Made for Love, la recensione: l’amore ai tempi del 3.0

La nostra recensione di Made for Love, la nuova dark comedy dal 13 dicembre su Sky Serie e NOW con Cristin Milioti e Billy Magnussen che parla dell'emancipazione femminile da abuso emotivo in un'era iper tecnologica.

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Made for love: una scena con Cristin Milioti

Schermi. Piccoli, grandi, riflessi. Sono quelli che fanno parte della vita quotidiana della protagonista di Made for Love, la nuova dark comedy dal 13 dicembre su Sky Serie e disponibile con tutti gli otto episodi on demand su Sky e in streaming su NOW. Non ci saranno però trucchi o inganni in questa recensione di Made for Love, come accade nella serie, ma solo la verità. Quella di Hazel.

Amore 3.0

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Made for love: un'immagine di Cristin Milioti

Hazel Green, interpretata dalla sempre più brava e carismatica Cristin Milioti (la madre di How I Met Your Mother, vista anche in Fargo 2 e più di recente al cinema in Palm Springs), è una trentenne in fuga dal marito che ha abusato mentalmente di lei. No, non è la storia di Maid, qui siamo in un mondo futuristico non troppo lontano dal nostro in cui Byron Gogol (un magnetico Billy Magnussen), che fin dal nome d'arte riprende un certo motore di ricerca, è un giovane trentenne prodigio, magnate della tecnologia e dei media, di cui Hazel si era innamorata dieci anni prima, attirata soprattutto dal fascino del successo e dal potersene andare dal paesino dov'era nata e cresciuta per arrivare ovunque volesse con uno schiocco di dita.

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Made for love: una scena della serie

Il fascino che la tecnologia suscita è pari al pericolo, all'arma a doppio taglio che può facilmente diventare. Così presto quell'infatuazione si è trasformata in atmosfere da Black Mirror - il cui pilot ha compiuto dieci anni qualche giorno fa - e si è ritrovata prigioniera del Nucleo, un ambiente "fuori dal mondo" creato per non essere minimamente stravolto da fattori esterni. Una specie di oasi artificiale, ed è proprio "artificiale" la parola chiave, perché nulla risulta spontaneo o autentico. Nemmeno gli amplessi di Byron e Hazel, visto che le lasciava poi un feedback da compilare: quante stelle per l'orgasmo di oggi? Made for Love ci racconta delle relazioni 3.0: Byron ha infatti ideato un dispositivo per superare i momenti di crisi e di difficoltà in una coppia immettendo un chip che unisca pensieri emozioni e sensazioni dei due. Quando lo fa nella moglie a sua insaputa si tratta dell'abuso che fa traboccare il vaso, e Hazel decide di scappare nel mondo reale là fuori e cercare la propria indipendenza, economica ma soprattutto sentimentale, emotiva e psicologica.

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Fatta per am(a)ore

Made for Love, già rinnovata per una seconda stagione da HBO Max, sorprende per come riesca a mostrare con lucido cinismo e graffiante ironia uno specchio della nostra società contemporanea, costantemente davanti a uno schermo, piccolo o grande che sia, consapevole o meno, così come le dinamiche di potere in una relazione tossica e malsana. Trattare l'abuso emotivo con umorismo è una chiave di lettura nuova e soprattutto perigliosa, ma lo show riesce a farlo egregiamente grazie soprattutto all'alchimia e alla grande abilità dei protagonisti di passare velocemente dalla commedia al dramma in un batter d'occhio. Ispirata dall'omonimo romanzo di Alissa Nutting, che ha contribuito all'adattamento televisivo a cura di Patrick Somerville, la serie racconta il percorso di emancipazione di Hazel che scopre che non ha necessariamente bisogno di Byron per sentirsi libera, anzi è esattamente il contrario. È solo allontanandosi da lui e dalla sua mania del controllo che potrà davvero conoscere e comprendere se stessa e ciò che vuole dalla propria vita. Emblematica in questo senso è una sequenza in cui Gogol si rende vulnerabile per una volta nella propria vita, dando tutto un nuovo significato alla celebre battuta "Prendo quello che ha preso la signora".

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Gioco di specchi

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Made for love: un'immagine della serie

Nel gioco di specchi che la serie mette in atto in ogni inquadratura, in ogni sguardo fuori dalla finestra della protagonista, si inserisce anche quello del padre ritrovato ora che è tornata nel "mondo reale" una volta fuggita dal Nucleo, non avendo soldi o altro con sé. Interpretato da un ritrovato Ray Romano, l'uomo non ha mai superato la morte della moglie e ora si consola convivendo con una bambola gonfiabile, o come preferisce chiamarla lui partner sintetica, di nome Diane, venendo additato dal paese come "Herbert il pervertito". Hazel capirà di sentirsi come Diane, una bambola a uso e consumo di Gogol, e doversi liberare da quell'identità per costruirsi la propria, in una sequela di disavventure e colpi di scena. Specchio di Hazel e della condizione di abuso emotivo è anche il delfino di nome Zelda utilizzato come cavia per la comunicazione fra amanti, cresciuto in una vasca che non è l'oceano, proprio come per Hazel il Nucleo non è stato il mondo esterno, la vita vera. Sottile ma in fondo non troppo è l'analisi che Made for Love mette in atto sulla nostra società, tra le righe di questa comedy dal ritmo coinvolgente e dalla messa in scena conturbante.

Conclusioni

Chiudiamo la nostra recensione di Made for Love confermando come la dark comedy si poggi su una solida storia che dice molto più di quanto sembri sulle relazioni oggi e sulla nostra società, con atmosfere à là Black Mirror ma dal sapore di black humour, su una messa in scena che gioca tutta sugli sguardi e sugli schermi della meta-narrazione e sull’interpretazione magnetica e carismatica dei due protagonisti.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Cristin Milioti e Billy Magnussen sono fantastici e perfetti.
  • Scegliere di parlare con black humour inedito di argomenti come emancipazione femminile e soprattutto abuso emotivo, oltre alla pervasività della tecnologia nelle nostre vite.
  • Il finale lascia ampio margine per una seconda stagione già ordinata.

Cosa non va

  • Non è una comedy per tutti i palati seriali anche se ha varie caratteristiche che possono allargare il bacino di pubblico potenzialmente interessato.