Nascita di una pornostar
E' bizzarro come a volte basta una decisione per cambiare il corso di una vita, come una scelta possa condurci su una strada che diventerà il binario principale della nostra esistenza. E' così in Cherry, dramma dello scrittore inglese Stephen Elliot, al suo debutto dietro la macchina da presa, presentato nella sezione Berlinale Special del 62mo Festival di Berlino.
Ne è al centro il personaggio di Angelina, diciottenne che vivacchia tra la madre alcolizzata, una sorella piccola ed un lavoro tedioso e privo di stimoli in una lavanderia. E' il suo ragazzo a spingerla a farsi fotografare nuda, perchè un corpo come il suo va mostrato e soprattutto perchè lui avrebbe percepito una percentuale su quel lavoro, e da lì prende il via il cammino della ragazza in quell'ambiente.
Con i soldi del primo lavoro riesce a trasferirsi a San Francisco con il suo miglior amico Andrew e lì passa da cameriera in uno strip club ai primi lavori in film per adulti con lo pseudonimo di Cherry, appunto, nei quali si sente semprè più a suo agio, mentre si districa tra le difficili relazioni interpersonali con chi la circonda, dall'amico chiaramente innamorato di lei ad un nuovo compagno che fatica a comprendere il suo nuovo mondo, passando per una delle registe dell'agenzia in cui lavora che sembra essere l'unica a capirla.
Nonostante la giovane età, Cherry non appare una vittima dell'industria dei film per adulti, che si trova invischiata in qualcosa che non sa e non può gestire, mentre le sue scelte sembrano dettate da un'accettazione di quel mondo che l'ha accolta. Però lo script è affrettato nel mostrarci le reazioni della ragazza all'atteggiamento negativo di chi la circonda, perdendo l'occasione per dar voce al punto di vista che sembra voler comunicare, ovvero che quella nel mondo del porno può essere una carriera accettabile per una ragazza. In particolare sono proprio i personaggi ed alcuni loro comportamenti ad essere forzati, o quatomeno non adeguatamente sorretti dalla sceneggiatura dello stesso Elliott e Lorelei Lee, attrice attiva nel mondo del porno. Se ne trovano indizi nel rapporto tra Angelina (Ashley Hinshaw) ed Andrew (Dev Patel), in quello tra la protagonista e Frances (James Franco), e soprattutto in quello tra Margaret (Heather Graham) e la sua compagna. Non sorprende che siano proprio gli interpreti a soffrire maggiormente di ciò, impossibilitati a rendere credibili alcune situazioni che i loro personaggi si ritrovano a vivere.
Dal punto di vista visivo, Cherry si presenta più che sufficiente, accompagnato da una colonna sonora adeguata, ma per i difetti suddetti non si può considerare un esordio riuscito per il regista.
Movieplayer.it
2.0/5