Nonostante, recensione: e il romanticismo malinconico di Valerio Mastandrea che scalda il cuore

Valerio Mastandrea ha inaugurato la sezione Orizzonti della Mostra di Venezia 2024 con la sua seconda regia, una storia d'amore che supera i confini. Al cinema? Con Bim, marzo 2025.

Valerio Mastandrea e Dolores Fonzi abbracciati

L'imperfezione può diventare tratto caratteristico della poetica di un autore, se va a braccetto con la sincerità. E senza dubbio è sincera l'emozione che trapela dall'opera seconda da regista di Valerio Mastandrea, una tragicommedia dai tocchi surreali che strizza l'occhio al realismo magico di Miracolo a Milano infondendovi quell'autoironia dal sottofondo malinconico tipica del suo humor.

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Valerio Mastandrea salta per la strada

Della storia di Nonostante, di cui non sveliamo troppo per non rovinare le numerose sorprese, possiamo dire che è sospesa in un limbo in cui un uomo che bazzica un reparto d'ospedale per malati in coma si è ritagliato una realtà su misura, priva di affanni e responsabilità. A sconvolgere questo equilibrio sarà un incontro fatale che farà perdere la testa all'uomo.

Nonostante: il sacrificio della logica (a fin di bene)

Stupisce come, con l'aiuto di Enrico Audenino, già suo co-sceneggiatore in Ride e co-autore delle serie Christian e Petra, Valerio Mastandrea riesca a infondere così tanto di se stesso in un'opera, rendendola decisamente personale. Abile a cucirsi addosso un personaggio che gli calza a pennello, Mastandrea si circonda di colleghi come Lino Musella, Laura Morante e Giorgio Montanini, che forniscono il loro contributo risultando, però, sottoutilizzati. Talmente è forte l'impronta di Mastandrea da catalizzare l'attenzione su di lui per la maggior parte del tempo, rubando costantemente la scena ai colleghi.

Quello che appare come un difetto di scrittura, in realtà, non danneggia più di tanto il film, che appare compiuto proprio grazie alla scelta di non mollare un secondo il suo protagonista. Unico rimpianto? Le apparizioni risicate del volontario canterino (e stonato) di Giorgio Montanini. Il potenziale comico del personaggio viene sacrificato per permettergli di ricoprire una funzione essenziale per la storia, che scopriremo nel finale.

Il coraggio di varcare i confini del genere

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Dolores Fonzi e Valerio Mastandrea sulla spiaggia

L'idea di Valerio Mastandrea di raccontare una storia d'amore struggente e appassionata non ha niente di originale. Eppure Nonostante si configura come un'opera decisamente singolare e coraggiosa nel panorama italiano. Talmente fuori dai canoni da dividere - prevediamo - nei giudizi. Per il cinema italiano figlio del neorealismo muoversi nel territorio del fantastico e del surreale è spesso un'azzardo, soprattutto a fronte di budget contenuti. Ma Mastandrea osa misurandosi con trovate visive azzardate che proiettano il suo film in una dimensione in cui le anime dei pazienti in coma se ne vanno in giro per la città, ballano, salgono sulle auto e si allenano nel salto in lungo, il tutto senza scalfire la coerenza interna alla storia.

L'amore prima di tutto

Nonostante Film Valerio Mastandrea
Valerio Mastandrea sul set di Nonostante

Si rivela vincente l'idea di capovolgere il paradigma, mostrando come la vita delle anime dei comatosi sia vivace e piena di emozioni a confronto con quella grigia e deprimente dei vivi. Per dar forma alla sua idea, raccontando una storia d'amore tanto improvvisa quanto potente come quella che esplode tra il protagonista e la misteriosa paziente interpretata dall'argentina Dolores Fonzi, Valerio Mastandrea è disposto a chiudere un occhio sulla logica, sfruttando al meglio le location cittadine e il litorale romano che, filtrate attraverso il suo sguardo poetico, acquistano nuove valenze metaforiche.

Non mancano i momenti in cui la struttura cigola e qualche battuta dei comprimari suona un po' meno divertente di quanto gli autori l'hanno pensata in origine, ma a controbilanciare queste pecche ci pensano alcune scene tanto emozionanti da toccare il cuore. La purezza dell'amore impossibile narrato da Valerio Mastandrea è qualcosa a cui tutti aspiriamo, ma l'attore romano lancia il cuore oltre l'ostacolo e si mette a nudo, trasformando le sue fragilità in materia narrativa pulsante. Che poi è proprio ciò che fa l'amore, se lo si accoglie senza barriere.

Conclusioni

Toccante e personalissima l'opera seconda da regista di Valerio Mastandrea, che racconta una storia d'amore capace di superare i confini. Guardando al realismo magico, l'attore forza i limiti del genere rinunciando alla logica per descrivere gli effetti devastanti dell'innamoramento in una commedia metaforica dal sapore intimo e malinconico.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Il coraggio di Valerio Mastandrea di misurarsi con un genere poco tradizionale e con scelte narrative e visive atipiche.
  • La potenza emotiva e la delicatezza con cui l'attore e regista descrive l'innamoramento.
  • La capacità di Mastandrea di catturare l'attenzione rubando la scena ai colleghi.

Cosa non va

  • A tratti la logica cigola.
  • Molti personaggi risultano sottoutilizzati.
  • Non tutte le battute suonano divertenti in una commedia dal sapore fortemente malinconico.