Recensione Tenacious D e il destino del rock (2006)

L'obiettivo di tenacious D e il destino del rock non è il realismo, né la credibilità. È il voler coinvolgere il pubblico, lo spettatore, farlo entrare nello spirito del film. Ed in questo, le due aspiranti rockstar riescono alla perfezione.

Nel nome del Rock

Che Jack Black fosse ormai a suo agio tra chitarre, amplificatori e palchi questo lo sapevamo già: l'inarrestabile comico californiano ce lo aveva dimostrato all'incirca quattro anni fa, quando nelle sale di tutto il mondo fece capolino quel piccolo diamante (grezzo) conosciuto come School Of Rock.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata molta, davvero molta: l'abbiamo visto nei panni di un filmaker visionario ed ingenuo nell'altrettanto visionario King Kong di Peter Jackson, in quelli del romantico Miles in L'amore non va in vacanza o, ancora, nelle vesti di un prete - lottatore di wrestling nel più recente Super Nacho.

Tuttavia, nonostante le sue continue ed esilaranti mutazioni (chi ricorda la sua personalissima interpretazione de Il signore degli anelli vista agli MTV Movie Awards del 2002?) e le sue "pericolose" incursioni al Saturday Night Live, il panciuto Jack, messi da parte gli impegni che lo volevano sul set di Margot At The Wedding, ha deciso di compiere un vero e proprio viaggio di solo "ritorno" verso le origini ma, soprattutto, verso la sua forsennata passione per la musica rock.
Un discorso iniziato moltissimi anni fa. Nel 1994, a Los Angeles, ci furono due eventi sconvolgenti: il terremoto di Northridge, che costò la vita a cinquantuno persone, e la nascita dei Tenacious D, la band guidata da Jack Black e Kyle Glass, due (all'epoca) giovani attori membri dell'Actor's Gang, un piccolo gruppo teatrale fondato da Tim Robbins.
Dopo il loro debutto professionale avvenuto tra i tavoli del losangelino Al's Bar, i Tenacious D sono approdati, sul finire degli anni '90, sul canale televisivo HBO che li ha omaggiati con tre speciali di mezzo'ora ciascuno e sono poi arrivati addirittura a suonare come gruppo - spalla per gente del calibro di Beck, Tool e Pearl Jam, consolidando nel frattempo la propria fan base.
Anche se Tenacious D e il destino del rock è stato descritto da Black e Gass come una biografia messa su pellicola, le prese di libertà sono evidenti ... ma, in fondo, perché non dovrebbe essere così?
Dopotutto i D, come sono conosciuti tra gli ammiratori, sono proprio questo: i più irriverenti tra i riverenti menestrelli.

Nella pellicola, il buon Liam Lynch, regista ed amico della coppia di attori, ha cercato di travisare la stessa atmosfera surreale che impregnava la messa in onda di Mr. Show, il programma di sketch da cui sono usciti i cavalli di battaglia dei Tenacious D (con titoli che strizzano l'occhio alla commedia demenziale come I'm The Only Gay Eskimo oppure Jesus Ranch), ponendo l'attenzione, insieme agli autori, sui quei valori che sembrano essere alla base della straordinaria intesa che unisce i D : l'amicizia ed un totale senso di solidarietà.
Ci sono moltissime suggestioni che parlano di solitudine, di disperazione, della ricerca forsennata di un sogno che forse non si realizzerà mai, temi ai quali chiunque può relazionarsi.

JB e KG vogliono semplicemente fare rock e non hanno intenzione di farsi ostacolare da nulla ; il loro coinvolgimento rasenta il 100% e l'energia che sprigionano è di quelle che poche volte riescono ad esser fissate su celluloide.
"Chiunque abbia avuto un amico, o ne abbia mai voluto uno, può entrare in contatto con questa cosa, sia che ami la musica o la commedia oppure no", afferma lo stesso Lynch.
È di questo che parla Tenacious D e il destino del rock, di amore ed amicizia, ed è evidente l'intezione di non voler esser presi sul serio. A nessun costo.
Una struttura che ricorda il musical, l'innesto di scene oniriche, la Guitarway To Heaven ed il duello finale con Satana in persona: l'obiettivo non è il realismo, né tantomeno la credibilità. È il voler coinvolgere il pubblico, lo spettatore, farlo entrare nello spirito del film. Ed in questo, le due aspiranti rockstar riescono alla perfezione.

Evidenti gli omaggi al mitico The Blues Brothers (senza, però, raggiungere la grandiosità dell'opera di Landis), soprattutto nella folle corsa con i poliziotti per le vie di Hollywood e meritato il paragone che vuole Black come novello Belushi ... un po' meno cattivo, forse.
Da sottolineare la presenza di "vere" leggende del rock più duro: si va da Ronnie James Dio (e chi non lo conosce vada a ripassarsi un po' di storia della musica) nei panni di ... Dio, Meat Loaf (il suo Bat Out Of Hell ha venduto circa 30 milioni di copie, piazzandosi al terzo posto tra i dischi più venduti della storia) e Dave Grohl (dapprima batterista dei Nirvana poi voce e chitarra dei Foo Fighters), qui nelle vesti di un insolito Lucifero.

In definitiva, Tenacious D non cambierà il destino del cinema, ma di certo garantisce, parole di Black, "37 risate estreme, 27 ridacchiate, due risatine, un grugnito, tre risate intelligenti, un orgasmo e due risate di disgusto".