"Esageratissimo. Quando l'ho visto ho pensato: 'Voliamo bassi'". Marco Rossetti si riferisce al titolo del talk che l'ha visto protagonista a Riviera International Film Festival, "La serialità televisiva ha una nuova star". L'attore non si prende troppo sul serio. E forse è anche per questo che è stato facile per il pubblico entrare in empatia con lui. Generoso, (auto)ironico, onesto, senza filtri. Rossetti ha intrattenuto i presenti per un'ora raccontandosi, ma anche suonando accompagnato dalla sua chitarra tre brani. Due suoi - Sei bella e l'inedito Occhiguai - e una cover, Can't Help Falling in Love di Elvis. "Quando ascolto 'Take my hand. Take my whole life too' penso: Ma perché non sta nella mente di tutti questa metafora in cui si porge la mano verso l'altro?'".
Costanza: una commedia (quasi) romantica

Nel giro di pochi mesi abbiamo visto Rossetti protagonista in tre serie targate Rai Uno: Un passo dal cielo, Black Out e Costanza. Ultima in ordine di tempo proprio quella diretta da Fabrizio Costa dove condivide lo schermo con Miriam Dalmazio. "Un giorno Massimo Del Frate, il produttore, chiama la mia gente e le dice: 'Voglio Rossetti per questo progetto'. Mi dice che si tratta di una commedia romantica. Dopo Blackout e Un passo dal cielo e tutto il trambusto emotivo di quei due progetti ho pensato fosse una bella opportunità", racconta l'attore.
"Vado a parlare con Massimo Del Frate che mi dice: 'È una commedia romantica, però a un certo punto lui si ritrova con una figlia di sei anni. Potrebbe mandare all'aria il suo matrimonio, perdere la famiglia, il lavoro, gli affetti'. Me l'hanno venduta in un certo modo e invece sono ritornato in questo trambusto emotivo che da una parte mi ha dilaniato e dall'altra è stato bellissimo. Oltre alla leggerezza Costanza ha tutta una profondità emotiva. Alessia Gazzola ha scritto un libro meraviglioso e un personaggio al femminile a 360 gradi".
Costanza, Miriam Dalmazio presenta la nuova detective della tv: "Non sarò la Bones italiana!"Sei bella

Chi ha visto Costanza sa che all'interno della serie è stata inserita una canzone scritta e interpretata da Marco Rossetti: Sei bella."Mi sono ritrovato a scriverla perché l'amore di Costanza e Marco e tutta quella confusione mi ha scatenato una fortissima emozione", ricorda l'attore. "Quando l'ho scritto questo brano stavo finendo di girare Un passo dal cielo. Una volta prodotta ho chiamo Massimo per dirgli che avevo una canzone".
"Lui l'ha presa molto alla larga e mi ha detto: 'Vabbè dai, mandamela'. Dopo un po' mi ha richiamato per dirmi: 'Me lo potevi dire che volevi scrivere la colonna sonora'. Sempre volando basso, credo che inserire un mio brano all'interno di una serie dove recito mi abbia un po' 'consacrato' nel ruolo di cantautore. L'ha resa una professione, non solo una passione".
Una carriera da cantautore

Rossetti non esprime il suo talento solo davanti la macchina da presa. Da anni porta avanti parallelamente la sua passione per la musica che ha plasmato trasformandola in una professione vera e propria. "La prima canzone che ho messo in musica era una poesia per un mio amico che era venuto a mancare", ricorda. "Ho cominciato a suonare la chitarra da piccolo ma nel periodo adolescenziale, quello della confusione totale, ho un po' abbandonato la musica. L'ho ripresa in mano quando ho iniziato le accademie di recitazione, rimettendo mano a quello che avevo scritto in quegli anni".
"Nel 2018 ho scritto uno spettacolo di teatro canzone, Malat(t)o Unico, e l'ho portato in scena. Ho trovato dei produttori musicali che mi hanno detto: 'Perché non proviamo ad arrangiare questi brani?'. Quando mi dicono che sono un cantautore metto sempre le mani avanti perché c'è chi ha fatto della musica ciò che io ho fatto della recitazione. L'arte ovviamente la può fare chiunque, può prendere mille forme, dipende solo come la vogliamo raccontare. Però, ecco, spesso mi vergogno quando mi dicono che sono un cantautore. Anche se a breve uscirà un mio nuovo inedito, Occhiguai, accompagnato da un video che è un vero e proprio cortometraggio".
Accettare la fallibilità

Nell'imbarazzo di sentirsi apostrofato "star", Rossetti rappresenta un contatto con la realtà di chi non ha smesso di camminare con i piedi ben piantati a terra. In una società dove il fallimento, l'errore, la caduta non sono contemplati. "Ho iniziato ad affrancarmi nel momento in cui ho accettato la mia fallibilità", ammette l'attore. "È un argomento molto delicato per me come per tutti. L'ho combattuta tantissimo, poi mi sono incominciato ad accettare per quello che ero".
"I no sono stati dolorosissimi", continua l'attore parlando della sua professione. "Ma, allo stesso tempo, se non ti affossano ti danno la possibilità di guardarti dentro. Dipende chi te lo dice e come te lo dice. Il pregiudizio può andare a farsi fottere, ma il 'no' è un qualcosa che ci mette in discussione. Mi piace se me lo dice una persona di cui ho stima, perché mi dico: 'Ok, cos'è che non ti ha convinto?'. Se mi dici un no che è un consiglio, su quello posso lavorare. C'è sempre da migliorare. La vita è un'evoluzione continua. Quando mi dicono che sono arrivato rispondo di no. Sono stato molto fortunato, ho preso dei progetti bellissimi di cui sono grato. Ma non mi dico mai: 'Sei un grande'. Vivo con la sindrome dell'impostore".
Osare, senza distogliere l'attenzione dall'obiettivo

Un periodo fortunato e una carriera costruita tra teatro, cinema e tv nel corso di oltre vent'anni. Ma c'è mai stato un piano B nella testa dell'attore? "Ho iniziato a fare il cameriere molto giovane, da piccolo ero un po' uno scalmanato. Siamo quattro fratelli e i miei genitori mi hanno detto: 'Da noi i soldi non li vedrai più'. Mi sono pagato così il primo anno di accademia perché mio padre quando portai in casa il desiderio di fare l'attore mi disse: 'L'università sta là, scegli tu l'indirizzo'", spiega Rossetti.
"Non l'ho mai fatta, invece ho studiato per fare questo lavoro. Credo bisogni un po' osare", prosegue l'attore. "Ovviamente sono stato spaventato dal non riuscirci, dal non lavorare mai più. Ma se hai un sogno devi perseguirlo con grande energia. Devi pensare al piano B senza distoglierti dall'obiettivo. Non c'è scritto da nessuna parte che uno ci riesca. Credo però che bisogna gettarsi a capofitto in quello che sogniamo".