Natale a 8 bit, la recensione: il film natalizio che gioca con la nostalgia

La recensione di Natale a 8 bit, una simpatica commedia ad altezza ragazzino che racconta il disperato tentativo di avere un Nintendo durante gli anni Ottanta.

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Natale a 8 Bit: Neil Patrick Harris in un'immagine

Vogliamo iniziare questa nostra recensione di Natale a 8 bit ponendoci una domanda che non appare così scontata: cosa rende un film di questo tipo particolarmente riuscito? Disponibile su Sky e NOW, quello di Michael Dowse appartiene al più classico dei filoni, quello dei film natalizi, perfetti da guardare con tutta la famiglia nel periodo delle feste. Gli ingredienti di questi feel good movies sono sempre gli stessi: buoni sentimenti, storie ricolme di affetto e di emotività, un tono leggermente più enfatico del previsto, semplicità. Non fa eccezione la storia di Jake Doyle, protagonista di questa vicenda che gioca parecchio con la nostalgia, intende creare un legame con lo spettatore e, attraverso una commedia efficace, sa arrivare con sincerità e schiettezza al cuore del proprio pubblico.

Quel Natale di fine anni Ottanta

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Natale a 8 Bit: Neil Patrick Harris in una scena del film

Jake Doyle (Neil Patrick Harris) non intende regalare uno smartphone alla figlia per Natale, nonostante lei lo chieda in continuazione e sia costretta a usare quello del padre per mandare messaggi alle amiche. I due sono in viaggio verso la casa d'infanzia del protagonista, per festeggiare il Natale coi nonni. In attesa del loro ritorno, per tirar su di morale la figlia, Jake rispolvera la sua vecchia console: un Nintendo. In quella schermata a 8 bit che riempie il vecchio televisore si nasconde una storia che appartiene al passato di Jake. Una storia ambientata verso la fine degli anni Ottanta, che riguarda il Natale e riguarda un regalo da mettere sotto l'albero che sembrava non dovesse arrivare mai. Inizia così, come un racconto orale, la storia di come Jake sia riuscito ad ottenere un Nintendo, regalo ambito da tutti i suoi coetanei, costoso e destinato a pochi fortunati. Jake ha 10 anni e nonostante i suoi sforzi sia la madre perennemente distratta che il padre interessato al bricolage non intendono regalargli un Nintendo: i videogiochi fanno male, dicono al telegiornale. Insieme ai suoi compagni di classe, Jake però cercherà di fare di tutto per vivere il Natale migliore possibile.

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Un'avventura sopra le righe

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Natale a 8 Bit: un'immagine del film

Inserito in una cornice di racconto orale legato alla memoria, Natale a 8 bit è un film che procede attraverso una narrazione ricolma di nostalgia. Non tanto nella messa in scena di vecchi videogiochi o altri accessori dell'epoca, ma come tono che definisce lo stesso racconto. I ricordi del Jake adulto che danno il via alla vicenda principale del film sono filtrati da un occhio ricolmo di "bei tempi andati", a tratti sentimentale per quell'infanzia perduta dove tutto sembrava più facile (o perlomeno c'erano ben altre priorità), a tratti esagerata e sopra le righe, anche distante dalla rappresentazione più quadrata del reale. Se normalmente i film di Natale costruiscono personaggi esagerati nel carattere, quasi fuori dalla normalità, creando una stonatura tra ciò che accade sullo schermo e la partecipazione dello spettatore, Natale a 8 bit, nonostante non si discosti poi molto dal canone, rifugge da questa semplificazione: appartenendo alla memoria stessa del personaggio che plasma la propria realtà, anche il film si appropria di quelle esagerazioni che costruiscono, però, una coerenza interna riuscita. Il gruppo di protagonisti risulta ben affiatato e insieme danno vita a un microcosmo in cui ogni spettatore può ritrovare parte della propria esperienza.

Cara vecchia nostalgia?

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Natale a 8 Bit: Neil Patrick Harris in una scena del film natalizio

Dove il film riesce particolarmente, però, è nelle tematiche profonde che va a toccare. Se a prima vista il film sembra demonizzare la tecnologia per le nuove generazioni (niente smartphone per la figlia nel presente che corrisponde a niente videogiochi negli anni Ottanta), in realtà riesce a costruire una serie di analogie tra i giovani di ieri e di oggi che non lasciano indifferenti. Più che esorcizzare la paura del nuovo, il film si concentra sul rapporto padri e figli, riuscendo a divertire per tutta la durata, ma dando una stilettata emotiva nel finale quasi inaspettata. Viene meno, quindi, quel senso di nostalgia superficiale che è diventato il leitmotiv delle ultime produzioni cinematografiche (e in questo caso il titolo potrebbe lasciar presagire un film diverso), dando più spazio alle emozioni dei personaggi. Scelta davvero vincente, perché, al netto di una regia semplice ed efficace ma che non propone nemmeno qualche scintilla di creatività, Natale a 8 bit risponde nel migliore dei modi alla nostra domanda iniziale. Cosa rende riuscito un film di questo tipo? La sincerità delle emozioni. A Natale può bastare.

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Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Natale a 8 bit possiamo dire di essere rimasti sorpresi dalla schiettezza e dalla semplicità di questo film di buoni sentimenti. Senza demonizzare la tecnologia, attraverso un racconto efficace e divertente, il film mette in scena una bella storia, con qualche esagerazione dovuta alla dimensione nostalgica della narrazione, che si eleva grazie al gruppo affiatato di protagonisti. Il finale, concentrandosi sul vero cuore del racconto, riesce ad emozionare a dovere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.6/5

Perché ci piace

  • Il film natalizio destinato a tutta la famiglia intrattiene a dovere.
  • La nostalgia diventa il filtro emotivo del racconto e non semplice fan service.
  • Il gruppo di protagonisti è molto affiatato e dà vita a personaggi riusciti.
  • Il finale sa emozionare a dovere.

Cosa non va

  • Nessun particolare guizzo in cabina di regia.
  • Qualche esagerazione di troppo sopra le righe potrebbe scontentare chi si aspetta un film più ancorato al reale.