Il cinema di Emma Dante è fatto di sangue e sporco. Al centro di tutto c'è il corpo: nudo, spesso umiliato, stanco. Nel suo terzo film seguiamo quello di Arturo, ragazzo cresciuto da un gruppo di prostitute, Betta, Nuccia e Anna, che gli fanno tutte da madri. Trovato in mezzo alla roccia, il ragazzo non parla, soffre di epilessia e forse non capisce tutti i discorsi che lo circondano, ma i sentimenti sì. Vedere una pellicola della regista siciliana è come entrare in un liquido caldo e spesso maleodorante, che avvolge lo spettatore attirandolo a sé pur essendo respingente. La recensione di Misericordia è una conferma: ci troviamo di fronte a un'autrice dalla visione forte, che non cede a compromessi.
In sala dal 16 novembre, dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023, Misericordia è un'altra storia in cui vediamo come, nonostante la violenza che le circonda, un gruppo di donne riesca a reagire e a offrire un modello diverso, fatto di condivisione e di amore. Amore per un figlio acquisito, per le compagne che vivono la stessa sorte. Purtroppo quasi mai per se stesse. Nonostante la disperazione che le avvolge, queste donne sono piene di passione, di vita. Al contrario del loro padrone, che invece sa offrire soltanto morte.
Puro come se fosse una pecora o un gatto di cui ama circondarsi, Arturo è il simbolo di tutto ciò che la società considera sbagliato, debole, inutile. Proprio per questo Betta, Nuccia e Anna, anche loro considerate feccia, non possono che volergli un bene tale che stringe il cuore. Il rapporto tra loro è come una danza, ma non di quelle coreografate e dalle linee perfette: una danza che parte dall'istinto. Una costante del cinema carnale, disperato e bellissimo di Emma Dante.
Misericordia: il cinema senza compromessi di Emma Dante
È un cinema senza compromessi quello dell'autrice siciliana. Nei suoi film Dante non nasconde le storture, la bruttezza, la malattia. Qualcosa che, nonostante in questi ultimi anni si parli sempre più spesso di salute mentale e rispetto per ogni corpo, in realtà, per la grande maggioranza, è fastidioso. Sicuramente da vedere in sala.
Laddove altre colleghe, come Paola Cortellesi, che con il suo esordio C'è ancora domani (recensione qui) è riuscita a toccare temi importanti come la violenza sulle donne senza rinunciare all'umorismo, o, andando fuori dall'Italia, Greta Gerwig, che ha riempito di femminismo la scatola rosa del suo Barbie (recensione qui), dimostrando che il pubblico vuole sentir parlare di questi temi principalmente se edulcorati e resi meno inquietanti grazie a una confezione accattivante, Emma Dante non cede di un centimetro. E rischia. Non ha paura di essere sgradevole e non risparmia nulla allo spettatore. Magari in questo modo non si fanno record al botteghino, ma sicuramente, tra 50 anni, analizzeremo ancora l'opera cinematografica e teatrale di questa artista a tutto tondo, che sa impregnare i suoi film di umori veri. E per questo spesso spaventosi.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Misericordia, il terzo film di Emma Dante racconta la storia di Arturo, ragazzo epilettico cresciuto da tre prostitute: Betta, Nuccia e Anna. Senza risparmiare allo spettatore malattia e violenza, la regista dimostra di avere uno sguardo forte, che non cede di un centimetro. Quello di Emma Dante è un cinema senza compromessi che rischia: viscerale, disperato e bellissimo.
Perché ci piace
- La visione forte e senza compromessi di Emma Dante.
- Il cast: perfetto.
- La vitalità delle protagoniste, che combattono contro la violenza utilizzando un modello di condivisione e amore.
Cosa non va
- Emma Dante non risparmia nulla allo spettatore: chi non vuole vedere malattia e violenza potrebbe non gradire.