Mirage, la recensione: una spy story internazionale senz’anima

La recensione di Mirage la nuova serie europea dal 18 agosto su Sky Serie e in streaming su NOW, che non riesce ad andare oltre il genere spy story.

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Mirage: Marie-Josée Croze in una scena

Scrivendo la recensione di Mirage ci accorgiamo come questa nuova serie europea dal respiro internazionale che approda dal 18 agosto sul nuovo canale Sky Serie e in streaming su NOW non abbia nessun elemento che faccia sobbalzare sulla sedia o che porti qualcosa di nuovo al genere cui appartiene, quello spionistico.

SOTTO IL SOLE DI ABU DHABI

La storia segue un copione più o meno canonico fino alla fine dei sei episodi che la compongono (andranno in onda due a settimana). I protagonisti sono la canadese Marie-Josée Croze (Jack Ryan, Le Invasioni Barbariche) e il britannico Clive Standen (Vikings) nei panni di Claire, un'esperta di cybersecurity e del marito Gabriel, morto durante lo tsunami del 2004. O almeno così credeva Claire, che giunta ad Abu Dhabi 15 anni dopo col nuovo marito, il tedesco Lukas che vorrebbe aprire un ristorante, intravede proprio Gabriel in un palazzo e non sa più cosa pensare. Per anni ha pianto la tragica scomparsa dell'uomo, da cui ha scoperto di essere incinta del figlio Zack, ora quindicenne. Come bilanciare tutti questi aspetti della sua vita che sembra in procinto di andare in pezzi e venire stravolta di nuovo?

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Mirage: una scena della serie

Abu Dhabi viene dipinta come una moderna Babele, con le sue ampie distese desertiche, le sue tentazioni e la sua cultura. La regia e la fotografia cercano di sfruttare l'ambientazione in Medio Oriente per fornire un impianto suggestivo e differente alla spy story raccontata. Claire scoprirà non pochi elementi inediti sull'identità di Gabriel e dovrà scegliere da che parte stare, come tutti in questo serial. Una serie che vorrebbe essere adrenalinica, romantica, familiare ma anche trattare allo stesso tempo temi importanti come la cybersecurity, la geopolitica e la situazione delle donne in Medio Oriente, ma non riesce ad approfondire davvero nessuna di queste tematiche, che rimangono accennate o divengono dei lunghi spiegoni per chi non fosse avvezzo alla terminologia tecnica specifica.

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SPY STORY O FAMILY DRAMA?

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Mirage: Marie-Josée Croze in una scena della serie

L'elemento familiare è ovviamente centrale dato che nella sua ricerca della verità Claire si scontrerà coi fantasmi del passato che non l'hanno mai davvero abbandonata, attraverso la tecnica qui forse abusata dei flashback. Anche perché anni dopo lo tsunami ha subìto un altro dramma, questa volta lavorativo: un'esplosione nucleare da lei causata in Kazakistan per una falla nel sistema di sicurezza. Ma è davvero questa la verità? È questa la domanda che gli autori tentano di instillare negli spettatori puntata dopo puntata, puntando su cliffhanger con poco appeal o prevedibili. Le varie relazioni tra i personaggi sono non solo poco approfondite ma anche poco credibili, per come nel giro di poco tempo possano nascere amicizie che sembra durino da sempre tra gli adulti.

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Mirage: una foto di scena

La tematica teen portata avanti dal personaggio di Zack, che per fortuna è poco presente, è gestita male, forzata e non aggiunge davvero nulla al quadro generale della vicenda. Claire scopre addirittura delle doti spionistiche ma anche qui, per quanto fosse avvezza alla tecnologia, risulta poco credibile, poiché Mirage - titolo che richiama tanto il deserto quanto la "visione" di Gabriel in quel palazzo - punta tutto su un elemento drammatico e non comico come ha fatto ad esempio L'assistente di volo - The Flight Attendant. Ricatti, sabotaggi e inganni, insieme a sequenze che vorrebbero essere elettrizzanti e adrenaliniche ma che non ottengono l'effetto sperato, sono gli elementi che si snodano in questo ritratto contemporaneo di una società vista ancora come lontana da quella occidentale.

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Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Mirage sottolineando come si tratti di un prodotto d’intrattenimento che però, non portando nulla di nuovo al genere e giocando su meccanismi già ampiamente battuti, non riesce a sorprendere, né per le tematiche che vorrebbe trattare né per le interpretazioni degli attori, di poco appeal.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • La serie è una spy story che rientra in tutti i canoni del genere e intrattiene…

Cosa non va

  • …ma non riesce ad andare oltre o a portare qualcosa di nuovo, né nei contenuti né nella modalità di racconto.
  • L’ambientazione medio-orientale è sfruttata poco e male, così come le tematiche della cybersecurity e della geopolitica, accennate o ridotte a lunghi "spiegoni".
  • I personaggi sono poco approfonditi e interpretati in modo superficiale, così come le loro relazioni e interazioni.