Matilda Lutz: “Red Sonja è un film molto umano. Revenge? Mi ha cambiata come persona”

La scelta di progetti attraverso cui crescere e il coraggio di Coralie Fargeat, una nuova versione della "Diavolessa con la spada" e l'arte che può portare a un cambiamento: l'attrice si racconta dal Riviera International Film Festival.

Matilda Lutz

Quando la incontriamo, Matilda Lutz ha i minuti contati. L'aspettano per pranzo dove, insieme ai suoi colleghi giurati Rufus Sewell, Hajni Kis, Lele Marchitelli e Pietro Terzini, ha una riunione per discutere i premi da assegnare ai film che compongono il concorso ufficiale dell'edizione 2025 del Riviera International Film Festival. Eppure questo non le impedisce di dedicarsi ai giornalisti presenti con generosità e presenza emotiva.

Scegliere progetti che aiutano a crescere

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Matilda Lutz

In un'epoca di crescente consapevolezza sulle dinamiche di potere e sulla rappresentazione di genere nell'industria cinematografica, come vive Matilda Lutz il suo ruolo di attrice all'interno di questo quadro? "Quando mi ci ritrovo dentro, nel presente, è difficile analizzare quello che sta succedendo. Mentre quando guardo al passato riesco a fare un'analisi delle scelte che ho fatto, del percorso che è stato", ammette l'attrice.

"E mi rendo conto che sicuramente l'anno scorso non ero la donna che sono quest'anno. Ovviamente nella vita - oltre il lavoro e la carriera - ci sono alti e bassi che ti poi formano e ti indirizzano a fare delle scelte diverse", ammette l'attrice.

"Sicuramente l'inizio della mia carriera era improntato nel fare più esperienze possibili perché volevo capire come funzionava un set, com'era il rapporto con i vari reparti. Avevo bisogno di provare cose diverse. Mentre adesso faccio più scelte, sono più mirata. Anche perché adesso sono mamma e non voglio togliere tempo prezioso a mio figlio. Se vado a lavorare è perché ho voglia di raccontare una storia importante o che mi divertono a livello action o di sfide fisiche. Cerco sempre di trovare dei progetti che mi aiutino a crescere".

Il coraggio di Coralie Fargeat

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Matilda Lutz in una scena di Revenge

Prima del recente successo ottenuto con The Substance, Coralie Fargeat aveva già scritto e diretto un altro film dal forte impatto emotivo e sociale: Revenge. Protagonista assoluta Matilda Lutz che ha dato vita a un'interpretazione indimenticabile nei panni di una giovane donna vittima di stupro che decide di vendicarsi lasciando dietro di se una lunga scia di sangue. "Io e Coralie siamo diventate amiche. Tra l'altro è venuta a Milano a fare una proiezione di The Substance perché gliel'ho chiesto io così da avere un'occasione per vederci (ride ndr)", ammette Lutz.

"È una regista che stimo tantissimo perché oltre alla sua bravura, che il pubblico è riuscito a vedere nei suoi due film, è stata intelligente nelle scelte. Dire di no a tante proposte non è facile, soprattutto quando hai fatto il tuo primo film indipendente con un milione di euro, dove nessuno si aspetta niente ma che però ha un riscontro nei festival e viene nominato come uno dei dieci film cult nella storia di quel genere. Dire di no a progetti commerciali che magari ti danno l'opportunità di guadagnare bene o lavorare in un'industria come Hollywood. È stata fedele a se stessa e per questo ho una stima incredibile nei suoi confronti".

Una nuova versione di Red Sonja

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Matilda Lutz è Red Sonja

Tra i progetti più attesi in cui la vedremo protagonista c'è sicuramente Red Sonja, nuovo adattamento della "Diavolessa con la spada" dei Marvel Comics creata dallo scrittore Roy Thomas e dal fumettista Barry Windsor-Smith. Un personaggio con un suo forte seguito. Un dettaglio che l'ha preoccupata quando si è approcciata al progetto? "Devo dire che c'è stato il pensiero perché è un ruolo iconico con una fanbase affiatata. Avevo un po' di timore", ammette l'attrice.

"Però la verità è che non possiamo compiacere tutti. È stato un mio difetto, volevo essere sempre perfetta, non sbagliare mai. Alla fine ti rendi conto che non puoi. Mi sono detta: 'Rimango fedele a me stessa e faccio quello che per me è Red Sonja'".

"Ovviamente mi sono documentata, la sceneggiatura riprende dettagli da varie storie dei fumetti. Ma quando abbiamo iniziato a fare i provini, la regista mi ha detto di non guardare il film degli anni '80 e neanche di leggere i fumetti. È un personaggio molto diverso da quello portato al cinema nel passato che fu sessualizzato e fatto diventare un oggetto del desiderio per gli uomini. Era molto legato al male gaze. Cosa che invece questo film non è perché il chainmail bikini che indossa è stato utilizzato in un modo totalmente diverso. L'ho fatta mia. E la cosa che mi piace tantissimo è che è un film molto umano".

L'ora della consapevolezza

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Una scena di Revenge

Revenge è stato un film, in un certo senso, anticipatore. Prima del #MeToo, della nuova ondata femminista, della cronaca affollata da un bollettino di guerra dove le vittime sono solo donne uccise per mano di uomini che non accettano un rifiuto. "Oltre che a livello artistico, è stato per me un film importantissimo che mi ha cambiato come persona", spiega commossa l'attrice. "Sono cresciuta in Italia e ho subito tantissimi di questi abusi di cui parliamo tutti i giorni. Mi è sempre stato raccontato che era la normalità ed ero io che dovevo vestirmi in un certo modo per evitare di avere gli occhi su di me. Non mi è mai stata raccontata l'altra parte della storia, che non dovrebbe essere così. Mi rendo conto che è difficile quando hai un figlio cercare di proteggerlo da tutto questo mondo brutto. Però avrei voluto che mi fosse stato detto altro".

"Revenge ha veramente aperto gli occhi su questa cosa qua", continua Matilda Lutz. "Quando abbiamo girato la scena del ballo che viene subito prima dello stupro, Coralie continuava a dirmi: 'Ti voglio più provocante, più sexy'. E io continuavo a rispondere: 'Ma in che senso? Se sono più provocante è normale che me la cerco'. Perché avevo l'idea che se una donna si mette la minigonna in realtà un po' se la sta cercando. Se una donna cammina per strada da sola di notte per tornare da casa può capitare. E invece no. È troppo importante spiegare alle nuove generazioni il rispetto che va al di là di ogni cosa. Un no è un no. Quel film mi ha cambiato. E credo che film, serie, libri e musica possano aiutare a portare a un grande cambiamento".