Moon il Panda, recensione: Gilles de Maistre e un cinema innocuo che punta alla tenerezza

Il regista francese ci porta in Cina per un'altra bella storia d'amicizia tra un bambino e un animale. In questo caso, il fattore panda, gioca un ruolo cruciale. E tenero. Al cinema.

L'artwork di Moon il panda

Riecco il tocco leggero di Gilles de Maistre, questa volta volato nella lontana Cina per un racconto di formazione, educazione, rispetto e condivisione. Niente di nuovo all'orizzonte? Ovvio. Dopo i successi di Mia e il leone bianco, ma anche de Il lupo e il leone (veri e propri casi del box office, affermandosi anche in streaming), il regista francese rafforza l'immaginario fiabesco, andando a costruire un altro - l'ennesimo, ma va bene così - capitolo del suo viaggio in cui l'amicizia tra uomo e animale risulta propedeutica per quel tripudio di emozioni tarate e concepite per un pubblico trasversale.

Moon Il Panda Sequenza
Noah Liu Martane e il panda

In questo caso, però, Moon il Panda (scritto insieme alla moglie Prune), vuoi per la figura iconica dell'orsetto più tenero che ci sia, sembra ammiccare maggiormente verso un pubblico under 10, facendo somigliare il titolo ad una sorta di cartoon versione live action (del resto, il panda è tra gli animali universalmente più amati e celebrati, fin dal logo del WWF). Certo è, se i panda sono irresistibili, la tenerezza spregiudicata della narrazione - magari un filo standard - appare quasi inclassificabile secondo un'opinione che possa avere una parvenza di critica.

Moon il panda: nelle verdi foreste dello Sichuan

Moon Il Panda Il Panda
Il simpatico panda protagonista

Anche la traccia del racconto segue un percorso che non prevede scossoni, fino al corroborante happy ending: Moon il panda ha per protagonista Tian (Noah Liu Martane), dodicenne con una famiglia litigiosa. I voti a scuola non girano - al contrario della sorella "secchiona" Liya, interpretata da Nina Liu Martane -, è taciturno, e passa le giornate a giocare con i videogame. L'unica a comprenderlo pare sia la nonna Nai Nai (Sylvia Chang), che lo ospita per le vacanze estive nella sua casa inondata dal verde delle foreste dello Sichuan (il paesaggio è fondamentale nei film di de Maistre). Qui, Tian incontra un meraviglioso cucciolo di panda. Specie protetta, anzi protettissima in Cina tanto da essere una sorta di simbolo anche politico, Tian disobbedisce alle regole e si avvicina all'orso. Il legame tra i due - inizialmente segreto - cambierà la vita del ragazzo.

Tenerezza a più non posso

Solito grande rispetto e solito grande tatto da parte di Gilles de Maistre nei confronti del mondo animale e naturale che circonda i suoi notevoli set, senza ricorrere all'uso de-personalizzato della CGI. È questa, in fondo, la prerogativa dell'autore, conscio di aver in qualche modo creato un genere di riferimento: l'utilizzo degli animali - dai leoni ai panda fino alle pantere - non devono essere giudicati come degli strumenti, bensì delle opportunità da conservare e preservare, senza alterare i loro istinti e i loro habitat. In questo scopo, seguendo il crescendo emotivo che avvolge Tian e il cucciolo (che sarà viatico per una liberazione sentimentale), l'approccio si rifà ad una certa narrativa documentaristica, mettendo però in contrasto la velocità assurda dei tempi moderni rispetto alla placida e coccolosa vita di un animale unico nel suo genere.

Moon Il Panda Amici
Una scena del film

Così come i precedenti lavori di de Maistre, anche Moon il Panda è allora un film innocuo nella più stretta vicinanza al termine. Complicato essere severi dinnanzi a tale innocenza. A livello teorico e pratico infatti non tutto funziona, e una certa retorica, alla lunga, fa perdere la spontaneità necessaria, tuttavia l'amabilità e la dolcezza spostano in secondo piano l'architettura generale, avvicinando l'opera ad una favola morbida e delicata. Esaltata da un contesto naturalistico di innegabile e potente bellezza.

Conclusioni

Moon il Panda di Gilles de Maistre, un racconto di formazione sull'amicizia tra un ragazzo e un cucciolo di panda nella Cina rurale. Marchio di fabbrica del regista, le storie sull'amicizia uomo (anzi, bambino) e animale. In questo caso, complice la dolcezza del panda, il film è palesemente rivolto a un pubblico più giovane. Pur riconoscendo una certa prevedibilità narrativa, l'amabilità e la dolcezza del film, esaltate dalla bellezza del contesto naturalistico, rendono il titolo una favola delicata e piacevole.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Il panda, ovvio.
  • Il paesaggio.
  • La dolcezza e l'innocenza generale.

Cosa non va

  • Ovviamente, c'è una certa retorica.
  • Gli adulti potrebbero distrarsi facilmente.