Sembra il titolo del nuovo cinepanettone firmato dall'accoppiata Boldi-De Sica ma, in realtà, Natale in California è la new entry del catalogo dedicato alle feste della piattaforma Netflix. Peccato che, in questa nuova commedia romantica natalizia ambientata tra le assolate colline della Napa Valley, il grande assente sia proprio il Natale. Come vedremo nella nostra recensione di Natale in California, infatti, le vicende narrate nel film diretto da Shaun Paul Piccinino sarebbero potute accadere in qualsiasi altro periodo dell'anno e la cosa non avrebbe fatto alcuna differenza. Niente addobbi, cenoni della Vigilia e, (ovviamente) neve, quindi. In compenso, la pellicola non rinuncia a un copione ricco di cliché, a una cospicua dose di moralismo a buon mercato e a un happy ending prevedibile fin dai titoli di testa.
La trama
Joseph (Josh Swickard) è l'arrogante e facoltoso figlio di un'importante famiglia di imprenditori immobiliari di San Francisco. Un giorno la madre Amy (Julie Lancaster), stanca di vederlo sprecare il suo tempo dietro a donne e motociclette, decide di affidargli un importante affare: convincere la reticente proprietaria di una fattoria nella Napa Valley, regione californiana famosa per la produzione vinicola, a vendere il suo prezioso terreno prima di Natale. Giunto al ranch, Joseph fa la conoscenza di Callie (Lauren Swickard) e di sua sorella Hannah, intente a far nascere un vitellino. Scambiato dalle due per il nuovo bracciante, l'uomo decide di fingersi un ranchero per conquistare la fiducia della ragazza e farle finalmente firmare il contratto. Ma, ovviamente, le cose non andranno come previsto e Jospeh si ritroverà costretto a scegliere quale sia la cosa più importante per lui: l'amore di Callie o concludere l'affare. Conosciamo tutti la risposta.
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Si sono persi il Natale
Come abbiamo già accennato nell'introduzione, nel film diretto da Shaun Paul Piccinino il vero grande assente è proprio il Natale. Il titolo, infatti, sembra scelto solo per strizzare l'occhio agli amanti del genere ma, in realtà, chi si aspetta di trovare la classica e gioiosa ambientazione natalizia rimarrà inevitabilmente deluso. Niente luci, addobbi o nevicate della Vigilia ma solo vigneti e un sole che spacca le pietre. Eccezion fatta per il finale, dove sembrano voler ricreare a tutti costi l'atmosfera di festa, utilizzando un cappello da Babbo Natale e un paio di tovaglie rosse. Per il resto, le vicende sarebbero potute accadere in qualsiasi altro momento dell'anno e la cosa non avrebbe avuto alcun tipo di ripercussione a livello narrativo. Solo in un aspetto Natale in California ci ricorda una di quelle classiche commedie natalizie dalla trama trita e ritrita: l'abbondanza di cliché.
Una pellicola stereotipata
Se in Natale in California fosse andato in scena il cenone della Vigilia, sicuramente la portata principale non sarebbe stata l'originalità. Non c'è assolutamente nulla in questo film che lo spettatore non abbia già visto prima: l'intera storia è basata su un susseguirsi ininterrotto di stereotipi e ogni singola svolta narrativa può essere prevista almeno un quarto d'ora prima che questa accada. Troviamo, quindi, il ragazzo ricco e arrogante che si innamora della ragazza in difficoltà economica ma estremamente tenace, cambiando, in un istante, vita, attitudine e priorità. Ma anche lo stratagemma dello scambio di identità, il miglior amico innamorato e geloso e i retroscena tragici; senza ovviamente dimenticare il becero moralismo dei soldi che non possono comprare la felicità e un happy ending che è la copia carbone di altri mille finali tutti uguali.
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Chimica e un po' di umorismo
Nonostante gli attori non brillino per le loro interpretazioni, Natale in California regala anche un po' di umorismo; le performance di David Del Rio e Ali Afshar, rispettivamente Manny, il vero ranchero e Leo, assistente di Joseph, riescono a strappare qualche sorriso, grazie a una divertente dinamica che si instaura tra i due personaggi. Anche i momenti in cui Joseph si ritrova alle prese con mansioni a lui completamente estranee (tagliare la legna, mungere le vacche o nutrire gli animali) rendono la narrazione, altrimenti piatta e senza slanci, leggermente più piacevole. Infine, la chimica tra i due attori protagonisti è innegabile fin dalle prime scene e rappresenta uno dei punti di forza del film. D'altra parte, sarebbe stato strano il contrario considerando il fatto che i due sono marito e moglie nella vita reale.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione di Natale in California, la pellicola diretta da Shaun Paul Piccinino non brilla certo per originalità, riproponendo i soliti stereotipi tipici delle commedie romantiche natalizie. Al contrario di queste ultime, però, l'atmosfera gioiosa e innevata delle feste è completamente assente, lasciando spazio alle assolate colline della Napa Valley. Unici punti di forza del film sono la chimica tra i due attori protagonisti (sposati nella vita reale) e alcuni momenti di umorismo che risollevano un po' la piattezza della trama.
Perché ci piace
- La chimica tra i due attori protagonisti.
- Alcuni momenti di umorismo.
Cosa non va
- Una pellicola troppo stereotipata.
- l'assenza del Natale.