Natalia Estrada, bellezza mediterranea sempreverde, racconta ai giornalisti il suo ruolo da doppiatrice per il film Gaya, con tanta disponibilità ed un pizzico di autoironia.
Che cosa c'è di suo nel personaggio di Alanta, le somiglia in qualche modo?
Natalia Estrada: Beh non ho le sue orecchie fortunatamente! Alanta è una ragazza peperina, grintosa e anche un po' maschiaccio: sono tutte caratteristiche che credo di possedere.
Quali sono gli aspetti più spinosi che ha riscontrato nel doppiaggio? Natalia Estrada: Io penso che doppiare sia già difficile di per sé, tant'è che si tratta di un mestiere serio con scuole, accademie, percorsi e professionisti bravissimi, che addirittura riescono a rendere una recitazione migliore rispetto all'originale. Per quanto mi riguarda, doppiare Alanta non è stato semplice, perché dovevo eliminare quest'accento milanese che mi ritrovo, stare attenta alla dizione... anche se alcune battute come "Hola!" oppure "Hombre" di tanto in tanto mi facevano sentire più a mio agio. Ecco, la parte negativa è stata tutta questa difficoltà: il direttore di doppiaggio, il grande Roberto Chevalier, mi ha davvero bacchettato!
Eppure l'esperienza è stata comunque positiva... Natalia Estrada: Anche se è stata una vera scommessa, posso dire che è bello sapere che Alanta vive della mia voce, e che questo rimarrà per sempre. Lo dico soprattutto in quanto mamma: penso a quando mia figlia -che a dire il vero si arrabbierà, sapendo che c'è stata l'anteprima e non l'ho portata- vedrà il film e riconoscerà la mia voce...
E' stata la sua prima volta da doppiatrice? Natalia Estrada: No, come 'prova generale' realizzai Il barbiere del re, un film d'animazione che è uscito l'anno scorso solo in home-video e che era venduto in librerie, cartolerie e via dicendo. Era una bella favola, certo meno complessa di "Gaya" che invece è pieno di contenuti: da concetti come il libero arbitrio all'influenza della televisione. E poi c'è Alanta, questa principessa anomala, che, oltre ad essere un maschiaccio, alla fine si sposa anche uno dei cattivi!
E, al di là di Gaya, cosa fa nella vita? Natalia Estrada: Intanto mi vedrete presto in televisione, sui canali e nei programmi dei ragazzi, tipo MTV, a promuovere e presentare questa pellicola. Per il resto, diciamo che mi guardo intorno. E' un periodo strano: le tv commerciali, Rai e Mediaset, non propongono nulla d'interessante. C'è poco spazio ormai per i varietà, se non per quelli maschilisti stile Bagaglino, con donne trattate praticamente come oggetti. Non mi piace il tipo di ruolo femminile che fa apparire le persone come senza cervello, anche se magari Valeria Marini e Pamela Prati sono intelligenti. Insomma, tranne Simona Ventura e qualcun'altra che riescono ad imporsi, le altre, con quei loro costumini, restano un contorno e non il piatto forte.
E le fiction? Natalia Estrada: Stavo realizzando una sit-com con Enzo Iacchetti, Il mammo, per altro piena di spunti di riflessione come contraccettivi, primi amori, turbolenze adolescenziali... E' tutto pronto, dev'essere solo mandato in onda, ma purtroppo c'è un grosso problema di palinsesto. Anche perché oggi il calcio è dovunque: la domenica, il mercoledì...ovviamente non voglio fare polemiche: so benissimo che è lo sport preferito degli italiani. E pure degli spagnoli!
E' curioso che la fidanzata di Paolo Berlusconi non trovi spazio in tv. Natalia Estrada: Le offerte ci sono, ma a trentatrè anni non m'interessa un lavoro teatrale in giro per l'Italia, o un reality in cui mi vedano milioni di telespettatori sotto la doccia! Sono prima di tutto una mamma e ci tengo, per questo non mi va di stare lontano da casa. Ho persino rifiutato l'Isola dei Famosi. Anche perché nella mia carriera ho praticamente fatto tutto: ballato, cantato, affiancato personaggi come Gerry Scotti, Fabio Fazio, Marco Columbro... Non voglio entrare in questa tv che brucia le persone: meglio stare a guardare.
Reality show: perché no? Natalia Estrada: Non li guardo, perché non amo spiare la gente dal buco della serratura, anche se devo aggiornarmi perché fanno tutti domande al riguardo. E non li faccio, perché amo risolvere le cose a casa mia, a quattr'occhi, senza telecamere addosso anche perché spesso sono situazioni così al limite che non sai come puoi reagire. E' una tv che non mi piace, non la trovo utile.
E' una condanna in toto? Natalia Estrada: Assolutamente no. Ma io vengo dalla danza classica e non amo l'improvvisazione. So di essere in controtendenza, ma ficcare il naso negli affari della gente proprio no. Meglio occuparsi dei propri.
Quali sono le sue aspirazioni professionali? Natalia Estrada: Sicuramente tornare al cinema; in qualche modo l'ho già fatto con Gaya, con questo personaggio tutto mio. Dopo Il ciclone mi sono stati offerti tutti ruoli cinematografici simili, cioè ballerina di flamenco nelle varie salse, ma nessuno mi ha convinta davvero, quindi ho deciso di non rischiare un flop e lasciare intatto il ricordo di quel bel film.
Quindi le piacerebbe lavorare nel cinema italiano? Natalia Estrada: Sì anche se è difficile per un personaggio targato "barzellette" o "varietà" trovare un personaggio dignitoso da interpretare, a parte ruoli comici tipo Vanzina, dove ti mettono un push-up strettissimo e ti dicono stai zitta e muoviti un po'. Mi piacerebbe un ruolo più impegnativo, non che ne sia poi capace, ma la tenacia e la voglia di fare bene non mi mancano mai.
Perché non tentare nel campo della produzione, come ha fatto la sua collega Anna Falchi ad esempio? Natalia Estrada: Perché per fare il produttore ci vogliono i soldi! Scherzi a parte, è un ruolo comunque complicato: devi avere tutti gli agganci, saper trattare con la gente ed invece politicamente io sono un disastro. Comunico bene con i cavalli, ma non con le persone, anche se sono estroversa.
A casa, cosa segue in televisione con sua figlia? Natalia Estrada: Mia figlia ha dieci anni, vede poca televisione a causa del tempo - pratica equitazione come me e poi ha attività scolastiche ed extra- ma fortunatamente guarda i cartoni e ogni tanto facciamo discussioni sulle tematiche, tipo il libero arbitrio. Per noi la tv è un sottofondo, dev'esserci un po' di zapping e un po' di dialogo, credo che serva a questo in fondo: dev'essere uno spunto per parlare e non per annullare il dialogo con i propri figli. E a questo proposito Gaya è perfetto per figli e genitori: si parla di amicizia, di buoni che si uniscono ai cattivi...
Nel film il cattivo di turno in realtà è quello a cui tagliano il programma. Ci racconti qualcosa di analogo nella nostra televisione. Natalia Estrada: In effetti il cattivo aveva un programma tipo Discovery Channel, quindi di grande interesse scientifico e culturale. Anche questo è un tema di grande attualità: capita che prima si è famosi e poi si sparisce nell'anonimato. Ci sono fatti di cronaca che lo confermano, ma nella vita non dev'esserci solo l'audience, se no si sta male.
E cosa c'è allora nella sua vita, oltre al mondo dello spettacolo? Natalia Estrada: Sono molto impegnata nel sociale, dall'ipoterapia alle varie associazioni ONLUS che hanno a che fare con realtà decisamente dure. C'è ben altro oltre la tv.
Un'ultima domanda: perché è stata scelta proprio lei per Alanta?
Natalia Estrada: Ecco, volevo chiederlo anch'io alla DNC: perché io?
M. R. Cerino, Uff.Stampa della DNC Entertainment: Per la sua personalità così simile al personaggio; e poi ha lavorato bene con un grande direttore di doppiaggio... è stata quel che si definisce "una scheggia": ha imparato tutto in poco tempo.
B. Bianciardi, Responsabile commerciale della DNC: Natalia è stata molto professionale e noi confidiamo in lei e nel passaparola, anche perché non godiamo di grande potenza come le maggiori case di distribuzione. Tuttavia Gaya sarà proiettato in Italia a partire da venerdì 30, cento copie in tutto.