Quando New Saga è approdato su Crunchyroll il 2 luglio 2025, ha acceso il dibattito: un "altro" isekai fantasy? Per di più dentro a una stagione anime estiva così accesa? In effetti con la sua proposta classica passa poco in primo piano: un fantasy intenso, un protagonista reincarnatosi e un cavaliere con un destino tragico. Il team di Sotsu e Studio Clutch, con il regista Naoki Mizusawa e lo sceneggiatore Kenta Ihara, ha messo in scena una storia che respirava un'altra epoca, ma vive nel dettaglio emozionale.
I primi quattro episodi mostrano quanto il racconto, pur sviluppando cliché del genere isekai, cerchi di emergere grazie a scelte di stile, casting di rilievo e una cura visiva che riflette quella del materiale originale di Masayuki Abe. Ci sono voluti quattro episodi per dirlo, ma alla fine, oltre al sospetto iniziale, si può confermare che la base di un mondo fantasy c'è ed è coerente, e l'azione è supportata da tensione emotiva e buone promesse. Che possa essere l'inizio di una saga dal più ampio respiro?
I primi quattro episodi: trama e ritmo narrativo
L'apertura della serie è costruita su un contrasto spiazzante: l'ignobile sacrificio che porta alla rinascita. Kyle sconfigge il Re Demone in una battaglia convulsa, pagandone il prezzo con la vita dei suoi compagni. Ma invece di morire, indossa un potente cristallo che lo riporta quattro anni indietro nella propria infanzia: è l'occasione per evitare gli errori già commessi. Nei primi quattro episodi, il racconto scorre con decisione: episodio dopo episodio, si costruisce lentamente una nuova traiettoria. La gestione del tempo è il cuore del concept, e la serie incalza con un ritmo da speed‑run.

Nel frattempo emergono nuovi intrecci: vengono introdotto personaggi centrali, come Milena, e il suo primo incontro, non proprio idilliaco, diventa preludio a una rivelazione, ovvero, Kyle riconosce in lei un legame con il passato, mentre scopre che l'avversario nella nuova linea temporale non è chi si aspettava. Questo ribaltamento sottile è narrato con stupore e crea attesa sul futuro.
I pro: atmosfere, costruzione emotiva e world‑building
Nonostante il materiale di partenza sia convenzionale, New Saga riesce a distinguersi per l'intensità visiva e il mondo costruito. L'episodio pilota offre una battaglia demoniaca coreografata con eleganza, dove effetti visivi, musica e tensione si accordano in modo fluido. Ambienti antichi, città distrutte, creature e magia emergono con una palette cromatica che alterna piombo e brillantezza in modo ponderato. L'audio - dai clangori delle spade alle note dense dei temi - è calibrato con cura, e le sequenze oniriche del trauma di Kyle si mescolano ai momenti di tregua con delicatezza.

Dal punto di vista emotivo, Kyle non è un eroe stereotipato. La serie mette in scena il suo dolore, il senso di responsabilità e la paura di fallire ancora. Il suo ritorno nel passato non è celebrativo, ma carico di rimpianto e determinazione: una svolta narrativa capace di far vibrare anche il cuore di spettatori meno avvezzi all'isekai.
I contro: originalità limitata e personaggi ancora abbozzati
Il primo episodio genera emozione, ma oltre i primi dieci minuti, l'andamento normale tende a diventare prevedibile. Gli elementi narrativi - reincarnazione, cristallo magico, ragazzini che salvano il mondo - sono convenzionali, e per chi ha già visto decine di isekai, appariranno familiari fin troppo velocemente. Il protagonista si chiama semplicemente Kyle, non c'è molto altro a costruirlo subito, e la sua trasformazione emotiva procede con fatica. Ci sono numerose analogie tra Kyle e i personaggi di altri isekai come A Returner's Magic Should Be Special, sia per la dinamica del reset temporale che per le motivazioni: prevenire un trauma collettivo, proteggere i compagni, riscrivere un destino già scritto.

Tuttavia, Kyle è meno eroico e più vulnerabile, meno "Protagonista" e più umano. Il riferimento al New Game+ dei videogiochi è esplicitamente richiamato e funziona qui come meta‑metafora del racconto. Tuttavia questa poca cura nei confronti della caratterizzazione del personaggio principale, rendendolo legato al momento soltanto alla sua fragilità, lo rendono poco convincente e più "simile a un altro isekai". Anche la costruzione del party è ancora embrionale: i comprimari non si distinguono nettamente e risultano figure di contorno alla sua linea evolutiva.
Inoltre, c'è da notare una certa mancanza di ritmo narrativo lineare: l'episodio quattro guadagna interesse grazie all'irrompere inatteso di intrighi, ma i primi tre sono dedicati soprattutto all'esposizione. Questo crea un potenziale calo per chi cerca subito adrenalina o conflitto strutturato.
Lo stile e lo studio di New Saga
Dal punto di vista estetico, l'equilibrio tra spada, magia e lacrime richiama i fantasy classici di software RPG da console, con visuali oniriche che evocano Tales of Zelda in versione animata - non un plagio, ma un eco stilistico tangibile.

Dietro i titoli di Cradle of animation ci sono Sotsu e Studio Clutch, con direttore Naoki Mizusawa e sceneggiatore Kenta Ihara. La composizione musicale di Shachō e Hironori Anazawa si fonde con le opening di 4s4ki ("Enja") e Mahiru Coda ("her"), due tracce che amplificano l'identità emotiva del paesaggio narrativo. Il design dei personaggi è tradizionale, ma ben calibrato al tono: linee pulite per Kyle, silhouette più morbide e luminose per Milena e Liese. I registi e gli animatori di Studio Clutch mostrano maturità tecnica: ogni movimento è calibrato, l'uso delle dissolvenze cromatiche tra passato e presente diventa strumento narrativo.
La regia utilizza spesso il campo lungo per mostrare la solitudine di Kyle, i primissimi piani per la determinazione nei suoi occhi: un linguaggio visivo evidente ma non banale. Anche nei momenti dialogici si avverte uno sforzo di resa emotiva nelle espressioni facciali, senza cadere nell'eccesso stile "anime". Gli effetti demoniaci, infine, conquistano, soprattutto nell'episodio quattro dove lo scontro con la creatura mostra un crescendo di tensione grafica e sonoro.
I primi quattro episodi di New Saga mostrano un anime che ambisce a diventare un punto fermo degli isekai, pur restando legato a una formula consolidata. Il merito risiede nel rendere Kyle un eroe con fragilità, nel costruire un mondo visivo coerente e nel mantenere vivo l'interesse grazie a piccoli colpi di scena. Tuttavia, serve pazienza: la totale forma artistica resta da mostrare, e l'originalità narrativa non emerge ancora con forza. I personaggi secondari sono in attesa di definizione, e il villaggio di Sanes non ha ancora una voce propria. Ma se i prossimi episodi mantengono l'equilibrio tra emozione, strategia e design, New Saga potrà davvero affermarsi come l'isekai dell'estate 2025.
Conclusioni
New Saga esordisce con ambizione, con una riflessione sul tempo e il dolore, trasformando un classico isekai in un racconto visivamente curato e emotivamente stratificato. Ma nei primi quattro episodi si individua la "solita atmosfera" e si resta legati a cliché ancora non del tutto superati. Nonostante le premesse ci siano per una crescita della saga.
Perché ci piace
- Messa in scena visiva curata, con un ottimo equilibrio tra colori, animazione e regia.
- Il protagonista Kyle è guidato da rimpianto e determinazione, non dal solo eroismo.
Cosa non va
- Struttura narrativa ancora prevedibile, con cliché tipici del genere isekai.
- Personaggi poco sviluppati nei primi episodi, soprattutto i comprimari sono in attesa di approfondimento.