Non aprite quella porta: vi sveliamo tutti i segreti dell'imperdibile limited edition

Il cult horror del 1974 è uscito in un'edizione da collezione a tre dischi, con versioni in 4K e blu-ray, booklet illustrato e ben 5 ore di contenuti speciali.

Un cult del cinema horror indipendente, quello che ha dato vita al personaggio di Leatherface, destinato a diventare uno dei più famosi assassini seriali della storia del cinema dell'orrore, in un'edizione sontuosa e definitiva a tre dischi. Grazie a Cult Media e alla collana Midnight Classics, brand di Midnight Factory, Non aprite quella porta è infatti uscito in un'edizione distribuita da Koch Media a dir poco straordinaria, rendendo pieno omaggio al celebre film di Tobe Hooper del lontano 1974, che si svolge in un paesino del Texas (in originale il titolo è The Texas Chain Saw Massacre), dove alcune tombe sono state profanate con amputazione di arti e teste. Un gruppo di giovani in gita in quella regione e rimasti senza benzina, finiscono incautamente nella casa di una famiglia di veri e propri macellai, dove l'abitazione è trasformata in un mattatoio.

Nonaprite
Una scena di Non aprite quella porta

Il packaging: un mediabook a 3 dischi con booklet in 2 lingue

Come si diceva, la limited edition di Non aprite quella porta ha davvero molte cose che la rendono imperdibile per i fan del genere, a partire dal packaging, un robusto cofanetto cartonato con all'interno un mediabook contenente i tre dischi, con nel mezzo un booklet illustrato di 20 pagine con testi sia in italiano che in inglese. I dischi come detto sono tre: uno con il film di Tobe Hooper proposto addirittura nella versione 4K, uno con la versione blu-ray e un altro tutto riservato a una marea incredibile di extra, circa 5 ore. A impreziosire il tutto, come vedremo, anche la rimasterizzazione di audio italiano e inglese in Dolby Atmos. Andiamo ad analizzare nei dettagli questo gioiello.

Non Aprite

Il video: con il 4K un buon upgrade, dettaglio e colori più incisivi

Marilyn Burns in Non aprite quella porta - 1974
Marilyn Burns in Non aprite quella porta - 1974

La grande novità è ovviamente quella del video 4K, una primizia assoluta per il film di Hooper. Nonostante gli anni sulla pellicola si facciano comunque sentire, come del resto il girato a basso budget, la versione Ultra HD rappresenta un buon upgrade rispetto al già soddisfacente Blu-ray ed è sicuramente il miglior modo in cui il film si è mai visto in ambito homevideo. Il quadro è più nitido e la definizione fa un altro passo avanti e pur con i limiti dovuti alla fonte, presenta un buon dettaglio, soprattutto nei primi piani e nelle scene ben illuminate, con una grana presente, naturale e quasi sempre uniforme. Nelle molte scene notturne e il quelle buie, il quadro si fa inevitabilmente più rumoroso e pastoso, oltre che ancora più morbido, ma senza mai scadere tanto di livello. D'altro canto in questa versione emergono con maggior crudezza e incisività alcuni macabri particolari nella casa dei Sawyer, oltre sulla maschera di Leatherface, come nella prima parte si era potuto apprezzare alcuni dettagli all'interno e all'esterno del furgone dei ragazzi protagonisti. Anche il croma sembra più brillante e intenso, con colori solidi su mezzi, vestiti e ambientazioni, oltre che un verde più rigoglioso nella vegetazione e cieli ancora più azzurri. Il tutto grazie anche a un contrasto certamente più efficace, mentre i neri sono abbastanza profondi, anche se per i motivi citati in precedenza è inevitabile che in queste scene molti dettagli vengano inghiottiti dalle ombre. Il blu-ray d'altro canto, pur essendo di buon livello generale e in definitiva non lontano dal livello del 4K, offre fisiologicamente un dettaglio meno incisivo e qualche problemino in più soprattutto nelle scene più scure, causato da una compressione che non appare sempre impeccabile.

L'audio: 4 tracce italiane con rimasterizzazione in Dolby Atmos

Non aprite quella porta: Leatherface nella sequenza conclusiva
Non aprite quella porta: Leatherface nella sequenza conclusiva

E veniamo all'audio, dotato di un'incredibile quantità di tracce. Oltre a quella originale inglese nella versione migliore in Dolby Atmos, ne troviamo ben quattro in italiano. ovvero il doppiaggio storico cinematografico rimasterizzato in Dolby Atmos (con core True Hd) oppure con il DTS mono originale, e poi il nuovo doppiaggio in DTS HR 7.1 e in DTS HD 2.0. Cercando di districarsi fra le varie proposte e a fare un po' di ordine, il doppiaggio storico ci sembra decisamente il migliore, mentre quello più nuovo, oltre a essere di minor livello qualitativo, suona artificioso e un po' più staccato dalla scena, oltre che essere caratterizzato a tratti da un fruscio di fondo. E il 7.1 non porta in realtà molta spazialità. E tra le due col doppiaggio storico, la traccia migliore ci pare quella in Dolby Atmos, nella quale alcune scene non doppiate sono presentate in originale con puntuali sottotitoli italiani. Qui, a parte i dialoghi un po' metallici e secchi (forse l'unico punto in cui il DTS 1.0, per il resto molto chiuso e ovattato, sembra un pelo preferibile), la scena gode di una buona spazialità a volte molto piacevole: basta sentire, mentre i ragazzi stanno parlando nel furgone fermo alla stazione di servizio, il rumore degli altri mezzi che sfrecciano sull'asse sinistro posteriore-anteriore, fatto che denota anche un'efficace dislocazione degli effetti. Anche i bassi hanno un impatto soddisfacente e il rumore della motosega rivela un certo brio. Il Dolby Atmos inglese è ovviamente la traccia migliore di tutte: oltre che maggior naturalezza nei dialoghi, presenta una scena ancora più ricca di particolari e più precisa nella dislocazione degli effetti, a volte esaltando anche piccoli dettagli come una voce o un rumore di passi. Più calda e piacevole anche la resa dell'inquietante colonna sonora.

Quanti extra! Cinque ore di contributi e 4 commenti audio

Ed eccoci agli extra, un reparto davvero record per la quantità di contenuti, anche se quasi tutti datati. Oltre a ricordare che c'è anche il booklet, nel disco del film troviamo innanzitutto 4 commenti audio (tutti regolarmente sottotitolati in italiano) in cui sono via via protagonisti regista, scenografo, membri del cast, direttore della fotografia, montatore, tecnici del suono e altro ancora. Tutti gli altri contributi sono contenuti nel terzo disco. Si comincia con The Texas Chain Saw Massacre: The shocking truth, documentario di ben 73 minuti del 2000 realizzato per la televisione del Regno Unito: attraverso varie interviste, viene analizzato ogni aspetto della produzione e della lavorazione, a partire dalla storia fino ai ricordi sul set e all'eredità lasciata dal film. A seguire scene tagliate (8') e la featurette Off the hook: con Teri McMinn (17') con l'attrice che parla della sua esperienza sul set e della scena del gancio. Si prosegue con Flesh Wounds: Seven stories of the saw (72'), una retrospettiva su alcuni aspetti della produzione, Cutting Chain Saw (11') con il montatore J. Larry Carroll, e un'intervista con Ron Bozman (16'), con ricordi e aneddoti del direttore di produzione. A seguire Tour della casa (20'), con Gunnar Hansen a introdurre nell'abitazione dei Sawyer, che ora è un Grand Central Café, mentre Horror's hallowed ground (20') è un tour nei vari luoghi di ripresa, e Granpaw's Tales (16') è un'intervista con John Dugan ricorda il suo coinvolgimento con la produzione e la sua interpretazione. Si chiude con il trailer del 40° anniversario, altri trailer e tv spot, radio spot, altre scene tagliate (25'), Nuove scene tagliate (15') ancora senza audio di produzione, bloopers (2'), una photogallery e un finale alternativo (versione italiana) di 3 minuti che ha un un testo finale dopo le immagini.