Nikolaj Coster-Waldau: “Il trono di spade? A me il finale è piaciuto”

Nikolaj Coster-Waldau, divo de Il trono di spade, si è intrattenuto con il pubblico all'ultima edizione del Festival di Zurigo.

Nikolaj Coster-Waldau in un'immagine tratta dal film action Headhunters
Nikolaj Coster-Waldau in un'immagine tratta dal film action Headhunters

Ha debuttato al cinema esattamente un quarto di secolo fa, nel film di culto Il guardiano di notte. Ha recitato per Ridley Scott e al fianco di Tom Cruise, e si appresta a interpretare Macbeth a teatro a Los Angeles. Ma soprattutto, dal 2011 al 2019 è stato Jaime Lannister, il Kingslayer, una delle più simpatiche carogne nell'universo de Il trono di spade. Parliamo di Nikolaj Coster-Waldau, il divo danese che, a pochi mesi dalla conclusione della serie HBO, ha già un'agenda fittissima: oltre all'impegno teatrale di cui sopra ha due film in uscita nel 2020 (anno in cui spegnerà cinquanta candeline), ed è ora attivo nella promozione di Suicide Tourist, thriller danese-norvegese su un uomo che, essendo affetto da un male incurabile, si reca in un posto dove lo potranno aiutare a farla finita. Il film è stato presentato al Festival di Zurigo, e nel corso della conversazione pubblica che si è tenuta il giorno dopo la proiezione l'attore ha sottolineato la peculiarità del luogo: "Quando siamo stati selezionati non abbiamo fatto caso alla questione dell'eutanasia, che in Svizzera è legale. Ci tengo però a precisare che non è un film sul suicidio assistito, è la storia di un codardo che vuole morire ed è incapace di farlo da solo."

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Il Trono di Spade, un decennio seriale

Inevitabilmente molte domande riguardano Il trono di spade, che ha occupato dieci anni della vita di Nikolaj Coster-Waldau. O almeno è quello che abbiamo percepito noi: "In realtà ogni attore, in media, stava sul set circa un mese all'anno", svela l'interprete di Jaime Lannister. "Nel mio caso, il minimo assoluto è stato per la seconda stagione, ho girato tutte le mie scene in sette giorni. Per questo quando la gente mi chiede cosa farò adesso che la serie è finita mi viene da ridere, perché tra una stagione e l'altra giravo sempre un paio di film. Non è cambiato nulla." Cos'ha pensato del finale dello show? "A me è piaciuto, ma ogni volta che lo dico la domanda successiva è 'Dai, cosa ne pensi veramente?'. A mio avviso, è stato un ottimo finale." Con quali attori della serie vorrebbe lavorare nuovamente? "Tutti, ma in particolare quelli con cui ho avuti i contatti più stretti sul set: Gwendoline Christie Lena Headey, Peter Dinklage, Jerome Flynn. Credo però che ci vorrà qualche anno, perché non vogliamo che la serie oscuri quello che faremo in seguito."

La fratellanza: Nikolaj Coster-Waldau in un momento del film
La fratellanza: Nikolaj Coster-Waldau in un momento del film

È vero che sua moglie non ha mai visto Il Trono di Spade? "È vero, ha visto solo il pilot e le è bastato. Posso capirla, da un lato è una serie lunga, dall'altro, e lei lo sa meglio di altri essendo attrice, è difficile vedere sullo schermo una persona che conosci intimamente nella vita reale. Ho avuto un'esperienza simile con mia figlia qualche anno fa, è rimasta sconvolta vedendo una scena del film Second Chance dove il mio personaggio si mette a piangere. Io la serie l'ho vista, ma solo una volta a episodio, mentre andava in onda. Non sono un esperto come molti di voi in sala." A un certo punto chiede se qualcuno dei presenti non ha mai visto la serie, e si vede una singola mano alzata. La reazione di Coster-Waldau? "Bravo, resisti!".

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Fuori dal set l'impegno per l'ambiente

Nikolaj Coster-Waldau si dà da fare anche fuori dall'ambito professionale: da tre anni collabora come ambasciatore con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, lottando a favore della difesa dell'ambiente (tema che gli sta particolarmente a cuore perché la moglie è originaria della Groenlandia, zona colpita dal riscaldamento globale) e della parità dei sessi. A tale scopo ha anche partecipato ad alcuni cortometraggi, sarebbe disposto a recitare in un lungometraggio dedicato a questi temi? "Sì, ma dipende tutto dalla sceneggiatura. Se un film esiste solo ed esclusivamente per il messaggio te ne accorgi, e non è particolarmente piacevole come esperienza cinematografica. Anche un documentario come Punto di non ritorno, che parla del cambiamento climatico, funziona perché è coinvolgente proprio come film, grazie alle persone che hanno partecipato e la storia che raccontano. Vedremo cosa succederà."
E a proposito di documentari, una piccola chicca su qualcosa che avremo modo di vedere in futuro: "Sto lavorando a un progetto sulla comunità dei fan, e sui luoghi di incontro come le convention. È un fenomeno che mi piace molto, soprattutto per le amicizie che si creano tra persone provenienti da luoghi lontanissimi tra di loro."

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Dal Macbeth alla Danimarca, il futuro è multiforme

Game of Thrones: Gwendoline Christie e Nikolaj Coster-Waldau nell'episodio Valar Morghulis
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Lo vedremo prossimamente sul palcoscenico, a Los Angeles, nei panni di Macbeth. Come mai questo ritorno al teatro? "Non recitavo a teatro da più di dieci anni, e ho accettato questo progetto per via del regista, Matt Shakman. Ho lavorato con lui sul piccolo schermo, ed è anche il direttore artistico del teatro Geffen Playhouse, quindi non ho saputo dire di no quando me l'ha proposto." A proposito di Los Angeles, diversi siti, tra cui Wikipedia, sostengono che Nikolaj Coster-Waldau viva lì, ma non è vero: "Sono sempre in Danimarca." Gli attori danesi sono molto "terra terra", è per via della loro natura scandinava? "Penso che sia soprattutto perché la Danimarca è un paese molto piccolo, e la comunità cinematografica lo è ancora di più. Ci conosciamo tutti, e nessuno vuole lavorare con chi si comporta da idiota." La sua presenza in molti progetti scandinavi è legata a un qualche senso del dovere, usando la sua fama per sostenere il cinema nordico? "No, il cinema scandinavo è in ottima salute anche senza il mio aiuto. Mi arrivano molte proposte, e si dà il caso che molte di queste provengano dal mio paese d'origine." E poi, a sorpresa, l'incontro si chiude in modo inatteso ed esilarante: "Avete presente quando sentite il bisogno di andare in bagno e pensate di poter aspettare? Ecco, io me lo sono detto subito prima del Q&A, e adesso non ce la faccio più. Siete stati un pubblico meraviglioso, e sappiate che è la prima volta che una conversazione finisce perché devo andare al cesso."