Maradona e Kusturica sbarcano a Cannes

L'incontro con la stampa dei due grandi personaggi protagonisti, con il documentario fuori concorso, sulla Croisette.

Uno dei personaggi più fotografati dell'edizione nuemro 61 del Festival di Cannes è decisamente extracinematografico, ma non per questo difetta di divismo: Diego Armando Maradona, uno dei più grandi giocatori di calcio di tutti i tempi, arriva sulla Croisette per presentare, con l'amico Emir Kusturica, il documentario in cui il regista serbo racconta la sua leggendaria parabola di sportivo e personaggio.

Kusturica, che cosa hanno in comune i balcanici e i latino americani?

Emir Kusturica: Secondo me ci sono grosse analogie, nei Balcani e nell'America latina c'è lo stesso senso di gioia nella vita e nella libertà, che sono celebrate con interminabili e sontuose feste e parate pubbliche. Questo si riflette anche sul debito che abbiamo nei confronti del fondo monetario internazionale...

Pochi giorni fa è arrivato qui Mike Tyson per la presentazione di un documentario sula sua vita che chiamava in causa anche i suoi problemi con le dorghe e altri eccessi. Qualcuno ha fatto paragoni tra la vita e la carriera di Tyson e quella di Maradona. Che analogia vede Maradona?

Diego Armando Maradona: Non ho visto il documentario su Tyson, e forse ci sono analogie ma fondamentalmente lui è un pugile e io un calciatore, lui vive nella sofferenza mentre io vivo nella gioia. Abbamo avuto entrambi una vita complicata e sapevamo quello che stavamo facendo, siamo adulti responsabili e viviamo le nostre vite al meglio che possiamo e io sono decisamente soddisfatto della mia. Ci sono cose che forse avrei dovuto evitare, ma d'altro canto sono qui ed è solo questo che conta.

Stupisce la centralità della politica in Maradona di Kusturica, sono documentati incontri con diversi leader politici e si parla apertamente di Bush e di Fidel Castro... come mai, Maradona?

Diego Armando Maradona: Parlando con Kusturica abbiamo parlato anche di politica. Quando diventi una figura molto nota è inevitabile che ti si chieda di entrare in politica, ma io mi sono sempre rifiutato di farlo. Però reclamo gli stessi diritti di qualsiasi essere umano, tra i quali quello di esprimere la mia opinione. Il problema non è l'antiamericanismo ma il bisogno di esprimere sé stessi.

E' stato difficile per lei affrontare l'argomento droga?

Diego Armando Maradona: No, per me non è stato difficile parlare dei miai trascorsi con la droga; la cosa importante è essere sopravvissuto, ed essere in grado di parlarne oggi. La mattina mi posso svegliare, parlare con le mie figlie, e vivere la mia vita nel mondo del calcio e al di fuori di esso in un modo diverso proprio perché mi sono lasciato alle spalle quelle brutte abitudini.

Kusturica, il film è il suo manifesto politico?

Emir Kusturica: Io provengo da uno dei venticinque paesi che, dal 1945, sono stati in qualche modo sotto il controllo militare degli Stati Uniti. Ma questo film è qualcosa di più che non il mio personale manifesto politico, mostra il senso comune e la vera ricchezza di paesi che sono normalmente definiti "del terzo mondo".