Nome in codice: Imperatore, la recensione: su Netflix un teso thriller tra verità e menzogne

La recensione di Nome in codice: Imperatore, produzione spagnola che vede Luis Tosar nei panni di un agente dei servizi segreti alle prese con una scomoda missione.

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Nome in codice: Imperatore, un'immagine del flim

La verità ha mille volti e non sempre quanto ci viene detto corrisponde a quello che è effettivamente accaduto. Senza cadere in deliri complottistici di sorta, è ben noto come gli insabbiamenti siano qualcosa di reale, una pratica comunemente usata da servizi segreti o altri organi più o meno ufficiali per nascondere prove scottanti o compromettere qualcuno di potenzialmente scomodo. Come vi raccontiamo nella recensione di Nome in codice: Imperatore questo è il compito di Juan, agente dell'Intelligence spagnolo il cui compito è quello di sbrogliare situazioni difficili, siano queste relative alla difesa di importanti uomini d'affari rimasti coinvolti in situazioni scabrose oppure inerenti al dover costruire situazioni ad hoc per incastrare avversari politici. La sua ultima missione è quella di trovare il classico "scheletro nell'armadio" di un candidato avverso ai piani alti, dalla vita apparentemente irreprensibile.

Uno, nessuno, centomila

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Nome in codice: Imperatore, una foto dal set

L'arte dell'inganno trasuda già nel tensivo prologo, dopo che la finta aggressione della domestica filippina viene utilizzata per guadagnarsene la fiducia e addentrarsi senza destare alcun sospetto nella casa dell'obiettivo. E sin da subito l'operazione dosa bene le proprie carte, curando il versante introspettivo al pari di quello di genere, facendo maturare la personalità dei personaggi in maniera coerente e credibile, limando anche le piccole forzature pur presenti in fase di scrittura. Un equilibrio che permette anche di chiudere un'occhio sulla parziale verbosità che prende il sopravvento nella parte centrale, dove i dialoghi guadagnano sempre più campo sull'azione prima che la mezzora finale restituisca la consueta suspense a tema, collegando nel migliore dei modi i vari fili imbastiti in precedenza.

Confessioni di una maschera

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Nome in codice: Imperatore, una scena tratta dal flim

Nome in codice: Imperatore, nuova esclusiva del catalogo Netflix, rischia a tratti di esagerare, con un paio di sottotrame che sembrano inizialmente scollegate in quel viaggio per il mondo che ci accompagna anche a Budapest e a Panama, infine idoneo ad offrire un ritratto a trecentosessanta gradi di certe dinamiche, scavando in profondità nell'animo del protagonista, interpretato con la solita intensità da Luis Tosar, attore principe della scena iberica contemporanea. Il regista Jorge Coira riesce ad asciugare bene la storia e contiene lo spettacolo in una rappresentazione sobria e decisa, con una sola sequenza d'azione effettiva - girata con il giusto senso della misura - a far da sfondo a questa partita spionistica di verità e bugie, dove la coscienza di un uomo apparentemente senza scrupoli viene messa alla prova, rivelandone invece tormenti e rimorsi inaspettati.

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Nome in codice: Imperatore, una sequenza dal set

Coira, con una lunga esperienza nel cinema e nel panorama televisivo autoctoni, sfrutta al meglio la propria esperienza da montatore e riesce a dar vita ad una progressione in crescendo, fino a quell'epilogo forse prevedibile ma comunque efficace ai fini dell'impatto sullo spettatore. Perché anche dietro alle maschere si nascondono sempre e comunque uomini, e la figura di Juan diventa una faccia dalle due medaglie, un essere bifronte in cui menzogna e verità ballano su un filo sottile, che minaccia di distruggere non soltanto lui stesso ma l'intero sistema. E proprio su questo sotterraneo senso di inquietudine privata, nella psiche combattuta di un singolo destinato a diventare determinante per il destino di molti, si gioca tutto il senso di un film più profondo di quanto possa superficialmente apparire.

Conclusioni

Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Nome in codice: Imperatore, il film di Jorge Coira è un teso thriller spionistico dove la verità è figlia di logiche e interessi politici, preparata ad arte da agenti dei servizi segreti che hanno il compito di proteggere o incastrare a seconda dei casi. L'intensa interpretazione dello "specialista" Luis Tosar e una regia secca e senza fronzoli ci consegnano un film coinvolgente al punto giusto, nonostante qualche sporadico tempo morto nella fase centrale, ampiamente risollevato da una mezzora conclusiva ad alto tasso di pathos.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Storia e personaggi credibili.
  • Luis Tosar è perfetto nei panni del protagonista.
  • Una tensione palpabile anche nei momenti più quieti.

Cosa non va

  • Qualche caduta di ritmo.