Natale senza Babbo, recensione: se le Feste le salvano le donne (forse)

Dopo il riuscito Elf Me con Lillo protagonista e Mainetti alla sceneggiatura, Prime Video ci riprova, mettendo in crisi il Babbo Natale di Alessandro Gassmann, così da precisare che il Natale non è prerogativa maschile. Disponibile dal 28 novembre.

Alessandro Gassmann in una scena di Natale senza Babbo

Per le feste 2023, Prime Video provò a tutti che una risposta italiana ai film di Natale americani, tutti vischio, fantasia, slitte, addobbi ed alberi, ci poteva essere. Arrivava infatti Elf me, scritto e prodotto, tra gli altri, da Gabriele Mainetti, con Lillo nei panni di un elfo maldestro, Trip. A due anni da quel test riuscito, e, con la volontà di bilanciare la centralità indefessa di Babbo Natale, con lo spazio meritatissimo che dovrebbe avere chi gli sta accanto, arriva, dal 28 novembre, Natale Senza Babbo, commedia natalizia in cui Santa Claus, interpretato da Alessandro Gassmann, in piena crisi di mezza età, abbandona moglie, figli e impegni, proprio a pochi giorni dalla Vigilia. Scritto da Michela Andreozzi con la collaborazione di Filippo Chiusi, il film, co-prodotto da Amazon MGM Studios con Gaumont Italia, è diretto da Stefano Cipani, regista dell'ottimo debutto Mio Fratello rincorre i dinosauri, dove aveva conosciuto Gassmann.

Natale Senza Babbo Alessandro Gassmann Foto
Alessandro Gassmann in una scena di Natale senza Babbo

Sparito Babbo Natale, sua moglie Margaret (Luisa Ranieri), un tempo inventrice e ora l'unica che sostiene il carico mentale di tutta la baracca, magica e non, deve cercare di salvare il Natale e non lasciare i bambini di tutto il mondo senza regali. Ad aiutarla, non solo la Befana (Caterina Murino) con toy boy (Simone Susinna) ma anche Santa Lucia ( Valentina Romani) in versione semi-horror.

Natale senza Babbo: una caotica abbuffata

Riparte dall'inglesissimo mental load, quel famoso carico che le donne e specialmente le mamme si portano addosso per la maggior parte del tempo, Natale senza Babbo, per provare a fare della crisi di Babbo Natale, l'occasione perfetta per dare spazio alle donne, sullo schermo e soprattutto durante le Feste. Purtroppo non si limita o concentra solo su questo il film (già così, ce ne sarebbero state di cose da dire) ma disperde l'attenzione su molti altri messaggi, da quello pacifista dedicato ai bambini nei paesi in guerra alla perdita di valore delle feste ormai schiave del consumismo. Il risultato, confezionato perfettamente, grazie a degli effetti speciali ineccepibili e visibilmente costosi, è un'abbuffata caotica di quasi due ore.

Umanizzare Babbo Natale

Natale Senza Babbo Alessandro Gassmann Scena
Alessandro Gassmann in una scena di Natale senza Babbo

La premessa di Natale senza Babbo è un'ottima intuizione, la crisi esistenziale in cui sprofonda San Nicola, con tanto di annesa crisi coniugale è strumento utile per umanizzare una figura mitologica, far tornare papà Natale tra gli esseri umani, fallibili e dunque più capace di empatia o di depressione, in questo caso. Secondo la teoria del film, Nicola è Claus XVI, dunque Santa Claus si diventa, un po' tipo Papa, però in base ad una chiamata magica, un cuore pulsante ( e illuminato) che batte per la causa del Natale.

Natale Senza Babbo Angela Finocchiaro
Angela Finocchiaro in una scena di Natale senza Babbo

Il Nicola di Alessandro Gassmann è in terapia con la moglie per risolvere questo malessere, seguito da un'analista esilarante interpretata da Angela Finocchiaro e invece di lavorare, perde tempo con la sua band composta di elfi metallari, I Natallica. Non solo Nicola è umanissimo ma, è anche, e questo è uno sguardo corretto che fa il film, un ulteriore peso sulle spalle di sua moglie che è sempre più sola nella gestione casalinga e imprenditoriale del Natale ma "senza autorità", neanche per timbrare il collaudo delle renne. Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, si dice e Natale senza Babbo sottolinea, metaforicamente, che anche basta con questo detto e basta con questo fatto.

Solidarietà tra donne

Natale Senza Babbo Luisa Ranieri
Luisa Ranieri in una scena di Natale senza Babbo

Il film prosegue ancora in maniera coerente quando mostra quanto Nicola non si renda conto di tutto il lavoro che c'è attorno a lui e centrato solo sulla sua crisi interiore, abbandoni in fuga Polo Nord, annessi e connessi, incurante del caos che si lascia alle spalle. È allora che i birilli che la Margaret di Luisa Ranieri tiene in aria raddoppiano e la responsabilità di salvare il Natale diventa troppo per lei e per lo spettatore.

Natale Senza Babbo Frame
Valentina Romani in una scena di Natale senza Babbo

Cipani mette allora in campo altri interlocutori, per creare divertissement e mostrare la forza delle donne e la solidarietà tra loro: la sexy Sabrina, per tutti conosciuta come La befana e Santa Lucia, una star delle Feste nel nord Italia. Dapprima rivali nel tentare di approfittare del vuoto legislativo, poi alleate per il bene dei bambini, le tre nuove protagoniste del Natale e le loro avventure, prendono possesso di gran parte del film in una sorta di linea narrativa parallela che mal si interseca con i dolori del giovane Werther Nicola, in una simil clinica per Babbi depressi gestita da Diego Abatantuono( già Babbo Natale per Genovesi) che filosofeggia vestito da Che Guevara pacifista, con assistenti in giacca con il simbolo della pace e l'orsacchiotto al posto delle stelle sul cappello.

Il carico mentale per lo spettatore

Natale Senza Babbo Diego Abatantuono
Diego Abatantuono in una scena di Natale senza Babbo

Con forse il timore di non aver coperto tutte le tematiche che è d'obbligo coprire, si corre ai ripari con frasi ad effetto come "quanti bambini sotto le bombe in questo momento riescono a mandare una letterina? Zero" perchè si sa, viviamo nella parte privilegiata del mondo. E un po' viene da fare mic drop, perché buttare dentro tutte queste istanze finisce per avere l'effetto contrario: non dare il giusto valore a nulla.

Natale Senza Babbo Alessandro Gassmann
Alessandro Gassmann in una scena di Natale senza Babbo

Un cast di attori stellare, del grande e piccolo schermo, che capiamo abbiano avuto voglia di dire la loro sul "Natale che non è una prerogativa maschile" ma che affollano la scena per un film che finisce per generare nello spettatore, lo stesso carico mentale e la stessa ansia che proviamo sotto le Feste quando cerchiamo di far quadrare tutto, regali, impegni e cenoni. Infine, alla luce dell'emancipazione femminile e in pieno inno alle Mamme Natale che potrebbero arrivare, non sarebbe stato meglio fare il gesto rivoluzionario di portarlo a compimento questo Natale senza Babbo? Alla fine, invece (e non è spoiler ma c'è nel trailer), Nicola torna e ringraziamenti dovuti a parte, il protagonista del Natale rimane lui.

Conclusioni

Nonostante la giusta intuizione che ci fosse bisogno di ricordare che il Natale non è prerogativa maschile, gli straordinari effetti speciali e gli ottimi attori, il nuovo film di Natale targato Prime Video, Natale senza Babbo, per la troppa carne al fuoco e i troppi temi affrontati, non riesce a doppiare il successo di Elf me, che era riuscito a insinuarsi bene nella tradizione cinematografica italiana durante le feste.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Umanizza la figura mitologica di Babbo Natale
  • Bilancia la centralità indefessa di Babbo Natale e degli uomini, ridando lo spazio dovuto alle donne.

Cosa non va

  • Per dire la sua su parità, pacifismo, consumismo, geopolitica, finisce per disperdere i messaggi.
  • Dura troppo per un film di Natale.
  • Non gestisce la coralità del film e sovrappone storie, generando caos.