Negli studi di un'emittente tv in cui si produce la celebre telenovela Tormenti lavorano, di notte, un gruppo di immigrati. Vengono da tutte le parti del mondo e fanno le pulizie sentendosi però quasi estranei alla vita che ogni giorno scorre davanti e dietro alle macchine da presa usate per il serial. Quando una notte trovano aperta la porta del deposito delle telecamere arriva la brillante idea: perché non prenderne una e girare il film di nozze di un amico di uno di loro come regalo? Passano i giorni e le settimane ma quando tutti pensano di aver svoltato grazie a questa attività parallela, che nel frattempo ha iniziato a spaziare da matrimoni ai funerali passando per cerimonie varie di tutte le etnie, ecco che un grande spavento fa loro cambiare strategia. Da qui la nuova brillante iniziativa mirata a dare spazio alla voce della gente comune utilizzando di notte teatri di posa per registrare messaggi di saluto e di denuncia di tutti quegli immigrati che vivono lontano da casa. Di giorno la fiction e di notte la realtà degli invisibili. Questa l'idea su cui è stato costruito Italian Movies, la piccola commedia d'esordio diretta da Matteo Pellegrini presentata oggi al Festival Internazionale del Film di Roma dal regista, classe 1967, e da tutto il foltissimo cast di attori di cui fa parte il russo Aleksei Guskov (visto recentemente ne Il concerto di Radu Mihaileanu), il fascinoso Eriq Ebouaney, la bella Anita Kravos, Michele Venitucci, Harvey Virdi e Neil D'Souza, con un piccolo cammeo di Filippo Timi nei panni del proprietario degli studi che nel finale scopre in maniera del tutto pittoresca le attività notturne del suo staff delle pulizie. Il film, girato e ambientato a Torino, uscirà prossimamente nelle nostre sale distribuito da Eagle Pictures.
Un film multietnico in tutti i sensi il suo, come cast e come storia, che ha avuto una lunga gestazione...Matteo Pellegrini: La mia idea era di dar vita ad una Babele linguistica e da questo punto direi che ho centrato l'obiettivo. Ho fatto provini a Londra e a Parigi dopo aver completato la scrittura del film che ha portato via, a me e ai miei due collaboratori Giovanna Mori e Paolo Rossi, circa cinque anni di tempo. Penso che però la forza di una storia sia insita in quello che vuoi raccontare e dire attraverso i personaggi cui dai vita e la mia fortuna a questo proposito è stata quella di aver avuto dalla mia parte grandi attori che mi hanno appoggiato ed hanno creduto in me ma soprattutto hanno a tutti i costi voluto partecipare al film.
Quali sono stati i problemi più grandi che hai incontrato sul tuo cammino?
Matteo Pellegrini: Problemi di budget sicuramente, ma più che altro problemi di tempo, ho dovuto fare tutto con pochissimo tempo a disposizione, fortuna che con questi attori ho potuto finire in tempo e con pochissimi ciak. Per quel che riguarda invece la sceneggiatura corale avevamo già ben chiaro i gruppi etnici di provenienza dei personaggi che volevamo inserire e quindi man mano che passava il tempo ci sono stati degli aggiustamenti. Devo ringraziare molto Aleksei Guskov che ha accettato di incontrami a Mosca, ha letto in due giorni il copione e mi ha dato una mano ad aggiustare il tiro riguardo al personaggio di Mako, che all'inizio doveva essere rumeno poi invece lo abbiamo voluto russo.
Aleksei Guskov: Sin dall'inizio Italian Movies è stato un progetto internazionale che mi ha entusiasmato, ho accettato di lavorare con Matteo perché mi piaceva l'idea di raccontare storie buffe che avessero la loro rilevanza in ambito sociale e culturale. E' stato bello unire le nostre forze per fondere in una commedia culture, etnie e lingue per realizzare una storia corale che raccontasse un po' la storia di tutti noi. Sono molto felice di aver contribuito alla costruzione di un film come questo.
Perché avete scelto la commedia ed un tono molto lieve e senza picchi drammatici per narrare una storia contemporanea che parla di immigrazione?
Matteo Pellegrini: L'esperimento che volevo fare era esattamente questo, raccontare i cambiamenti della società multietnica di oggi senza retorica e con leggerezza, l'idea era quella di far divertire ed allo stesso tempo riflettere il pubblico. Molti film e molti autori scelgono di trattare il tema dell'immigrazione in maniera dura e seria ma non per questo più efficace di quella che abbiamo scelto noi. A questo proposito abbiamo un altro progetto in cantiere sullo stesso argomento che affronta il problema da un altro punto di vista, sicuramente meno giocoso, vediamo quale dei due andrà meglio.
Matteo Pellegrini: Per questo punto specifico del film ci siamo confrontati direttamente con la realtà di Torino che ha trasformato il processo di scrittura in qualcosa di molto dinamico. Molti dei ritratti che vedete nelle pillole video realizzate di notte sono state ideate e recitate da attori non professionisti come il mangiatore di fuoco senegalese o la famiglia araba che è una normalissima famiglia torinese. Sapevamo cosa cercavamo ma sono stati bravi gli assistenti torinesi che mi hanno aiutato lanciando una vera e propria campagna nella città alla ricerca di talenti e di testimonianze, quello che si dice una pura ricerca sul territorio. Qualche corto poi ben quindici anni per fare un film vero e proprio, come sei riuscito a perseguire il tuo obiettivo e a convincere tutti di avere i mezzi per lavorare nel cinema? convincere qualcuno a fare questo film.
Matteo Pellegrini: I quindici anni che mi hanno separato da questo film li ho passati a scriverlo e a lavorare per cercare di fare la mia esperienza in questo campo come regista di spot e video musicali, un periodo che mi ha aperto un'importante finestra sul mercato globale e mi ha dato gli strumenti giusti per affrontare il tema della multi etnicità del lavoro. Ora grazie alla EaglePictures, alla Indiana Productions e alla Lumiq Studios siamo riusciti a dar vita al film che volevamo e a portarlo nelle sale.