Ci sono personaggi che, pur appartenendo a differenti universi narrativi, sembrano fatti apposta per incontrarsi tra loro. In questo caso l'incontro-scontro tra la banda delle bellissime ladre Cat's Eye/Occhi di gatto e Lupin, il famoso ladro gentiluomo creato da Monkey Punch, in un lungometraggio celebrativo sembrava promettere scintille.
Tre sorelle, tre dipinti
Disclaimer: in aperto disaccordo con la scelta fatta nell'edizione italiana, per la nostra recensione preferiamo utilizzare i nomi originali dei protagonisti di Occhi di gatto anziché quelli del vecchio adattamento Mediaset.
Due rocamboleschi tentativi di furto sono avvenuti allo stesso tempo: da una parte Lupin III e si suoi compagni hanno ingannato un'organizzazione paramilitare e si sono appropriati di un quadro di grande valore. In un palazzo al centro della città, nel frattempo, le tre sorelle ladre Hitomi, Rui e Ai, conosciute come Cat's Eye, sono riuscite a sottrarre un dipinto ad un ricco quanto spregevole individuo.
La particolarità di entrambi i quadri è che sono opera del celebre pittore Michael Heinz, e che fanno parte di un trittico. Per le sorelle i quadri rappresentano un nuovo tassello per scoprire che fine abbia fatto loro padre, un mistero che, in qualche modo, sembra coinvolgere anche il passato di Lupin III.
Tra i due gruppi inizia così una corsa per rintracciare ed entrare in possesso anche del terzo dipinto, mentre contro di loro si mette in moto una pericolosa organizzazione, la Faden, che sembra mortalmente intenzionata a mettere le mani su tutti e tre i dipinti.
Tra fughe rocambolesche, tradimenti e trappole mortali, Lupin III e le gatte ladre dovranno far fronte comune per svelare il mistero dei tre quadri e impedire l'avvento di un nuovo dittatore.
Dai disegni alla CG
Lupin III vs. Occhi di Gatto nasce come lungoetraggio celebrativo per festeggiare i 50 anni di Lupin e i (quasi) 40 - ma non è carino parlare dell'età, suvvia!- di Cat's Eye, serie creata dal talentuoso mangaka Tsukasa Hojo e trasposta in un anime che all'epoca riscosse un notevole successo internazionale, conosciuta in Italia come Occhi di Gatto.
Nell'opera originale di Hojo le tre sorelle Kisugi gestiscono un bar che funge da copertura per la loro attività di ladre. Tuttavia le imprese criminali di Rui, Hitomi ed Ai non sono dettate dalla cupidigia ma dal desiderio di scoprire il fato di loro padre, impresa che sarà possibile solo dopo aver recuperato tutte le opere d'arte di Michael Heinz, un artista di grande successo che, come si scoprirà durante la storia, è loro padre.
Da questo pretesto prendono quindi il via i furti delle tre acrobatiche e bellissime ragazze, costantemente quanto vanamente nel bersaglio del frustrato ispettore di polizia Toshio Utsumi, fidanzato di Hitomi e inconsapevole della reale identità della ragazza.
L'incontro tra le tre e Lupin avviene proprio in occasione di una di queste missioni, con entrambe le parti decise a recuperare questo trittico raffigurante le tre persone più importanti della vita di Heinz.
Il lungometraggio è stato interamente realizzato in CG e cell shading, ed è diretto da Hiroyuki Seshita e Koubun Shizuno. Entrambi sono dei veterani dell'animazione CG, avendo già già diretto opere importanti come Blame, Aijin e la trilogia di Godzilla - Il pianeta dei mostri.
Se dal punto di vista dell'azione le animazioni mantengono un buon livello, risultando sufficientemente fluide, lo stesso purtroppo non può dirsi dei modelli dei personaggi, che appaiono piatti e poco espressivi.
A farne le spese maggiori sono proprio le tre gatte (Rui, in particolare), con un design che toglie loro tutto il fascino delle versioni precedenti.
La colonna sonora si limita ad omaggiare i famosissimi temi di entrambe le serie, in un mash-up anche abbastanza riuscito nell'opening "Theme from Lupin vs. Cat's Eye".
Lupin III compie 50 anni, lunga vita all'incorreggibile ladro gentiluomo!
Colpo fallito
Purtroppo il problema maggiore del film non è la scelta, per quanto discutibile, di utilizzare la CG quanto una trama completamente fuori fuoco.
Sarebbe stato lecito aspettarsi interazioni tra i vari personaggi potenzialmente molto interessanti, per esempio, ma questi si limitano ad uno scontato rapporto allievo/mentore tra Toshio e Zenigata, relegati a poco più che comparse comiche, e a uno scambio comunque poco consistente tra Lupin e Ai, la più giovane delle tre sorelle.
Più in generale, sembra quasi che gli autori non abbiano bene idea di come gestire l'intera mitologia dei personaggi (c'è una scena, che non spoilereremo, legata alla spada di Goemon che avrà fatto accapponare la pelle ai fan di Monkey Punch) né tantomeno le gatte, che per tutto il tempo non esprimono mai il loro potenziale finendo, spesso, per sembrare non all'altezza né della situazione né del confronto con Lupin, ridicolmente più abile di loro e costantemente avanti di diversi passi, per di più spesso costretto (poveraccio) a dover recitare il ruolo del quasi-mentore e difensore delle tre sorelle.
Più in generale la trama procede stancamente tra telefonatissimi colpi di scena e caratterizzazioni e motivazioni degli avversari risibili, quando non palesemente campate in aria.
Si salvano giusto alcune sequenze d'azione che, però, non fanno altro che aumentare il rimpianto per quella che alla fine si è rivelata un'enorme occasione sprecata.
Conclusioni
Ci siamo approcciati alla recensione di Lupin III vs. Cat's Eye probabilmente con eccessive aspettative. Era tuttavia legittimo aspettarsi almeno un confronto tra personaggi iconici, amatissimi e, soprattutto, potenzialmente complementari.
Ci siamo invece trovati di fronte a un lungometraggio che spesso perde il filo, ulteriormente penalizzato da un character design assolutamente non all'altezza della situazione e che si regge unicamente su alcune riuscite scene d'azione e sul solo personaggio di Lupin III.
Discutibilissima la scelta di riproporre sia nel doppiaggio che nei sottotitoli italiani i nomi occidentalizzati dei personaggi di Cat's Eye.
Perché ci piace
- L'idea di far incontrare due miti dell'animazione giapponese con tanti punti in comune era intrigante.
- Alcune scene sono ben realizzate e sfruttano a dovere l'effetto nostalgia.
Cosa non va
- Il character design dei personaggi, e in particolare delle tre gatte, è completamente inadeguato.
- La storia è banale e squilibrata.