Qual è una delle trame da commedia romantica più sfruttata al cinema? È facile rispondere: il binomio ragazza di città che si innamora del ragazzo di campagna. Potremmo stare ad elencare almeno 50 titoli, soprattutto di produzione Hallmark con questo semplice plot, per non parlare della speciale sezione dedicata ai film di Natale che su questa scia si clonano quasi con il solo ausilio dell'intelligenza artificiale. La Polonia ha deciso di giocarsi la sua carta rom-com su Netflix e per farlo è andata dritta sul sicuro, con, appunto, il tanto utilizzato schema sopra citato, per realizzare No pressure, diretto da Bartosz Prokopowicz con una sceneggiatura di Karolina Frankoswska e Katarzyba Golenia. La city girl protagonista del film è la chef Oliwcia interpretata da Anna Szymanczyk. In questa recensione andremo a sottolineare gioie e dolori di questo film che sembra operazione a tavolino ma che ogni tanto uno sforzo di originalità lo fa, soprattutto nell'adattare una storia trita e ritrita ad un contesto più local come quello di una fattoria sperduta nella periferia polacca.
Oliwia è il braccio destro di uno chef stellato e non ci pensa proprio a rivangare il suo passato contadino. La notizia della morte della nonna la porta però, suo malgrado, a tornare alla fattoria di famiglia dove scopre ben presto il misfatto: l'anziana gode di ottima salute ed ha finto la propria scomparsa per forzare il ritorno della nipote. La lascerà letteralmente dalla sera alla mattina con tutta l'azienda agricola di famiglia sulle spalle, sparendo dalla circolazione e costringendo Oliwcia a dover gestire capre, galline e vecchi contenziosi con il vicino di terra. Ad aiutarla un apparente tuttofare della zona, Cuba, interpretato dal fascinoso Mateusz Janicki, di cui Oliwcia, come da copione, si invaghirà. La storia d'amore inframezzata da veri e propri sketch comici ad opera degli abitanti del paese, tra feste folkloristiche e sogni a km 0, contribuisce a far allontanare No Pressure dal solito e darle un tocco meno globalizzante che aiuta il film a distinguersi. Piacerà di più dell'ennesimo copia e incolla senza varianti? Forse no, del resto il prezzo del fare qualcosa di leggermente diverso, lo si paga sempre
Tutto già visto e vissuto
Bisogna stare attenti con No Pressure perché tutta la sua prima parte, quella che vede una svogliata Oliwcia nel bel mezzo di una gestione inaspettata della fattoria, ha il sapore del già visto e già vissuto. Sappiamo infatti che nonostante i pasticci e gli incidenti di percorso si adatterà a quella vita e sopravviverà al nuovo compito grazie all'aiuto del bel fattore biondo. Se lo si guarda dal punto di vista della sua capacità di emulare, con il giusto allure, la collaudata rom-com anglosassone fatta con lo stampino, allora il film non potrà guadagnarsi un posto in top ten perché troppo rustico, imperfetto, geolocalizzato. Il giusto approccio alla visione di No Pressure è quello di attendere che la sua protagonista, Oliwcia, si abitui un po' a quella vita per far sì che il film decida di abbandonarsi sempre più al contesto in cui è ambientato e allontani le aspettative iniziali.
La variante folklore
È proprio lì, nella variante folklore, che il film declina il genere a suo modo, con le sue regole. Gli spunti comici sono molteplici e per tutti i gusti. C'è la convivenza forzata tra la nonna Halina (in fuga dalla nipote) e il suo spasimante, amante, notaio, tuttologo del paese che regala tira e molla esilaranti ed ammiccanti. Ci sono i due cognati vicini di Oliwcia, sempre ubriachi e sempre intenti a cercare di realizzare un perfetto liquore artigianale alla frutta. E poi c'è il fratello di Cuba, Woytek, un aspirante cantautore svampito che però non perde occasione per cantare, a sproposito, in ogni situazione e dire sempre la cosa sbagliata. Sul fronte culinario, infine, formaggi, zuppe, pizze la fanno da padrone, anche questo segno di qualche buona intuizione del trio Prokopowicz, Frankoswska, Golenia: prendere il pubblico per la gola.
Un Virgin River polacco?
Sarà forse colpa dell'ambientazione rurale o del festival del paese, unico evento di rilievo della cittadina polacca e dunque attesissimo ma No pressure, nei suoi momenti corali, richiama alla mente il contesto di una serie amatissima su Netflix, Virgin River. Intendiamoci, Anna Szymanczyk e Mateusz Janicki non sono certo Alexandra Breckenridge e Martin Henderson ma il paese c'è, i personaggi coloriti pure ed anche la ragazza di città che si converte al piccolo paese per amore. Una bella serie a coltivare gli spunti più comici, leggeri ma celebrativi della vita semplice da "due cuori e una fattoria" forse avrebbe avuto più senso di un film che vuole fare la commedia romantica. Occasione persa per No Pressure anche per puntare i riflettori sulle donne del film, qui una spanna sopra gli altri per modernità, saggezza, rivalità, sessualità, controllo.
Conclusioni
A fine recensione di No Pressure, commedia romantica Netflix ambientata in Polonia sul classico schema ‘ragazza di città si innamora del ragazzo di campagna e della vita semplice”, ribadiamo che il film si sarebbe distinto di più dalla massa di pellicole che vuole emulare se avesse ancora di più calcato la mano sulle qualità del territorio che racconta.
Perché ci piace
- Inserisce una dinamica classica da rom-com dentro un contesto locale e particolare
- Pur essendo una commedia romantica, da spazio ad una dimensione corale
- È pieno di sketch comici ed ironici.
Cosa non va
- La prima parte è un copia e incolla di mille altre commedie uguali
- Non punta del tutto sugli elementi che la distinguono:il territorio, il folklore e i personaggi femminili forti.