua amante da secoli, che ha trascorso un lungo periodo lontano da lui a Tangeri. La loro storia d'amore è perdurata nonostante il logorio del tempo ma il loro idillio è minacciato dalla sorella di Eve, Ava (Wasikowska) che invece di adattarsi alle esigenze dei tempi moderni preferisce dedicarsi alla caccia. Nella conferenza stampa sono intervenuti il regista, i due protagonisti, John Hurt, i produttori Jeremy Thomas e Reinhard Brundig.

Signor Jarmusch come mai ha deciso di fare un film sui vampiri?
Jim Jarmusch: beh... ho scoperto che si possono fare un sacco di soldi con questo genere di film! - risate in sala - In realtà questa storia d'amore tra vampiri l'avevo in mente già da un bel po', quasi sette anni. Non ho visto nessuno dei film commerciali sui vampiri fatti di recente anche se ho una passione per tutti i vecchi film sui vampiri, alcuni davvero bellissimi. Ho cominciato a parlarne a Tilda sette anni fa, poi è venuto fuori lo script e il personaggio per John Hurt e in qualche modo sono rimasti insieme a me con il progetto, nonostante i vari impedimenti. Tilda in particolare non ha mai rinunciato, ogni volta che c'era un ostacolo mi diceva "significa solo che non è il momento giusto per farlo" e anche John, continuava a dirmi "fammi solo sapere quando lo facciamo e sarò lì, pronto" e così è stato. Volevo approfittarne per dire una cosa, prometto che non mi dilungherò: il pubblico in sala è stato il primo a vedere il film finito, il cast non l'ha visto, quindi grazie per aver accolto quest'opera...

Signor Hurt, il nome del suo personaggio è sempre stato Christopher Marlowe (in riferimento al drammaturgo inglese del '500)? L'ha divertita questo fatto?
John Hurt: Sì, è sempre stato Marlowe. Jim venne a casa mia a Norfolk e parlammo a lungo del personaggio, dell'importanza dell'autenticità di uno scrittore. Non so bene come questo discorso c'entri con il film, ma nella mente di Jim era ben chiaro il collegamento e non c'era altro da fare che seguirlo e dargli fiducia. Jim aveva le idee chiare sul personaggio, se vuoi che uno come Marlowe viva per così tanto tempo, così pericolosamente non c'è che da trasfrormarlo in vampiro.

Signor Jarmusch ci può parlare del suo lavoro con Affonso Gonçalves che ha svolto il lavoro di montaggio?
Jim Jarmusch: ho avuto il grande piacere di lavorare con Affonso, è un editor fantastico. Ci siamo incontrati, abbiamo deciso di lavorare insieme e ci siamo capiti fin da subito, un feeling istantaneo. E' davvero brillante, ha apportato tantissimo al film, quasi una sorta di armonia sonora al processo di montaggio. Spero di poter lavorare nuovamente con lui in futuro.

I suoi vampiri sono rockettari depressi per lo stato in cui il mondo si ritrova, pensa che i musicisti rock siano gli ultimi bohemien rimasti? Una sorta di outsiders?
Jim Jarmusch: devo fare un annuncio che probabilmente alla stampa non piacerà, ho parecchie difficoltà a parlare del film, perchè le risposte alle vostre domande sono nel film stesso. Voglio che l'opera parli per sé, non mi sento a mio agio con l'idea di analizzarla, sezionarla, "perchè abbiamo fatto questo, cosa significa quest'altro", non penso nemmeno di essere sicuro di quello che il film voglia significare davvero, ma sicuramente l'idea che ha suggerito è interessante, l'allontanamento dal main-stream, la scelta di distaccarsi dagli stereotipi, il loro apprezzamento per la scienza e letteratura. Adam e Eve chiamano gli umani "zombie" in maniera molto snob, ma in realtà loro sono frustrati con gli umani per come si comportano. Ma come ho detto tutto questo è nel film, non saprei come parlarne, chiedo perdono.

A che punto i due produttori sono saliti a bordo del progetto?
Reinhard Brundig: ho letto lo script sette anni fa più o meno e mi è piaciuto subito e ci siamo messi immediatamente all'opera per realizzarlo, anche se ci è voluto molto tempo. Ho sempre pensato che fosse perfetto per un tipo di film europeo considerato che molte delle riprese sono interni, abbiamo potuto girare in studio. L'unico problema è stato convincere Jim a un certo punto visto che i suoi film sono molto influenzati dalle location, ma alla fine lo abbiamo convinto che aveva la libertà di girare come voleva e penso che le scenografie siano bellissime. Ci abbiamo lavorato a lungo, ma ne è valsa la pena.

Jeremy Thomas: si, il film si svolge tra Detroit e Tangeri e io ho viaggiato parecchio durante la lavorazione. E' stata una bellissima esperienza.

Come mai avete scelto Tangeri? Può offrire un commento sulle splendide atmosfere del film?
Jim Jarmusch: ho scelto Detroit e Tangeri perchè sento una connessione emotiva con questi due posti, ne sono attratto per ragioni molto diverse tra loro. L'aspetto visivo del film è il frutto di una collaborazione con Yorick Le Saux, il direttore della fotografia. Non avevo mai lavorato con lui prima ma è assolutamente brillante, non so come spiegarlo ma è stato come diventare un'unica mente, avevamo lo stesso tipo di ispirazione. Un altro contributo molto importante è stato quello di Marco Bittner Rosser (production designer), una persona fantastica con cui lavorare, sono stato incredibilmente fortunato. Nonostante non ci siano molti personaggi nel film, i dipartimento dei costumi (Bina Daigeler), del make-up e hair styling sono stati eccellenti. E' stato il risultato di una collaborazione di gruppo.

Signor Jarmusch quali sono, se ci sono, i suoi personali collegamenti con i libri e la musica mostrati nel film? Quali sono i suoi preferiti?
Jim Jarmusch: tutta la musica e i libri mostrati hanno un'importanza personale per me, non c'è qualcosa che è meno importante di un'altra. Tutto quello che si vede durante il film ha un significato specifico, non sono assolutamente messi lì a caso.

Qual'è il suo rapporto con la città di Detroit?
Jim Jarmusch: io sono cresciuto in Ohio, vicino Cleveland e Detroit era questa sorta di città misteriosa e magica del midwest. Anche se distava poco da Cleveland, Detroit era diversa, era dove i miei genitori andavano a comprare l'auto nuova, ordinandola del colore e modello che volevano, rimanendo a dormire la notte, andare a Detroit era una faccenda importante. Vederla oggi, così decaduta, è scioccante, tragico e per me personalmente molto triste. Inoltre Detroit ha un'incredibile cultura musicale, una grossa parte della più bella musica americana arriva da lì. E' una città con un carattere molto forte, anche adesso che non brilla più come prima.

La musica nel film è importantissima, è quasi un attore a sé. Inoltre lei ha partecipato anche al processo produttivo della musica, mi rendo conto che non vuole analizzare il film, ma può parlarci delle scelte operate in merito a questo aspetto?
Jim Jarmusch: No, non voglio scoraggiarvi dall'analizzare il film, voglio solo che non chiediate a me di farlo! - risate in sala - Sì la musica è un elemento centrale del film, il punto focale è Jozef van Wissem, liutista, compositore, musicista avangarde, chitarrista, storico della musica. Insieme alla mia band gli Squirrels, abbiamo collaborato con Jozef, abbiamo aggiunto delle cose, creato altre, con lui come leader se vogliamo. Poi abbiamo la bellissima canzone originale di Yasmine Hamdan, di cui sono un fan accanito, l'ammiro da sempre, l'ho vista cantare qualche anno fa in Marocco e rimasi sbalordito dalla sua performance.

Signora Swinton cosa pensa dei vampiri, della loro misteriosa bellezza?
Tilda Swinton: penso che siamo così affascinati dai vampiri per via della loro longevità, per la potenziale immortalità che hanno. Siamo talmente terrorizzati dalla morte che preferiamo pensare a qualcosa di immortale, inoltre c'è da considerare il modo in cui vivono, nel background. Una delle cose che ho amato in questo film è la peculiarità di queste vite quasi invisibili, opere non reclamate, rimaste senza autore, il fatto di creare qualcosa senza pretenderne il riconoscimento, trovo bellissima l'idea di "esistere nell'invisibilità".

Signor Hiddleston, qal'è il suo approccio al misticismo dei vampiri e cos'ha pensato della sceneggiatura quando l'ha letta?
Tom Hiddleston: la storia di Adam mi ha affascinato perchè non ho mai esplorato quel genere in particolare, ultimamente mi sono ritrovato nei panni di soldati e supereroi. Sono sempre stato un ammiratore di Jim e Tilda, l'idea di interpretare un personaggio che in un certo senso è la personificazione del romanticismo, della malinconia, ma allo stesso tempo ancora motivato dalla curiosità verso le cose che ama, la musica e la scienza. E' pieno di passione verso ciò che ama, è un brillante musicista e ingegnere ma non riesce a esserne cosciente, Eve è ancora più immensa di quanto lo sia lui e ha la forza di sostenerlo nella sua fragilità, è una storia bellissima di due persone che si amano e si accettano e che per caso sono anche vampiri. L'idea di esplorare l'amore nel contesto dell'immortalità è affascinante: è una benedizione o una maledizione? Quali sono le ripercussioni sulla tua relazione quando sei immortale?

Signor Jarmusch è stata una scelta consapevole quella di avere un cast quasi interamente inglese?
Jim Jarmusch: Sì è stata una scelta ponderata e cosciente perchè le storie di vampiri arrivano dalla letteratura inglese, anche se ovviamente ci sono mitologie e leggende anche nel centro-Europa e in Germania, ma per me tutto inizia dalla storia nata da George Gordon Byron e firmata in seguito da John Polidori ("Il vampiro") e poi ovviamente c'è Bram Stocker, ma questa connessione al romanticismo è collegata alla visione inglese, a come loro vedono il mondo, quindi sì, c'è stata una forte intenzione di creare una corrente inglese nel film.

Signor Hurt quest'anno abbiamo avuto una quantità di film inglesi, si sente un po' il portabandiera di quest'ondata?
John Hurt: sono sempre molto protettivo dei film inglesi, ma non mi sono mai visto nel ruolo di "rappresentante" del nostro cinema.

Signor Jarmusch ci parla del riferimento al libro Le mille e una notte nel film?
Jim Jarmusch: il libro è splendido, sia per le storie che per come è concepito, ma in realtà si tratta di un riferimento a un caffé che esisteva a Tangeri negli anni '50 che si chiamava proprio Le mille e una notte ed era frequentato da Brion Gysin, pittore e poeta inglese che ha inventato la Dreamachine.

Signor Hiddleston, signora Swinton, come avete immaginato i vostri personaggi, che tipo di caratterizzazione gli avete dato? Si tratta di un tipo di vampiri mai visti prima. Inoltre, perchè Adam e Eve si coprono sempre la bocca? Qual'è il significato dei guanti?
Tom Hiddleston: quando Jim mi ha raccontato la storia mi ha spiegato che si trattava di due creature estremamente sofisticate che hanno una vasta cultura grazie alla loro innata curiosità, che magari viste sull'altro lato della strada appaiono come due fiere, due creature pericolose - "dipende dalla strada che stai attraversando" aggiunge ridendo Tilda, scatenando l'ilarità in sala - Si coprono la bocca per nascondere i denti, che sono abbastanza terrificanti.

Tilda Swinton: Sì spesso ne abbiamo parlato come animali, come lupi, infatti il loro battito cardiaco è come quello dei lupi. Per quanto riguarda la loro caratterizzazione è stato un processo d'insieme, ci siamo chiesti "chi sono questi vampiri? Come vogliamo che siano?". Sapevamo che dovevamo mostrare una lunga storia d'amore e come tutte le storie d'amore così durature è una storia in continua evoluzione e si arriva al punto che le loro conversazioni sono in realtà la punta di un iceberg, qualcosa che va avanti da cinquecento anni e questa è stata la parte più interessante. I guanti fanno parte di quella serie di tradizioni e dettagli che ci siamo inventati per i nostri vampiri, il fatto che per entrare nella casa di un altro vampiro devi essere invitato e poi l'altro ti toglie i guanti...fa parte del nostro codice privato. Non scherzavo prima sul fatto della strada, in alcuni posti Adam e Eve non sembrerebbero fuori luogo, anzi! Per alcuni questo film parla di vampiri, per altri di fate, per altri ancora è quasi un documentario!

Jim Jarmusch: tutte le leggende sui vampiri, l'aglio, gli specchi, le croci... sono tutte cose aggiunte alle storie originali e noi volevamo la nostra leggenda personale, un tipo di vampiro diverso, infatti una scena divertente del film è proprio una sui guanti con Anton Yelchin.

Come mai ci sono voluti sette anni per arrivare alla produzione del film? Quali sono state le difficoltà finanziarie? Chi ha collaborato all'aspetto economico e come li avete convinti?
Jim Jarmusch: la risposta è molto semplice: nessuno voleva finanziarci! E diventa sempre più difficile per film atipici o imprevedibili come questo ricevere dei finanziamenti. Semplicemente non c'erano abbastanza persone in grado di aiutarci a realizzare la pellicola.

Reinhard Brundig: Sì, poi c'è da considerare che nel frattempo Jim aveva anche altri progetti che erano più semplici da finanziare e realizzare, ha avuto il supporto di molte compagnie americane. Poi negli ultimi tre anni le cose sono cambiate, ma non solo negli States, dappertutto per via della crisi. Per fortuna in Europa abbiamo un sistema di co-produzione che funziona ancora molto bene. Abbiamo raggiunto un budget di 7 milioni di euro, la maggior parte ricevuti da investitori tedeschi, inglesi e francesi.

Signor Jarmusch, nel film ci sono riferimenti a Youtube, lei cosa ne pensa?
Jim Jarmusch: adoro Youtube, adoro l'idea di poter andare lì e vedere performance di musicisti che amo o una conferenza sull'identificazione dei funghi, oppure vedere una clip di un vecchio TV show con Frank Zappa o vedere qualcuno che usa una bicicletta come strumento musicale. C'è una varietà immensa di cose da guardare, puoi guardare in slow motion come si muove uno scoiattolo, la televisione normale mi annoia moltissimo, preferisco organizzarmi una compilation di video su Youtube per divertirmi.