Per essere bella lo è, addirittura da mozzare il fiato, ma in Marine Vacth c'è anche tanta di quell'irrequietezza dell'adolescente Isabelle, indecifrabile protagonista del nuovo lavoro di François Ozon. Sarà per la sua scelta di infagottarsi in cappotti troppo larghi che nascondono il suo corpo snello, per il suo continuo schernirsi quando le viene rivolto un complimento o per le risposte sfuggenti. Come Isabelle, Marine non ha voglia di spiegare né di spiegarsi, ma l'assenza del regista Ozon a Firenze, in occasione della rassegna France Odeon, dedicata al Cinema d'oltralpe, la costringe a farsi carico della responsabilità di introdurre alla stampa italiana un film che in patria ha scatenato non poche polemiche. A partire dal 7 novembre Giovane e bella arriverà nei cinema nostrani. Una scommessa targata Bim Distribuzione. E noi scommettiamo che il film farà discutere anche da noi, come del resto è avvenuto dopo la proiezione cannense, ma anche che gli occhi verdi e malinconici, le deliziose lentiggini e il profilo francese di Marine faranno innamorare gli spettatori.
Marine, cosa ti ha spinto a girare Giovane e bella?
Marine Vacth: Sono stati molti i motivi che mi hanno spinto a partecipare al film. Prima di tutto l'incontro con François Ozon e poi l'empatia che ho sentito immediatamente nei confronti del personaggio.
Nel film c'è un forte cambiamento tra la prima parte del film, in cui Isabelle appare come l'adolescente che è, e la trasformazione fisica che avviene quando inizia a concedersi agli uomini. Come avete affrontato il passaggio tu e Ozon?
Ho fatto evolvere il personaggio di Isabelle giorno dopo giorno. Ho affrontato i cambiamenti fisici in modo completamente istintivo.
I film di Ozon si girano nella gioia. Ho provato una sensazione di libertà, potevo proporre le mie idee e Ozon accettava anche le critiche. E' stato un lavoro fatto di scambi, di lunghe discussioni, ma anche di sguardi perché da un certo punto in poi non mi servivano più le parole per comprendermi con François. Alla fine ci intendevamo subito. Ozon è molto veloce quindi dopo aver ultimato una scena passavamo subito alla successiva seguendo un flusso naturale.
Uno dei momenti chiave del film è l'apparizione della diva Charlotte Rampling. L'incontro con il suo personaggio in albergo è un momento totalmente impensabile, un'idea di sceneggiatura molto forte. Cosa hai provato confrontandoti con una diva della sua esperienza?
Non ho avuto paura. E' stato un incontro molto breve perché abbiamo recitato insieme solo due giorni, ma non appena ci siamo parlate mi sono sentita rassicurata dalla sua presenza. Non ero impressionata, anche se l'ammiro molto. E' stato un momento semplice e delizioso.
Il rapporto tra Isabelle e il fratellino è molto vero. Tu hai fratelli?
Io ho un fratello di diciassette anni e anche il mio compagno di set Fantin Ravat, che interpreta mio fratello, nella vita ha una sorella della mia età. Entrambi conoscevamo bene questa situazione e questo ha contribuito a creare complicità.
Il legame più delicato da mettere in scena, però, è quella con tua madre, Géraldine Pailhas.
Anche Géraldine ha una figlia dell'età di Isabelle. Per lei è stato un volo, è stato molto difficile perché la storia la toccava da vicino. Ogni attore o attrice che ha partecipato al progetto si è sentito coinvolto per qualche aspetto. Il mio incontro con Géraldine è stato molto intenso, sia perché le scene che condividiamo sono molto forti sia perché purtroppo la situazione mostrata da Ozon in Giovane e bella nella realtà può verificarsi davvero.
Quando ho accettato il ruolo mi sono fatta anche io delle domande. Ho pensato alle eventuali motivazioni che portano Isabelle a comportarsi in certo modo. Per François rimane il mistero, lui non sa rispondere. A lui interessa solo seguirla in questa avventura violenta mettendo in scena un passaggio attraverso l'adolescenza. Forse nemmeno Isabelle ha una risposta. Sente il piacere della trasgressione di vivere qualcosa che non può essere spiegato. Vivere qualcosa che riguarda solo lei e che non vuole condividere con nessuno.
Dopo Giovane e bella immagino che avrai ricevuto molte proposte di lavoro.
In realtà no. Mentre giravo ho ricevuto qualche copione, ma per ora niente di concreto. Prima di fare il film di François avevo girato un cortometraggio con una regista, Joan Chemla, che ora sta scrivendo il suo primo lungometraggio. Lavoreremo di nuovo insieme quando la sceneggiatura sarà pronta, ma non so quanto ci vorrà a ultimarla.