L'orrore primigenio della stregoneria unito all'orrore, ben più moderno, del razzismo. Dopo aver fatto sobbalzare gli spettatori del Sundance 2022, Master approda su Prime Video, in streaming dal 18 marzo. Il film, interpretato da Regina Hall, in grande spolvero dopo la partecipazione a Nove perfetti sconosciuti, altra serie targata Prime Video, segna il debutto alla regia della newyorkese Mariama Diallo. Una giovane donna nera alle prese con un'industria dominata dall'ambizione. Di lotte la regista ne sa qualcosa visto che l'ambientazione di Master, che si svolge nel campus di un fittizio college del New England, è ispirata alla sua esperienza a Yale, ambiente elitario a predominanza bianca dove si è trovata spesso a fare i conti con manifestazioni di razzismo.
"Ho ultimato la prima stesura di Master nel 2018" spiega Mariama Diallo. "Il film è legato al modo in cui ho vissuto la mia vita e a ciò in cui credo e che per me ha valore. Quindi per me è stato naturale raccontare questa storia con una forte presenza femminile sia nel cast che nell'equipe che mi ha aiutato a portare in vita questa storia". Le microaggressioni a sfondo razzista che vedono protagonista Jasmine (Zoe Renee), la matricola che prova a farsi largo in un ambiente nuovo e spaventoso, sono qualcosa che la regista ha sperimentato a sua volta: "Ho dovuto eliminarne una parte, in modo che non sembrasse un assalto continua. La velocità con cui arrivano... è come essere colpiti dalle frecce. Se non avessi indossato un'armatura, mi avrebbero fatta fuori".
La forza di una sceneggiatura capace di rappresentare persone vere
In Master, Regina Hall interpreta la master del titolo, sorta di rettrice che si prende cura degli studenti e del loro percorso all'interno del college. Gail, il personaggio di Hall, è la prima master donna nera in uno dei più antichi degli Stati Uniti, col carico di responsabilità che tutto questo comporta. "Ho amato molto la sceneggiatura" spiega l'attrice. "Mi è piaciuta l'intensità e lo spirito provocatorio. Lavorare con un talento come Mariama e con colleghe fantastiche è stata una bellissima esperienza. Ti fanno dimenticare ciò che accade nel mondo, ti danno forza". Per l'attrice la lavorazione di Master ha coinciso con un momento personale molto difficile, visto che, oltre all'emergenza sanitaria, ha dovuto affrontare la morte della madre Ruby. Nel parlarne Hall si commuove e spiega: "Il team produttivo ha deciso di dedicarle il film. Mia madre è morta durante le riprese e non ha potuto vedere il film. Lo avrebbe amato anche se gli horror le facevano paura aveva paura dell'horror, aveva un sacco di domande, ha influenzato profondamente la mia carriera".
Anche Zoe Renee loda lo script di Master e ammette: "No avevo mai letto niente di così intenso. È stato bello e spaventoso al tempo stesso essere rappresentata e sapere che qualcuno aveva sperimentato e scritto le cose che erano nella mia mente. Quando ho letto l'arco narrativo di Jasmine ho capito che questa storia andava raccontata, perché l'orrore non è qualcosa che è solo nella sua mente, è reale". Per la giovane attrice non è stato facile vivere l'arco narrativo di Jasmine: "Entrare nel mondo creato da Mariama è stato doloroso, ma quando ti ci trovi è impossibile non reagire a quello che ti circonda. Come attrici abbiamo cercato di ricostruire questo sentimento di isolamento, Mariama ci ha chiesto di essere oneste. Ci siamo prese il tempo necessario perché volevamo sembrare vulnerabili e reali".
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Giocare con il genere horror (rivoluzionandolo)
Il gioco costante tra realtà e immaginazione fa di Master un horror atipico. Un film in cui lo spettatore fatica a decidere se ciò a cui sta assistendo è frutto della mente dei personaggi o è reale. Interrogata sulla reale presenza della strega che secondo un'antica leggenda infesterebbe il campus del film, Mariama Diallo risponde divertita: "Amo il genere horror perché mi piace essere spaventata da un film, cerco di spaventare me stessa e vivo in un mondo in cui l'illogico è possibile. Per Jasmine la strega è vera al 100%, ma voglio che sia il pubblico a decidere a cosa credere, di chi fidarsi, cosa è vero e cosa no".
Riflettendo sulla scelta del genere la regista prosegue: "Amo l'horror da quando ero piccola, e sempre voluto fare la regista. Il mio ego infantile mi faceva sognare di diventare una regista seria. L'horror non era contemplato, ma crescendo ho capito di voler creare qualcosa che io per prima avrei voluto vedere. L'horror è sincero, è onesto, ti spinge a mettere le carte in tavola. Quello che voglio suscitare è una risposta emotiva nello spettatore. Lo voglio sconvolgere, voglio mettermi alla prova".