Recensione Come le formiche (2007)

I momenti divertenti non mancano, ma questo film non riesce a sollevarsi da quel terreno su cui giace pesantemente e porta con sé una serie di ingenuità che, di certo, non giovano al risultato finale.

Meglio le cicale

Prodotto e interpretato dalla showgirl Patrizia Pellegrino, Come le formiche è un film indipendente diretto dalla scrittrice Ilaria Borrelli, già regista di un'altra commedia nel 2002: Mariti in affitto. Uno degli intenti di questo prodotto, stando a quanto dicono la regista e la produttrice, sarebbe quello di "offrire alle donne italiane degli esempi che mostrino come si possa essere felici realizzando un sogno lavorativo pur rimanendo madri e mogli". Insomma, un film molto fiero di essere fortemente a misura di donna. Ma a questo lodevole intento, corrisponde un efficace discorso?

Sveva e Desideria sono due sorelle che hanno ereditato dalla madre una grossa tenuta di campagna, un agriturismo. L'azienda è fortemente indebitata e, mentre Sveva si butta a capofitto nella produzione vinicola per tentare il tutto e per tutto, Desideria sembra disinteressarsi sempre di più rifugiandosi nel ricordo del suo passato di cantante di successo. Altri personaggi si muovono in questo verde "paradiso": Nicolas, il marito di Sveva, è un poco di buono in mezzo ai guai; Ruggero, il padre delle due donne, è un introverso sessantenne ostile ai nuovi progetti e Aldina, undicenne figlia di Sveva e Nicolas, è una bambina molto sveglia che con la sua telecamera segue tutto quello che avviene, anche le cose che non si dovrebbero sapere. Tra pignoramenti, visite di scortesia e fughe notturne, le due sorelle, dopo essersi tradite e combattute, decidono di fare fronte comune: tenteranno di salvare l'azienda, facendo partecipare Delfino (l'amato purosangue di Desideria) ad una gara di galoppo.

Per stessa ammissione della regista (e della produttrice), in questo film si tenta la strada della commedia agrodolce, il che, per forza di cose, porta a paragoni arditi (ai quali però non si può di certo sfuggire). Tale tipo di commedia, infatti, appartiene ad autori di grosso calibro come Monicelli (per citarne uno del passato) e Virzì (per citarne uno del presente). Alla luce di tutto ciò, risulta fin troppo facile constatare che Come le formiche non ce la fa; è un'opera che sparisce se confrontata a tali nomi, a tali predecessori.

I momenti divertenti non mancano, ma questo film non riesce a sollevarsi da quel terreno su cui giace pesantemente e porta con sé una serie di ingenuità che, di certo, non giovano al risultato finale. La messa in scena, spesso, si avvicina pericolosamente ad una resa troppo televisiva; la recitazione molto teatrale, se in alcuni momenti può sembrare piacevolmente sopra le righe, in altri, risulta inevitabilmente fuori tono (un difetto di direzione più che di recitazione). Ma il vero problema del film è un buonismo diffuso e appiccicaticcio, infantile e finto; una filosofia del "volemose bene" talmente spiccia e insostenibile da far collassare ogni buon proposito. Un pizzico di sana cattiveria avrebbe giovato non poco. In definitiva, un film non eccessivamente brutto, ma sicuramente tanto, tanto superficiale.