Con le gote rubiconde e il sorriso gioviale, John Madden ha accolto tutti con una stretta di mano e il più educato dei benvenuti. L'occasione per incontrarlo è stata la 13a edizione del Dubai International Film Festival, svoltasi dal 7 al 14 dicembre scorso, dove il regista britannico ha presentato in anteprima il suo ultimo lavoro in questi giorni nei cinema italiani: Miss Sloane - Giochi di potere, con Jessica Chastain nel ruolo di una spietata lobbista di Washington coinvolta nel dibattito sull'uso delle armi negli Stati Uniti. Con il cineasta sul red carpet c'era anche l'interprete Jake Lacy, che alla kermesse ha presentato anche un'altra pellicola, Their Finest .
Mai come in questa edizione la manifestazione ha puntato su progetti al femminile e, da Hollywood a Bollywood, ha raccontato cosa voglia dire essere donna oggi, tra conflitti familiari e problematiche civili.
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La donna secondo Madden
La figura femminile più importante della carriera di John Madden è stata interpretata da Gwyneth Paltrow nel suo Shakespeare in Love, che quasi vent'anni fa si è aggiudicato 7 Premi Oscar: "Lo ammetto - confessa con candore il regista - che ci ha colti di sorpresa. Nessuno all'epoca poteva immaginare l'impatto che questo dramma storico, pensato per un pubblico di nicchia, avrebbe potuto avere nel mondo. Il successo ci ha travolto come un'onda e rimarrà sempre indelebile nei miei ricordi. E non solo perché mi ha aperto moltissime porte ma perché raramente un cineasta può vantare un progetto del genere nella sua carriera e a me è successo".
La protagonista di Miss Sloane non ha nulla da invidiare a Viola (la Paltrow), caparbia nobildonna inglese disposta a tutto pur di recitare sul palcoscenico per il Bardo. Tenace fino ai confini della spregiudicatezza, non si ferma davanti a niente pur di vincere e poco importa che creda o no nella battaglia che combatte. "Miss Sloane - continua - è l'esatto opposto di quello a cui il pubblico è abituato. Il personaggio di Jessica Chastain non si considera affatto femminista, pretende di essere definita dalle sue capacità lavorative, scrollandosi di dosso alcuni pregiudizi medievali che circondano le donne in carriera. Ecco perché mi sono convinto a buttare nell'arena delle anti-eroine proprio lei, una protagonista che sapevo avrebbe fatto arrabbiare lo spettatore, che sarebbe risultata persino irritante e antipatica. La sfida è stata questa: scorgere in lei un barlume d'umanità".
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Strepitosamente Chastain
Se questa gladiatrice moderna graffia lo schermo con tanta intensità il merito va in gran parte alla sua interprete, che scherma ogni fragilità dietro una corazza onnipotente. "Avevamo lavorato già insieme, Jessica e io - spiega Madden - e sapevo quanto fosse in gamba, d'altronde non serve un genio per rendersi conto del suo talento. Mi sono battuto perché fosse al timone della storia, un'attrice fuori dai clichè hollywoodiani, una professionista piena di dedizione e di acume, capace di travolgere un intero set con la sua energia carismatica. A lei i consigli del regista non servono, sa far suo il personaggio e vi si dedica con un impeto ammirabile. Ha dato a Miss Sloane una tridimensionalità incredibile: lei è complicata e incasinata, eppure ci affascina vedere come tenga testa agli uomini in una lobby tanto feroce come quella delle armi".
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Un tocco british per la politica USA
Potrebbe sembrare un controsenso che sia un regista britannico a dirigere un film così ancorato alla tradizione legislativa a stelle e strisce, ma Madden ha le idee chiarissime: "Sono ferrato sull'argomento - commenta d'impulso - perché ho vissuto negli Stati Uniti e conosco bene il sistema politico. Non che questo film sia un trattato o un manifesto, sia chiaro, ma comunque vuole dipingere una realtà delicata e controversa come quella del diritto alle armi sancito dal secondo emendamento. Si tratta di una tematica pervasiva e complicata e dubito che con i cambiamenti attuali ai vertici del sistema ci sia una maggiore stabilità al riguardo".
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Una giungla chiamata Hollywood
La spietata competizione dei lobbisti ricalca in effetti il feroce mondo dello show business di cui Madden fa parte. Quando glielo si fa notare scoppia a ridere, ma si vede che quel suono tintinnante ha un retrogusto amaro: "In entrambi i casi tutto si basa su strategie ben consolidate - dice - ma d'altronde succede sempre così quando c'è in ballo il potere. Viviamo in tempi pericolosi e serve un equilibrio delicato. Non voglio dare modelli di comportamento, Miss Sloane resta un prodotto di finzione, ma comunque accende i riflettori sulla questione, mostrando le posizioni radicali e le scelte che si è disposti ad abbracciare per una certa causa".
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Addio, Marigold
Quanto ai progetti futuri, invece, sembra improbabile la possibilità di un terzo film legato al Marigold Hotel: "Me lo chiedono in tanti - conclude Madden - ma non credo che accadrà. Per quanto mi sia sentito legato ai posti in cui abbiamo girato, so che non potrei mai continuare a fare e rifare le stesse cose, per quanto grande sia il desiderio del pubblico di rivedere ciò che ha amato. Io stesso sono rimasto affascinato dalla collisione di culture che abbiamo raccontato. Le contraddizioni mi colpiscono sempre nella loro intensità e poi l'India era già nei miei pensieri quando ho promesso a mia moglie di portarla lì per il nostro anniversario. Che dire? Il film mi ha preceduto".